32: Il mio male

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Loki era impalato davanti a lei, bloccato a guardarla mentre si stava contorcendo a terra per colpa delle scariche elettriche che le attraversavano il corpo.

Non sapeva se stava fermo perché aveva paura, perché non voleva salvarla oppure perché stava escogitando un piano.

Ancora sotto le continue scariche elettriche, voltò, con tutta la forza che aveva, lo sguardo verso il Dio. Non lo guardò implorandolo e nemmeno con occhi arrabbiati. Lo guardò e basta, cercò di incrociare i suoi occhi, per vedere se era davvero codardo come aveva creduto.

Ma nei suoi occhi verdi, che nonostante le ombra e l'oscurità che avevano sempre avuto, aveva amato dal primo giorno, non vide ne codardia, ne paura, ne disonore e nemmeno debolezza.

Dalle mani di Loki apparirono due pugnali, si gettò contro i Sakaariani senza esitazione, lanciò un pugnale nell'occhio a uno e l'altro pugnale nel petto di un'altro. A quel punto altri due pugnali apparirono tra le sue mani e li scalgliò ancora colpendone altri due.

«attento» disse a denti stretti mentre guardava uno di quei mostriciattoli prenderlo alle spalle.

Loki Laufeyson in quel momento gli aveva dato prova di essere onorevole nonostante tutto il dolore che aveva causato alla gente. Sopratutto a lei. Ma non aveva esitato a salvarla, a gettarsi contro quelle persone.

Questo poteva significare due cose: o voleva farle vedere che non era un codardo, oppure il suo istinto primordiale era quello di salvarla dal pericolo, e forse, e solo forse questo istinto c'è l'aveva perché l'aveva amata davvero e non aveva mai smesso di amarla da quella volta in cui glielo aveva detto apertamente.

A quel punto, lei, fece scaldare il suo corpo fino a che la rete non si squagliò e l'elettricità si diradò sotto il suo calore.

Loki intanto aveva già ucciso gran parte dei Sakaariani che l'avevano attaccata ma gli ultimi due li uccise lei con un colpo di frusta che li cinse nel collo strappandogli la testa.

Loki si voltò quando sentì i due corpi cadere a terra, ritrovandola eretta in piedi con uno sguardo fiero, da guerriera. Aveva la gonna mezza strappata che gli svolazzava a fianco, si vedeva tutta la sua potenza nella sua postura valorosa. Un armatura in metallo nero le copriva la parte superiore del corpo mentre ancora nella mano c'era la frusta di fuoco con la quale aveva posto fine alle vite dei due sfortunati Sakaariani.

Era bella come uno di quei dipinti creati dai Midgardiani, perfetta nella sua forza.

I loro occhi si scontrarono provocando vere scintille, ma lei subito abbassò lo sguardo.

Loki l'aveva tentata di nuovo, per un attimo aveva messo da parte il dolore, la rabbia, il tormento che provava nei suoi confronti e lo aveva guardato per com'era in quel momento. Era bello come la prima volta che l'aveva incrociato, avrebbe voluto per un misero secondo andare da lui e stringerlo forte, baciarlo con passione, amarlo di nuovo con desiderio.

«se sapevi come liberarti, per quale motivo non l'hai fatto prima? Spiegamelo perché mi è difficile capirlo.» domandò Loki. Lei piuttosto non riusciva a capire se era preoccupato o arrabbiato. I suoi occhi erano di un verde scuro e il suo sguardo era tormentato.

«Era un test, una sorta di prova.» ammise con un alzata di spalle avvicinandosi di qualche passo al Dio degli inganni.

«e che cosa avevi intenzione di testare? Il tempo che ti serve per morire folgorata? Oppure quanto tempo ci voleva a quella strana specie di farti arrosto?» Loki le lanciò una sguardo di disapprovazione. Non le sembrava solo preoccupato. Lui lo era davvero, ed era anche un pizzico irritato.

COME FUOCO E GHIACCIO • Loki •Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora