Cap. 5 - Il peso del passato

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IL PESO DEL PASSATO








Quando la luce arcobaleno si sprigionò dalla lama celata nell'involu­cro rosso, Viktor era consapevole di essere sul punto di svegliarsi. Il so­gno, come sempre, finiva nel momento in cui lo sconosciuto dal volto coperto sfo­derava la spada.

Aprì gli occhi e avvertì una forte sensazione di formicolio alle gam­be. Abbassò lo sguardo e notò di avere gli arti inferiori bloc­cati dal bu­sto di Selene, che dormiva come se non sentisse la scomoda presenza dell'amico. Rifletté per qualche secondo in che modo avesse potuto in­filarsi sotto l'amica, divertito, poi qual­cosa gli passò per la testa. Più quel pensiero prendeva forma, più si riteneva un idiota a non averci pensato prima.

«Cosa succede, ragazzo?», chiese Trust, sentendo dei rumori.
«Tutto bene, mi sono solo svegliato di soprassalto...», rispose Vik­tor continuando ad avere la testa tra le nuvole, riflettendo su qual­cosa di cui non riusciva a capacitarsi. «Trust... conosci vecchie storie del conti­nente? Cioè... sai, quelle per bambini... o anche semplicemente quelle che si raccontano ai falò notturni nei periodi di festa, quando tutti at­torniano i cantastorie e i bardi. Hai viaggiato, dovresti averne sentite molte, no?», chiese, sperando in una risposta positiva.

«Sì, ne ho sentite molte... cos'è che ti preoccupa, esattamente?»

Era la risposta che il ragazzo voleva.

«Secondo te è possibile sognare qualcosa che non si conosce? Ho so­gnato uno di questi racconti prima di sapere della loro esi­stenza!»

«Sogni di cose a te ignote ma che esistono? Beh, alquanto buffo, magari dovresti solo riposare di più, non trovi?»

«È da tempo che faccio sempre lo stesso sogno, quasi come se voles­se dirmi qualcosa!»

«Un sogno che vuole comunicarti qualcosa? Devi aver dormito poco», esclamò con sarcasmo il fabbro, facendo trapelare un sorri­so dalle sue labbra quasi nascoste dalla barba grigia. «E cosa so­gneresti, di preciso?»

«Conosci la storia della Stella della Profezia

«So solo che è una storia per bambini come un'altra, mi è stata rac­contata molti anni fa. Il fatto che tu la sogni è perché evidente­mente ne hai sentito parlare durante il giorno. Sai com'è, di notte spesso si sogna quello che si sente di giorno.»

«Quando ho iniziato a fare questo sogno non sapevo nulla di questo racconto.»

«Cosa vedi nel sogno?»

«Un uomo di nome Xemnath che cavalca verso delle rovine in cima a un colle e affronta Zergh.»

«Quindi hai capito che si trattava di questa storia perché hai senti­to il nome di Zergh nel sogno?»

«Esatto... inoltre, alla fine della scena, questo Xemnath estrae qual­cosa da un fagotto, che emette un forte bagliore: credo sia Arald, la spada del destino. Xemnath dovrebbe essere uno degli eletti della stel­la, in quanto portatore dell'arma.»

«Beh, da come stanno le cose sembra proprio così. Per quanto mi ri­guarda credo solo che tu abbia sentito questa storia così tanto tempo fa che ora non te la ricordi e la tua mente sta soltanto rievo­cando quelle memorie attraverso il sogno. Capita di sognare cose di cui ci si è com­pletamente dimenticati.»

«Resta il fatto che per me è strano fare per lunghi periodi e per più volte lo stesso sogno, per quanto possa cercare di ricordare qualcosa o parlarne durante il giorno.»

Trust sbadigliò, poi socchiuse gli occhi un paio di volte per poi conti­nuare, ormai esausto.

«Vuoi che prenda io il controllo del carro? Non avrei problemi fino a metà mattinata, tra non molto albeggerà.»

Viktor (Il Ciclo della Rinascita, Vol. 1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora