Il nero che l'aveva risucchiata si dissolse molto preso, lasciadogli vedere un bellissimo pavimento in pietra. Purtroppo lo vide troppo tardi per rendersi conto che forse ci avrebbe sbattute il viso contro, infatti non ebbe nemmeno il tempo di mettere le mani davanti a se che ormai il suo naso aveva colpito quel duro pavimento.«ahia!» imprecò ancora distesa a terra portandosi la mano al naso. Era immortale, eppure soffriva come qualunque altra persona quando un portale oscuro si apriva sotto ai suoi piedi facendola precipitare su un duro pavimento in pietra con il naso.
Era immorale quello che le avevano fatto, qualunque cosa fosse.
Anche perché nonostante la sua lunga esperienza con eventi strani questo genere di cosa non le era mai successa prima. Forse perché, prima che arrivasse su Midgard, chiunque avesse cercato di farle scherzi di pessimo gusto sarebbe finito all'inferno, nel vero senso della parola.
Nascondersi tra i Midgardiani aveva fatto pensare alla gente che fosse una smidollata? Una persona che non avrebbe reagito male ad uno scherzo del genere?
Se chiunque era stato a portarla in quel posto, aveva creduto, anche solo per una secondo, che non l'avrebbe presa male, si sarebbe sbagliato di grosso.
Era furiosa, e non solo perché era caduta per circa cinque minuti nel buio e nemmeno perché ora era distesa a terra con il naso che le sanguinava, era furiosa perché sarebbe arrivata un'altra volta in ritardo a lavoro e probabilmente l'avrebbero licenziata.
Alzò lo sguardo con la mano ancora posata nel naso, e davanti a lei proprio a qualche centimetro dalla sua faccia c'era un buffone vestito da mago che la guardava con un aria troppo seria.
Lo sbruffone si avvicinò a lei di qualche passo e in quell'istante, la stanza iniziò a tremare come se ci fosse stato un terremoto, ma al posto di vedere crollare pareti o vasi o quardi, la stanza cambiò all'improvviso e lei si ritrovò a dover sbattere un'altra volta con la faccia nel pavimento, questa volta in moquette.
Si alzò in piedi all'istante prima che la stanza cambiasse ancora sembianze, puntò il suo sguardo rabbioso verso quell'impostore che era seduto comodamente in una sedia dietro un tavolo in mogano
«tu! Sottospecie di mago da quattro soldi! Come osi trattare me con così tanta insufficienza?» esclamò con collera nello sguardo. Sentì in quell'istante gli occhi farsi completamente neri e per poco le fiamme non le uscirono con uno scoppio dalle mani. «dovrei bruciarti l'anima con il mio fuoco, mago impostore!»
«il termine che userei per definirmi è maestro delle arti mistiche.» disse lo stregone con le braccia conserte.
«chi sei, mago?» Domandò scandendo bene l'ultima parola giusto per infastidirlo un po'«cosa vuoi da me?»
«io sono Steven Strange, e devo parlarti di una cosa.» proclamò con una voce fastidiosamente troppo calma. «siediti.» Aggiunse in fine e lei si ritrovò dopo un secondo passato da quando aveva pronunciato quella parola, seduta con un bicchiere di te in mano difronte a lui .
Succedeva a tutte le persone che mettevano piede nella casa del mago quella sorta di stregoneria? E poi perché del tè? Chi beveva tè?
Appoggiò il bicchiere di tè nel tavolinetto accanto alla poltrona dove si era trovata seduta e si alzò in piedi. Era stufa di quella pacifica messa in scena che le sembrava molto patetica.
«potresti smetterla di fare così?» domandò un po' alterata. Di certo se aveva cercato di calmarla offrendogli del tè non ci era riuscito per niente, anzi così facendo l'aveva fatta infuriare ancora di più.
«così come?» chiese il mago con sfacciataggine poco dopo essersi trovata di nuovo seduta con in mano di nuovo quella stupida tazza di tè.
Per non arrabbiarsi ulteriormente impiegò tutta la forza di volontà che possedeva. Anche perché sapeva bene che se l'avesse fatto, avrebbe potuto bruciare il mago e tutta la sua casa, e di certo questo non era ciò che voleva. La sua tacita rabbia verso l'universo non doveva mettere in pericolo ogni persona che si comportava un po' da impertinente.
STAI LEGGENDO
COME FUOCO E GHIACCIO • Loki •
Fanfiction«è da quando ho incrociato il tuo sguardo la prima volta che ho capito chi eri. In quel momento ho visto riflessa nei tuoi occhi me stessa. L'abbandono, il ripudio, la tua corsa controcorrente per cercare di farti capire, per cercare di non essere t...