Cap. 26 - Partenza

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PARTENZA








Nonostante nella camera di Gabriel fosse stato aggiunto un letto per Selene, lei ci trascorreva meno tempo possibile. Preferiva di gran lunga stare con Viktor per prepararsi al viaggio.

«Viaggeremo solo di giorno, sulle vie principali e trafficate dopo Be­leth: sarà più difficile essere localizzati da chiunque tentasse di se­guir­ci. Per quanto riguarda la via che va da Lez­hen a Beleth, se­guiremo co­munque il sentiero principale, ma co­steggiandolo attraverso la fore­sta. Quella è una via non molto affollata e rimanere esposti sarà ri­schioso», ripeté Viktor a Selene studiando i suoi occhi verdi.

«Da quando il turismo è aumentato la via dovrebbe essere più traffi­cata, no?»

«Sì, ma non credo sia ancora abbastanza. Avremo modo di va­lutare la situazione, comunque...», rispose il ragaz­zo.

«Hai ragione... a ogni modo sarà meglio non rischiare. L'altra matti­na ero alla locanda e ho sentito due persone par­lare di strane Creature delle Montagne che scendono a valle: greg­gi di pecore volati­lizzati, mandriani in crisi. L'inizio di qual­cosa di minaccioso.»

«Dici davvero? E se fosse semplicemente un branco di lupi troppo affamato?»

«Non mangerebbero le ossa delle pecore, in tal caso.»

«Mi era sfuggito quel particolare», si giustificò Viktor, imba­razzato.

I due giorni erano trascorsi rapidamente e l'indomani matti­na, subi­to dopo la colazione, i due si sarebbero diretti verso Beleth.

Viktor si voltò verso un antiquato orologio da comodino e vide che ormai era mezzanotte passata, così decise di concludere la serata ripas­sando ancora un paio di volte la via da seguire e le dovute precau­zioni. Selene annuì, pur segnata dal sonno.

Quando ogni possibilità fu studiata a fondo, i due si la­sciarono per riposare.

Il ragazzo attese che Selene sparisse dietro la porta della sua camera prima di rovesciarsi sul letto, dove fino ad allora era rima­sto seduto con le gambe incrociate.

******

Viktor si svegliò quando il sole era ormai sorto, e si sentì riposato come non gli accadeva da tem­po.

Indossò gli stivali marroni con dei calzoni dello stesso colo­re, una cintura di cuoio nero con fibbia e ardiglione in metallo che coprì con una maglia grigio chiaro dalle maniche lunghe, tirate su fino a metà avam­braccio, e la cintura che reggeva il fodero di Siride.

Quando fu pronto, si sciacquò velocemente il viso e prese le bisacce che aveva sistemato vicino al letto, por­tandole vicino alla porta d'in­gresso.

Tornò al corridoio per sbirciare nella stanza di Gabriel e vide Selene dormire ancora, così scelse di ingannare l'attesa con un ultimo giro per Lezhen.

Nel momento in cui uscì di casa, la forte luce del sole lo acce­cò, fin­ché non riuscì ad abituare la vista. Si sfregò più volte gli occhi e ri­chiuse la porta di casa dietro di sé, dirigendosi verso la fattoria.

Gustò ogni minimo particolare offerto­gli dal­la natura, a partire dalle ultime gocce di rugiada rimaste sulle foglie dell'albero più grande che costeggia­va il sentiero.

Aggirò la sua fattoria e arrivò alla radura dove tre gior­ni prima aveva parlato con Trust, First, Gabriel e Selene.

«Come passa il tempo, eh?», appurò Selene improvvisamente die­tro di lui.

Viktor (Il Ciclo della Rinascita, Vol. 1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora