Cap. 11 - Diario delle memorie

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DIARIO DELLE MEMORIE








Era tutto indefinito, finché le sembianze di un soffitto iniziarono a emergere dal­l'oscurità.

Viktor batté più volte le palpebre, poi si voltò.

Era in una stanza arredata solo da un armadio, un comodino, un bau­le addossato a una parete e un letto, sul quale era adagiato.

Cercò di alzarsi lentamente, sentendosi indolenzito in tutto il corpo; scrutò rapido la camera per mettere a fuoco il luogo in cui si trovava.

Poggiò i piedi nudi su un morbido tappeto di pelliccia e solo allora si accorse di indossare solo la biancheria intima.

La stanza era calda e, sebbene spoglio, non accusò disa­gi e si diresse verso il guardaroba: avvertì una sensazione di sollievo quando vide i suoi vecchi indumenti messi a nuovo.

Si vestì e fece per voltarsi in cerca dei propri stivali, ma sobbalzò alla voce sconosciuta dietro di sé. «Sono sot­to il letto», si sentì dire.

Viktor si voltò: Kanda si ergeva dando le spalle a una rudimentale porta in legno.

Il ragazzo si chinò di fianco al letto ed estrasse gli stivali, infilandosel­i senza mai distogliere lo sguardo diffidente dall'uomo che lo aveva rapito.

«Pensavo stessi sognando.»

«Se tutto questo fosse stato un sogno, sarebbe stato meglio per tutti quanti», rispose l'altro, sogghignando appena.

«Hai intenzione di spiegarmi cosa sta succedendo? Dove sono e, so­prattutto, perché sono qui?», domandò il giovane restando seduto sul let­to.

«Sei al sicuro. In questo momento sei nel Covo della Stel­la, tra i monti di Jerrall. Qui non ti troveranno. Per quanto riguar­da il motivo per cui sei qui, beh, mi pare di avertelo già accennato.»

«Esatto, accennato. Ma gradirei maggiori dettagli, o non mi è con­sentito?», si spazientì Viktor.

«Non farai molta strada se ti rivolgerai a tutti coloro che incon­trerai sul tuo cammino con un atteggiamento simile, Viktor di Lezhen

«Non ne farò molta comunque, visto che non conosco il moti­vo per cui mi trovo qui, lontano da casa mia, e nessu­no ha inten­zione di spiegarmene il perché.»

Kanda fece qualche passo in avanti, pensieroso. «Hai ragione», ri­prese, «credo che anch'io al tuo posto avrei per­so la pazienza se gente sco­nosciuta mi avesse rapito per portarmi lontano senza un motivo ap­parente, per cui ti spiegherò tutto.» Prese posto di fianco al giovane e si preparò alla spiegazione.

«Lo spero...», rispose il ragazzo sforzandosi di nascondere il pro­fondo senso di angoscia che lo pervadeva.

«Conosci già la vecchia leg­genda della Stella della Profezia. Tutto sa­rebbe stato vero se non fosse per un particolare: gli anni dopo i quali vi è un altro eletto, variano di caso in caso. Un prescelto abbastanza po­tente può incatenare Zergh anche per lungo tempo, come accaduto l'ul­tima volta. Il tuo predecessore, infatti, sigillò l'oscurità per ottocento anni.

La gente ignora tale pericolo perché reputato solo una vecchia sto­ria.

Stavolta la stella ha scelto te, Viktor. Il tuo compito sarà quello di giun­gere al giaciglio di Arald per recuperarla e compiere il tuo destino, rinnovando il sigillo prima che sia troppo tardi e prima che Zergh pos­sa liberarsi.»

Viktor aveva un'espressione vaga e continuava a rimanergli difficile credere a una simile storia. Eppure, se fosse stata opera di una ristretta banda di pazzi, non sarebbero stati in grado di architettare tutto in modo così perfetto né di distruggere di propria volontà una città.

Viktor (Il Ciclo della Rinascita, Vol. 1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora