L'ULTIMO SALUTO
«Seida!», urlò Vroel quando Devanorth arrivò a un passo dal suolo.
L'aria si fece più pesante e il corpo dell'amico rallentò fino ad atterrare dolcemente.
Vroel si lanciò sul compagno, sorreggendogli il capo con il braccio.
«Errore stupido...», gli sorrise Devanorth.
«Posso provare a curarla», propose Vroel, poggiando a terra il capo dell'amico e imponendo le mani sulla ferita.
«No», lo fermò Devanorth. «La ferita è troppo profonda e nessuno dei due ha abbastanza mana per curarla.»
Incurante delle parole dell'amico, Vroel tentò lo stesso l'incantesimo cominciando a scandire una serie di lunghe parole.
Una forte luce bianca esplose dalle sue mani e si espanse sempre di più fino a coprire l'intero busto di Devanorth, ma poco dopo si attenuò e sparì.
Tentò più volte, ancora e ancora, accompagnato dalla faccia paonazza di Devanorth e gli occhi ricolmi di lacrime.
«Vroel... Viktor...», disse Devanorth.
«Lui sta bene. Starà bene, Dev», assicurò lui, la voce sommessa e tremante.
«Su, coraggio... vedrai che non è la fine. Non ho rimpianti, Vroel. Sono riuscito a svolgere il mio incarico nel migliore dei modi ed entrambi i ragazzi promettono bene. In fin dei conti abbiamo vissuto da sempre per adempiere all'addestramento dell'eletto, no? Ora una parte del lavoro è conclusa e il ragazzo potrà continuare l'apprendistato altrove.»
In quel momento, Viktor giunse sul posto e si fermò non appena vide il corpo del suo mentore a terra.
«Lasciami col ragazzo, per favore.»
Vroel si alzò lentamente, lo sguardo chino sull'amico, e si fece da parte senza aggiungere altro, consapevole che quella sarebbe stata l'ultima volta che egli gli avrebbe rivolto la parola.
Viktor si calò su di lui, tremante e senza parole.
«Visto? A quanto pare anche i maestri possono perire a causa di una banale distrazione: non basta una vita per imparare...»
Il volto di Devanorth aveva perso il colore roseo quando si voltò a fissare il ragazzo negli occhi, un rivolo di sangue gli scese lungo un angolo della bocca.
Viktor non parlò ancora, incapace di guardarlo negli occhi vitrei.
«La ragazza... stava aspettando te, eh?»
L'eletto sorrise.
«Era come dicevo, quindi...»
Viktor levò il capo e, alla sua vista, gli risultò difficile trattenere le lacrime.
Sapeva che, se anche avesse provato a curarlo, né lui né Selene sarebbero mai riusciti a risanare la ferita.
Per la prima volta il ragazzo sentì un forte senso di impotenza al cospetto dei suoi limiti. Da quel giorno avrebbe fatto il possibile per migliorare, per non trovarsi mai più in una situazione come quella, per non ostacolarsi più da solo.
«Quella ragazza... non lasciarla andare mai: tiene davvero tanto a te.»
«Non la lascerò andare... Sei stato un buon amico, Dev», balbettò il giovane portando la testa sul petto del membro della Stella, bagnandolo di lacrime.
Vroel non riuscì a reggere alla scena e distolse lo sguardo chiudendo gli occhi.
Gli applausi della folla in lontananza scemarono lentamente, fin quando giunse un angosciato silenzio e, in quel momento, Devanorth spirò.
Viktor si alzò e si voltò verso Vroel, scorgendo tutti gli abitanti di Placym disposti in una disordinata massa sulle assi di legno distrutte.
Il ragazzo notò subito la madre che aveva lasciato la figlioletta malata alle cure di Selene, e che ora stringeva sua figlia tra le braccia, stavolta sorridente e ignara di ciò che era accaduto.
Fu sollevato nel vedere la bambina di nuovo in forma e subito cercò Selene tra la gente.
La ragazza si fece avanti e, notato il corpo esanime di Devanorth, si portò le mani alla bocca.
Viktor le si avvicinò per abbracciarla ma lei rimase immobile, senza la forza di ricambiare.
Vroel scrutò all'orizzonte il giorno albeggiare e, avvicinatosi al corpo dell'amico, lo prese in braccio e s'incamminò oltre la schiera di persone.
La gente formò un corridoio e quando arrivò a metà del passaggio creatosi tra la folla, questa regalò al sacrificio un altro applauso.
Quando Vroel passò oltre gli abitanti, tutti lo seguirono sulla riva del lago.
Selene e Viktor si portarono rapidi all'inizio della lunga coda, affiancando Vroel, che permise loro di guardare per un'ultima volta Devanorth; poi si lasciò tutti alle spalle e, evocata la runa dell'acqua, strinse Devanorth più forte e cominciò a camminare verso il centro del lago.
I raggi rossi e arancioni del sole nascente stendevano un velo sottile e luminoso sull'intero letto del lago di Mephis.
Il mezzo vampiro si fermò e volse lo sguardo al poco che restava di Placym, poi s'inginocchiò. «Che le stelle del firmamento brillino anche nella notte più buia, e il sole del mattino irradi il tuo eterno giaciglio affinché abbia la forza di custodirti sino al tramonto dell'essenza», disse con tono solenne. «Che tu possa riposare nell'eternità sul fondo del tuo ultimo campo di battaglia, Devanorth, flagello di Turin. Erendil e gli dei vegliano su di te», aggiunse, lasciando scivolare il corpo negli abissi del lago zaffiro.
La luce del giorno si riflesse contro la superficie dell'acqua, che disegnò ampie linee curve e indefinite sul volto di Devanorth, mentre sfumature blu risaltavano diverse zone del corpo e il lago si increspava al tocco della brezza mattutina.
Vroel si alzò in piedi e osservò il compagno fin quando scomparve per sempre e i suoi occhi, tornati umani, non riuscirono più a vederlo.
******
Passarono due giorni prima che Viktor e Selene si preparassero per lasciare Placym.
I villici sopravvissuti avevano ripristinato il corpo di guardia a protezione del centro abitato e le botteghe fondamentali alla gestione dei viveri.
Parti di tetto distrutte escluse, la locanda poteva ancora ospitare coloro che erano rimasti senza casa. La padrona del locale aveva permesso a tutti i disagiati di fermarsi a soggiornare lì fin quando non avrebbero riscattato dal destino le proprie vite di sempre.
Con un pizzico di rammarico, l'eletto strinse a sé Selene.
Prima di uscire dal villaggio, la coppia si fermò per salutare i signori che avevano dato a Viktor l'opportunità di lavorare nella loro pescheria, che non sembrava aver riportato grandissimi danni.
Vroel, ancora scosso, a stento aveva salutato i due ragazzi quando lo raggiunsero al margine del villaggio.
Viktore Selene, comprendendo il suo stato d'animo, accondiscesero al suo silenziovoltandosi per riservare un ultimo saluto al malinconico villaggio sul lago.
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Viktor (Il Ciclo della Rinascita, Vol. 1)
FantasiaRegno di Mirthya, Ciclo dell'Oblio. Le otto divinità, detentrici del potere degli elementi, crearono il mondo e le razze per condividere con loro la vita. Il tradimento di una di queste peró, scatena una guerra che coinvolge ogni essere vivente. È u...