Cap. 16 - Rapporto difficile

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RAPPORTO DIFFICILE









Le mura di fredda pietra che rivestivano i cunicoli sotto la roccia rilu­cevano dei bagliori delle torce fissate ai muri.

Amir procedeva ad ampie falcate verso il campo di addestra­mento dove l'attendeva Viktor.

Lanciò un'occhiata fugace al muro dietro il quale si nasconde­va l'uf­ficio di Galaeth, poi proseguì svoltando a sinistra e si diresse verso il fondo del corridoio, dove il grosso portone era a guardia della zona d'al­lenamento.

Ogni tanto, tra un passo e l'altro, i suoi occhi brillavano in­fastiditi dalla luce delle torce, e una lacrima le attraversò il volto fermandosi sullo zigomo.

Ripensò al pomeriggio del giorno prima, quando aveva dibattuto con Galaeth e le era stato rivelato che sarebbe stata lei l'insegnante di magia di Viktor.

Lei si era rifiutata e aveva cercato di contrastare la scelta del proprio Maestro, ma egli fu irremovibile.

«Nonostante la conversazione dell'altro giorno, avete indicato me come sua istruttrice?! Non capisco se lo stiate facendo di proposito o...», ave­va iniziato lei.

«Sì, l'ho fatto di proposito. Sono del parere che le tue opinioni sul ra­gazzo siano errate e non penso che sia la persona sbagliata al mo­mento giusto, come tu credi. Mettere in discussione la scelta della Stel­la signi­fica dubitare delle decisioni delle divinità che ser­vi da tempo. Non pos­siamo permetterci di riserbare antipatia nei confronti degli al­tri membri della Stella, specie se si tratta di colui che dovrebbe aiutarci a riassetta­re la situazione e permettere a Mirthya di tornare al periodo di bonac­cia.»

«Non posso cambiare opinione su una persona solo perché fa como­do agli altri», aveva risposto lei, infastidita dalla risposta del suo Mae­stro.

«Il punto, Amir, è che tu non hai ancora un'opinione di Viktor, ma ti sei fatta soltanto influenzare dalla sua somiglianza con tuo fratello: il rancore che provi per lui non do­vrebbe interferire con le altre persone.»

La fanciulla non aveva risposto, ma si era limitata a chinare il capo in segno d'assenso: Galaeth aveva ragione, ma ammettere di aver sba­gliato le era sempre risultato difficile. Decise quindi di accettare e di mostrare al ragazzo i rudimenti della magia.

Lo trovò al centro dell'area d'addestramento, intento a osservare il cielo.

Viktor voltò il capo quando si accorse di non essere più solo e salutò la ragazza. «Che ci fai qui?», domandò.

«Anche se non avessi ricevuto l'incarico di insegnarti la magia, sicu­ramente non avrei avuto bisogno del tuo consenso per venire qui.»

«Hai ingoiato acido?», punzecchiò il ragazzo di rimando.

Amir ignorò l'ironia del giovane e gli fece cenno di allontanarsi.

«La magia», esordì, «è la trasposizione visiva del­la propria volontà mediante l'energia interiore, comunemente chiamata mana o essenza. Il quantitativo di energia mistica all'in­terno di ogni individuo non varia mai, non può essere accresciuta, ma solo gestita al meglio. Saper mani­polare questa forza può fare la differenza tra la vita e la morte; può per­metterti di creare o distruggere. Ci sono due tipi di magia: bianca e nera, che si dividono a loro volta in altre categorie. Sostanzialmente il primo tipo permette di alterare i propri stati fisici e curare ferite; il se­condo è la branca delle arti arcane più estesa e raggruppa incantesimi che agiscono sull'ambiente e le forme di vita in generale, alterandole o distruggendole. Fin qui tutto chiaro?»

«Sapevo della distinzione tra magia bianca e nera.»

«Non ti ho chiesto se conoscevi già qualcosa di quanto detto.»

Viktor (Il Ciclo della Rinascita, Vol. 1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora