18: Il tempo del silenzio

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La guardava: il viso febbrile, le guance che perdevano sempre di più colore, la fronte bollente.

Un ciuffo dei suoi capelli mossi e scuri era volato sopra alla faccia attaccandovisi per colpa del sudore.

Guardava il sangue mentre le continuava a sgorgare lentamente dalla ferita aperta dalla freccia.

Si era fidato di lei, e l'aveva ascoltata.

Le aveva tolto quella stupida freccia e aveva atteso che il suo corpo si trasformasse, ma non vedeva alcuna mutazione.

L'unica cosa che vedeva era il suo corpo sempre più smunto, e la sua pelle sempre più pallida, quasi grigiastra.

"Se non mi si fosse gettata addosso, quella stolta" pensò rimuginando su quanto accaduto "ora sarei io ad avere una freccia infilzata chissà dove, eppure lei starebbe bene"

Si ritrovò stupito dei suoi stessi pensieri.

Da quando quella mezzosangue era riuscita ad insinuarsi nella sua vita in quel modo?

Di certo non avrebbe pensato mai di non ritrovarsi d'accordo sul fatto che se qualcuno era così stolto da gettarsi su una freccia per salvarlo, l'avrebbe lasciato fare.

Ma questo suo gesto non gli era piaciuto per niente.

Era riconoscente, questo sì, in fin dei conti gli aveva salvato la vita, gettandosi contro di lui, ma d'altro canto non ne era felice perché vederla soffrire feriva anche lui.

Strano non è così? Lo pensava in continuazione in quel momento mentre la guardava.

Continuava a pensare "strano il modo in cui penso a lei" oppure "strano il modo in cui la difendo" o "strano il modo in cui la guardo, in cui le parlo. Strano che sia riuscita a sciogliermi".

Tutta la situazione era strana, perché lui cercava di trattenersi in ogni modo, lo aveva cercato di fare per tutto quel tempo, aveva cercato di non affezionarsi, di non sbilanciarsi troppo.

Eppure quella donna, quel demone del fuoco...quella dea del fuoco era riuscita ad insinuarsi in profondità nel suo cuore.

«Loki?» Mugolarono le sue labbra, non sapeva se l'interpretazione delle sue parole contorte per colpa del sonno profondo potessero essere quelle eppure lui era sicuro avesse chiamato il suo nome.

Il quell'istante le sue palpebre chiuse iniziarono a tremare, come se fosse nel punto di svegliarsi ma non riuscisse ad aprire gli occhi.

Si avvicinò e le afferrò il capo. Proprio in quell'istante la pelle iniziò a tingersi di nero e rosso.

Era sempre affascinante guardarla mentre si trasformava.

Mentre il suo corpo prendeva le forme di uno degli indistruttibili giganti del fuoco.

Nello stesso istante la sua pelle creò delle scintille di fuoco che diventarono un incendio, le fiamme le ricoprirono il corpo e lui dovette scostarsi perché il calore era insopportabile.

Che cosa stava succedendo? Era normale prendesse fuoco in quel modo?

Le fiamme durarono per un tempo che sembrava interminabile, e si chiese un paio di volte se fosse possibile riuscisse a sopportare davvero tutto quel calore.

Ma alla fine si rendeva sempre conto che se lui era in grado di sopportare temperature bassissime lei era in grado di sopportare temperature molto elevate.

Era nella loro natura in fin dei conti.

Quando le fiamme cessarono di illuminare il cielo nero di Svartálfaheimr velocemente si mise al fianco di Brann, che era completamente nuda, ricoperta solo dalla fuliggine creata dalla combustione e dalla polvere nera di quel posto.

COME FUOCO E GHIACCIO • Loki •Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora