Cap. 24 - La chiamata del destino

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LA CHIAMATA DEL DESTINO








Viktor aveva scelto una vecchia radura dietro alla propria fatto­ria per riunire tutti, lontano da orecchie e occhi indiscreti.

First, Gabriel e Selene se ne stavano davanti al giovane in atte­sa che anche Trust arrivasse.

Il rumore dell'erba calpestata sovrastò quello degli steli che si sfre­gavano sospinti dal vento e Viktor si schiarì la gola.

Trust arrivò quan­do ormai tutti sembravano essere caduti in preda ai loro pensieri e preoccupazioni.

Quando ebbe l'attenzione di tutti, l'eletto s'inumidì le labbra e si passò una mano sotto la camicia grigia che indossava, sfiorando con le dita la leggera protuberanza che nascondeva il talismano di Artemisia.

«Avevo detto che vi avrei raccontato come sono andate le cose, quin­di eccoci qui riuniti», esordì Viktor. «Come ben sapete, quando sono stato male, prima di partire per i Grandi Talenti, ho trascorso del tem­po in casa di Selene. Durante la mia perma­nenza lì, mi sono imbattuto in un libro che racconta una vecchia storia che, prima di arrivare a Be­leth, credevo fosse per bambini. Si chiama "La Stella della Profe­zia". Gabriel e Selene sanno di cosa tratta, ma mi chiedevo se la co­noscevate anche voi», indicò Trust e suo padre.

«È una storia vecchissima. Stai dicendo che è vera? Ci hai riunito tutti qui solo per dire che quelle fan­donie inventate per far addormen­tare i bambini sono reali?», sbottò First.

«First, è difficile credere a una cosa simile, ma noi eravamo presen­ti. Io e Selene abbiamo visto cosa è accaduto quella notte: dardi di fuo­co piovevano su una città di cui ora resta ben poco e mo­stri che avreb­bero dovuto essere estinti sono tornati con oscuri sortilegi. Non dico che sia l'ipotesi più probabile, ma non è da escludere a priori.»

Le parole di Trust ammutolirono First, che fissava il tappeto erboso ai suoi piedi con la mano destra tremante. Non riusciva a credere a ciò che il figlio stava dicen­do, ma non voleva nemmeno riconoscere che stesse dicendo delle fandonie.

Viktor continuò: «Le due persone che mi hanno preso si chiamano Amir e Kan­da... sono membri di un'organizzazione segreta che ricono­sce ogni suo appartenente come membro della Stella. I Membri della Stella sono un gruppo di persone che si occupano di contrastare svaria­ti generi di minacce che possano nuocere al pia­neta e, più di tutto, si occupano di istruire l'eletto della Stella, co­lui che dovrà brandire Arald, leggendaria spada con cui si potrà ri­cacciare Zergh nelle tenebre.»

«Zergh...», ripeté sommessamente Trust.

«Ne sai qualcosa?», si accigliò Viktor.

«Conosco bene questa storia. La raccontavano spesso an­che a me, ma che io sappia, Zergh non è il vero nome della divinità delle te­nebre... dicono che quel nome apparteneva solo all'indi­viduo di cui ha impossessato il corpo, un corpo ormai consumato dal male e prigionie­ro dell'eternità.»

«Anche a me pareva d'aver sentito una cosa simile a riguardo. Qua­lunque sia il suo nome, dal momento che resta sconosciu­to, dobbiamo continuare a identificarlo con quello di Zergh», as­serì Selene.

«Trust, non posso credere che tu stia dando manforte ai ragaz­zi. Non possono essere faccende vere!», urlò First verso l'amico.

«Stai dando del pazzo a tuo figlio? Dai del folle a me, Selene e Ga­briel dopo un viaggio verso gli Anziani? Pensaci, First. Gli Anziani, i custodi del sapere di tutta Mirthya, avrebbero mai dato udienza, vitto e alloggio a due ragazzi qua­lunque se ciò che sospettavano non fosse sta­to vero?! Anche loro sanno ciò che sta accadendo. Volente o nolente, dovrai ac­cettare la dura verità», difese Trust.

First esitò prima di continuare, il fiatone gli muoveva freneticament­e il busto. «E tu cosa c'entreresti con questi famigerati Membri della Stel­la?», domandò a Viktor, osservandolo con occhi sgranati e incre­duli.

«Io sono l'eletto che la Stella deve addestrare: ecco perché ero lì.»

First rimase sbigottito, Trust inarcò le sopracciglia e i ragazzi respi­rarono a fondo. Era come se la notizia gli avesse tolto l'aria per un mo­mento.

Viktor raccontò cosa accadde al Covo della Stella e l'incontro con i ra­gazzi al monastero degli Anziani. Dopodiché venne il turno di Ga­briel e Selene, che spiegarono cosa era successo sulla vetta di Jerrall, prima che Viktor arrivasse.

Dell'intero accaduto, Viktor preferì non parlare del diario, ma mo­strò agli altri il ciondolo di Artemisia che gli Anziani gli ave­vano affida­to: era la prova che non mentiva.

«Ora cosa farai?», chiese First al figlio, con una voce bassa e arren­devole.

Viktor colse una velata tristezza nella voce e negli occhi del padre.

«Non posso tornare al Covo, le forze oscure di Zergh si stanno risve­gliando e dovrò continuare il mio addestramento altrove, lì mi trove­ranno facilmente. Mi è stato indicato di giungere al vil­laggio di Pla­cym... troverò un membro della Stella ad aspettarmi.»

«Quanto tempo resterai a Lezhen

«Il tempo necessario per prepararmi, credo ancora tre giorni al mas­simo», rispose il ragazzo.

First protestò in silenzio, inveendo contro quel destino tanto amaro. Quando Viktor dichiarò d'aver concluso, fu il primo a sparire nella luce del tardo pomerig­gio.

******

Trust chiuse dietro di sé la porta della fucina e si avvicinò al banco da lavoro, deciso a soddisfare ordini di una clientela irrequieta e impa­ziente. La sua concentrazione, però, non era decisa quanto lui.

Quella notte scelse di uscire per fare quattro passi in compa­gnia del chiarore delle stelle e dei suoi pensieri.

Conosceva First da una vita e Viktor sin da quando Elena, la madre del giovane, era ancora viva.

Crescendo aveva visto come gli piacesse fantasticare, fino al giorno in cui Elena venne a mancare.

Per First era stata dura crescere due figli da solo.

Reagì con gran forza d'animo ma, mentre il più piccolo riuscì ad adattarsi prima, per Viktor fu un trauma più duro. Fu l'arrivo di Selene al villaggio ad aiutarlo.

La ragazza aveva perso sua madre venendo alla luce, e per questo motivo il padre decise di portarla a Lezhen, un villag­gio tranquillo in cui la bambina avrebbe potuto familiarizzare con i villici del luogo.

Il vecchio fabbro sospirò con lo sguardo rivolto al fiume. Un piccolo gruppo di nubi solitarie oscurò le stelle e ta­gliò a metà la luna.

Poi, le nuvole si fecero da parte, e la limpida notte tor­nò a rivendicare il titolo d'incontrastata padrona di quelle terre lontane.

Viktor (Il Ciclo della Rinascita, Vol. 1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora