IL SUSSURRO DELLE STELLE
Selene riuscì a finire di mangiare, sebbene ostacolata dal ricordo della cruenta morte del coniglio.
Dopo aver ravvivato il fuoco e bevuto dell'acqua, lei e Gabriel si sdraiarono sul lenzuolo.
Mai avevano avuto modo di osservare il cielo notturno sdraiati sull'erba così distanti da casa e quello spettacolo li stava incantando.
Il tetto del mondo era un tappeto blu scuro puntellato da brillanti; Gabriel notò delle costellazioni che sembravano le sagome di un centauro armato di arco e frecce e una foglia inviluppata da due rami d'albero.
«Quella è uguale al ciondolo che mi ha regalato Viktor per il compleanno», alzò un dito Selene, indicando l'ultima costellazione che Gabriel aveva visto.
«Pensavo che dormissi.»
«Non potrei perdermi questo spettacolo.»
«Cosa hai intenzione di dire agli Anziani del monastero?», chiese il compagno.
«Semplicemente come stanno le cose: riferirò che Viktor è stato rapito da tizi sconosciuti, e delle nostre intenzioni di capirci di più su tutta questa storia.»
«Spero che ci aiutino.»
«Lo spero anch'io», rispose Selene, senza staccare gli occhi dal cielo. «Quante pensi che ce ne siano?», indicò le stelle.
«Milioni... miliardi... non ne ho la più pallida idea. Forse sono infinite in uno spazio infinito, ammesso che lo sia. Chissà, forse ci sono astri ancor più maestosi invisibili all'occhio umano: sarebbe bello saperlo», commentò Gabriel.
Selene annuì all'udire quella stessa risposta che si sarebbe data da sola. «Non c'è mistero più grande dell'immensità, a quanto pare», constatò la ragazza.
Dopo qualche attimo di silenzio, Gabriel disse: «Beh, alla fine sei riuscita a mangiarti il coniglio!»
Selene arricciò il naso disgustata al pensiero del povero animale. «Qualcosa avremmo pur dovuto mettere sotto i denti, come hai detto tu.»
Gabriel sorrise. «Se Viktor fosse stato con noi, te lo avrebbe fatto mangiare per intero dandoti della viziata!»
«Non sono viziata, ma diciamo che assistere all'uccisione di animali non è uno dei miei passatempi preferiti!», ridacchiò sonoramente.
Gabriel non la sentiva ridere così da molto tempo, specie in una situazione come quella. Gli fece piacere. Era contento che Selene ridesse in quel modo, era una maniera per distrarsi e continuare a credere nel domani, a credere che un giorno, lui, Viktor e Selene avrebbero avuto più tempo per stare insieme. Come una volta.
«Gabriel...», interruppe la ragazza, «cosa si prova ad avere un fratello?»
La domanda di Selene, formulata con quel tono così inusualmente intimidito, spiazzò il ragazzo.
«Beh... diciamo che avere Viktor al mio fianco mi aiuta molto. Un fratello è un po' come il bastone per un anziano», spiegò con ironia.
Selene restò in silenzio, poi sospirò. «Dopo la perdita dei miei genitori, se non avessi conosciuto Viktor, sarei rimasta da sola. Chissà a quest'ora che vita avrei condotto e di cosa mi sarei occupata... è probabile che sarei sprofondata in un vortice di depressione tale da consumarmi fino alla morte. Potrai dire che il mio pensiero sia esagerato, ma non posso negare quanto tuo fratello mi abbia aiutato. Quando accadde tutto eravamo piccoli, ma ricordo in lui lo stesso modo di starmi a fianco che dimostra ora», confidò.
Gabriel non aveva mai immaginato che la ragazza nutrisse quella forte riconoscenza nei confronti del fratello né si aspettava che quella notte, da un momento all'altro, avesse potuto fare un discorso simile.
«Adesso hai qualcuno su cui contare. Ora hai me, Viktor e gente che ti vuole bene: è questo quello che conta», rispose, cercando di mettere un punto conclusivo a quell'interloquire tanto introspettivo.
Il ragazzo non riusciva a mettersi nei panni dell'amica e il solo pensiero di poter vivere una vita senza entrambi i genitori e isolato dal mondo lo terrorizzava.
«Sono contenta che ci siate voi al mio fianco», concluse lei, voltandosi su un lato e dando le spalle al compagno.
Il giovane la osservò, poi tornò a osservare gli astri notturni. Una parola detta in modo sbagliato poteva rovinarle l'umore.
Dopo diversi tentativi falliti di prendere sonno, Gabriel rinvigorì le fiamme morenti con l'ultima legna rimasta. Si sedette di fronte al falò e si lasciò riscaldare dal tepore che scioglieva l'aria fredda e pungente della notte.
Strinse le braccia attorno alle ginocchia portate al petto, pensando a come l'indomani sarebbe proseguito il viaggio verso la cima della montagna.
«Non riesci a dormire?», chiese Selene.
«Già», rimandò l'altro, lo sguardo perso sulla superficie ardente di un ceppo nodoso.
«Neanche io riesco, troppe cose per la testa. Viktor, la reazione degli Anziani quando ascolteranno la nostra storia...»
«Beh, hai detto tu stessa di stare tranquilli e di comportarci in maniera naturale. Gente colta come gli Anziani non reputerà falso il nostro racconto, visto che i libri con le leggende più assurde di tutto il continente sono state scritte e pubblicate da loro.»
«Già, sarebbe un controsenso... Guarda», la ragazza indicò un punto nel cielo, «una stella cadente!»
Gabriel alzò lo sguardo troppo tardi.
«Peccato. Avrei voluto vederla.»
L'altra gli sorrise.
«Avresti voluto esprimere un desiderio?»
«Ne ho espressi molti quand'ero piccolo, ma sto ancora aspettando che si realizzino. E tu? Hai espresso un desiderio?»
«Ho desiderato che tutto vada per il verso giusto.»
L'amico si lasciò cadere sul lenzuolo dietro di sé e tornò a osservare le stelle.
«A dir la verità non ho espresso il desiderio per la stella cadente», riprese la compagna, giocherellando con alcuni fili d'erba.
«Ah, no? E perché l'hai fatto?»
«Tutte queste storie che incitano a esprimere desideri come la moneta d'oro nel pozzo, la stella cadente e via discorrendo, sono solo fandonie che si raccontano le persone per avere banali motivazioni per sperare in qualcosa. Penso che il vero fine di queste storie sia solo quello di portarci alla comprensione di quanto sia importante avere speranza, avere qualcosa che permetta di andare avanti anche nella peggiore delle situazioni. Diciamoci la verità: se non avessimo la speranza a quest'ora non saremmo in viaggio verso il monastero, non trovi? L'umanità vive di speranze ed è grazie a questo, forse, che abbiamo avuto modo di evolverci fino a oggi.»
Discussero ancora molto su l'argomento, mentre l'idea di partire all'alba si andava affievolendo con l'incalzare della notte e Gabriel giurò di aver sentito Selene sbadigliare.
«Ti prometto che da oggi ricomincerò a esprimere desideri. Continuerò a sperare», sorrise, per poi abbandonarsi alla stanchezza.
Il ragazzo restò ancora un po' a scrutare il cielo con la speranza di vedere un'altra stella saettare verso la terra, ma ciò non accadde. Così, finalmente si lasciò rapire da un sonno vigile.
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Viktor (Il Ciclo della Rinascita, Vol. 1)
FantasiRegno di Mirthya, Ciclo dell'Oblio. Le otto divinità, detentrici del potere degli elementi, crearono il mondo e le razze per condividere con loro la vita. Il tradimento di una di queste peró, scatena una guerra che coinvolge ogni essere vivente. È u...