39: Dea della distruzione

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Lo scontro tra lei ed Hela stava infuriando, i suoi pugnali la trafiggevano senza provocarle alcun danno. Le sue spade infuocate invece ustionavano quella stolta ad ogni loro tocco. Si sentiva più potente che mai ma aveva bisogno di un'ultima cosa da quella terra. La sentiva pulsare al centro di Asgard come un cuore.

Grazie a quello avrebbe impedito Ragnarock, avrebbe impedito la fine di Asgard e avrebbe lasciato Surtur indifeso e esiliato nella sua terra.

La richiamò a se, e la fiamma eterna la ascoltò. Nessuno mai aveva avuto il potere di richiamarla come un'arma perché quella era eterna e libera ma lei invece poteva farlo. Sentiva di poterla plasmare come voleva.

La fiamma era così potente che riuscì a far accrescere il suo potere in modo inimmaginabile e riuscì inoltre a renderla 5 volte più grande e più forte di Hela.

La inglobò in una spada per canalizzare la sua forza indescrivibile. Vide Hela sbiancare, il suo ghigno trasformarsi in una linea sottile, riemerse dal mare con al seguito un capezzale di spade. Ma queste erano come spilli per lei. Con la sua enorme spada riuscì a trafiggerla e le basto farlo una sola volta per far sì che il corpo di Hela si carbonizzasse sotto la sua vista. Insieme a lei vide morire Fenrir e vide diventare polvere il suo esercito di morti.

Ma il suo fuoco sembrava incontrollato e carbonizzò tutto quel posto in un attimo.

Quando riuscì a controllare il suo fuoco e la sua arma Asgard era diventata cenere, cercò con lo sguardo Thor e gli abitanti di Asgard e li vide in salvo nella navicella con cui Loki era arrivato.

Riguardó Asgard, gli alberi non c'erano più, i laghi erano diventati crateri vuoti, i fiumi lunghe strisce incenerite, non c'era più alcun animale, il palazzo d'oro era liquefatto, anche la pietra era diventata nera. Aveva distrutto quel posto.

Ripenso alle storie che raccontavano: del gigante di fuoco che avrebbe raso al suolo Asgard, quelle storie non parlavo di Surtur ma di lei.

Cadde a terra e lacrime le iniziarono a solcare il viso. Aveva tanto parlato e creduto che Loki fosse la persona orribile ma chi l'avrebbe mai detto che sarebbe stata lei a ferire il suo popolo, suo padre e suo fratello  e a distruggere la sua casa. Se Loki era il dio dell'inganno lei era di certo la dea della distruzione.

L'ultimo suo sguardo non fu introspettivo, non fu per Odino, ne per il suo popolo e nemmeno per Loki, il suo ultimo sguardo fu per Thor. Per quel Dio che in poco tempo aveva perso il padre, la sua casa, e anche il suo occhio. Con le labbra gli mimo un "mi dispiace".

Riuscì ad inglobare la fiamma eterna nel ciondolo che aveva sempre appeso al collo. Era un ciondolo che le aveva regalato la madre, diceva che contenesse l'intero universo, e così le era parso anche mentre usò le sue ultime forze per chiudervi al suo interno quella fiamma così potente.

Dopodiché corse veloce e appena arrivò a raggiungere il ponte arcobaleno che ormai giaceva spezzato e distrutto dal suo fuoco si gettò giù nel nero del cosmo e in quel momento, mentre cadeva, il suo ultimo pensiero andò a Loki e alla certezza che le sarebbe mancato per tutto il resto della sua esistenza e fino a che il tempo non sarebbe finalmente finito.

Beh cari lettori, che dire, non sono riuscita a trattenermi e quindi ecco qui il capitolo finale della mirabolante avventura di Brann, l'ultimo capitolo che pubblicherò sarà l'epilogo della storia! Dato che é la fine (quasi) vorrei sapere come vi è sembrato questo capitolo, e preparatevi i commenti per il capitolo definitivo della nostra storia. Spero che alla fine, appena pubblicherò l'epilogo, chi mi ha seguito fin dall'inizio, mi possa dire come ha trovato la storia nella sua interezza. A presto! E per davvero questa volta

COME FUOCO E GHIACCIO • Loki •Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora