Mentre correva un fiume rosso cardato le contornava il corpo e si muoveva al ritmo dei suoi passi frenetici.
Il lungo vestito dai colori del fuoco, svolazzava allegramente intorno alla sua persona mentre sul suo viso era dipinta un'espressione totalmente diversa dall'allegria.
Al petto sentiva quella sensazione crescente di panico e paura. Quella morsa tremenda al cuore che ti toglieva il respiro e che ti faceva saltare gratuitamente battiti del cuore.
Mentre correva qualcosa di invisibile le afferrò le gambe e lei stramazzò a terra sbattendo con forza le ginocchia, limitando i danni della caduta solo grazie alle sue mani che toccarono terra prima che picchiasse la testa.
Quando alzò lo sguardo incontrò gli occhi che contenevano l'inferno di Surtur, la sua pelle era nera come il carbone e da quest'ultima si aprivano come vulcani disegni di fuoco in tutto il corpo.
Il suo padre adottivo le puntava il dito contro, come aveva fatto quella volta in cui l'aveva bandita dal suo regno, e la guardava con disprezzo, come se avesse fatto qualcosa di imperdonabile.
«è colpa tua.» le disse con sprezzo incolpandola di qualcosa che non sapeva di aver fatto.
«che cosa?» sussurrò in modo strozzato.
In quella posizione mentre dal basso guardava quell'uomo maestoso si sentiva impotente.
«è morto per colpa tua!» la incolpò un'altra voce alle sue spalle. Quando si voltò incrociò lo sguardo di suo fratello Blaze che come Surtur era nella sua forma da Demone.
Anche il fratello le puntava un dito contro e scuotendo la testa la guardava con spregio.
«perché ci hai fatto questo?» chiese una voce che a differenza delle altre era solo malinconica.
Una voce che conteneva un gelo talmente forte da penetrarle le ossa. Quando si voltò incrociò il viso rigato dalle lacrime di Thor, i suoi occhi le ripetevano mille, duemila volta quella semplice domanda "perché ci hai fatto questo?".
«è colpa tua!» sentenziò potente la voce di un'altra persona. La voce di una persona che conosceva molto bene.
Quando si voltò ancora incrociò gli occhi verde e azzurro di Loki. Che non la smettevano di guardarla e di giudicarla come se avesse fatto davvero cose orribile.
«che cosa ho fatto?» domandò cercando di alzarsi in piedi per raggiungere il suo principe degli inganni.
Cercò di alzare una gamba ma quest'ultima si mosse a fatica, come fosse dentro a delle sabbie mobili, abbassò lo sguardo e si rese conto che quell'abito rosso che prima le contornava maestosamente il corpo, ora si era trasformato in sangue, in un'enorme pozza di sangue in cui lei era dentro fino alla vita.
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COME FUOCO E GHIACCIO • Loki •
Fanfiction«è da quando ho incrociato il tuo sguardo la prima volta che ho capito chi eri. In quel momento ho visto riflessa nei tuoi occhi me stessa. L'abbandono, il ripudio, la tua corsa controcorrente per cercare di farti capire, per cercare di non essere t...