14: Sentimenti repressi

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Le foglie autunnali svolazzavano ai suoi piedi, un venticello leggero le carezzò il corpo facendole ondeggiare i capelli dietro la schiena, chiuse gli occhi ed ispirò profondamente.

Tra le sue narici si sprigionò odore di foglie bagnate dalla brina e di muschio appena formato.

Il sole le baciò la pelle diafana che dentro alla cella nei sotterrai di Asgard non era stata toccata neppure una volta.

Tutto quello dopo un'anno passato alla luce artificiale era come un sogno.

«ti sei per caso addormentata in piedi?» domandò una voce secca, una voce molto conosciuta e molto fastidiosa.

Spalancò gli occhi e si ritrovò il viso di Loki a due centimetri dal suo le sopracciglia alzate come a dire "tutto bene, persona anormale?"

«ma devi sempre metterti in mezzo dovunque?»

Il Dio accennò un si con la testa, come se fosse palese la risposta.

«sai anche di essere fastidioso, spero» asserì iniziando a camminare, Anche Loki lo fece mettendosi esattamente accanto a lei.

«so' che in percentuale la gente trova i miei discorsi fastidiosi, dispettosi seccanti e quant'altro» confessò inespressivo.

«quindi ricapitolando te ne rendi conto da solo di essere scocciante.»

«adoro esserlo

Lo guardò dritto negli occhi, che non avevano preso nessun tipo di piega mentre parlava, erano rimasti piatti come il suo umore.

Questo le provocò un inaspettata ilarità.

Scoppiò a ridere come una bambina piccola, così da beccarsi una delle occhiatacce fulminee del Dio.

«c'è qualcosa per cui vale la pena ridere?» domandò scocciato il Dio.

«intendi ad esempio la tua espressione sempre contrariata?»

«io non ho un'espressione contrariata» palesò seccato. Si vedeva lontano un miglio che lo infastidiva molto tutto quello.

«se avessi uno specchio ti ci farei vedere, così crederesti alle mie parole» annunciò beccandosi un'altra occhiataccia contrariata che le provocò un'ulteriore risata è che aumentò ancora di il suo grado di irritazione.

«non mi capacito del perché io e te non ci siamo ancora divisi» commentò in fine Loki.

«perché vale la stessa cosa anche nel tuo caso: non riesci a stare senza di me!» proclamò preparandosi per una risposta aspra e incolore.

«è quasi comico il tuo illuderti.» informò grave, lanciandogli l'ennesima sassata.

«comico come ti illudi tu?»chiese per non rimanere senza dire nulla. Odiava essere zittita da Loki.

«e di cosa mi illuderei io?»

Il suo cervello iniziò a correre alla ricerca di qualcosa di sensato da dire, doveva stare attenta a non sbilanciarsi troppo, a non dire una stupidaggine e nemmeno a dire qualcosa a cui avrebbe potuto replicare facilmente.

Alla fine optò per la prima cosa che le venne in mente, ovvero ciò che da molto pensava di dirgli.

«tu, Loki, ti illudi di avermi in pugno, pensi di essere entrato nella mia testa, di essere riuscito ad insediarti in modo tale da avermi reso malleabile ai tuoi voleri, ai tuoi piani.»

Per un attimo il viso di Loki assunse un'espressione sorpresa, che però scomparve subito dopo. Nonostante ciò però, sapeva di aver colpito in fondo con quello che aveva detto.

COME FUOCO E GHIACCIO • Loki •Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora