Capitolo 11 - una persona unica

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Alla fine decisi di vedermi con il ragazzo misterioso. Non ero certa che quello che mi era stato detto fosse vero, d'altronde erano solo delle supposizioni, e mi rimase una piccola speranza.
"Io ci vado lo stesso" annunciai impavida.
"Come? Sei sicura?" Chiese incredula la mia migliore amica.
"Si, voglio mettere fine a questa storia, e capire cosa successe quella notte" risposi con decisione.
"Allora non ti conviene parlare con Jisung?" Chiese giustamente Valentina.
"Si, ma a ogni cosa il suo tempo, mi ha trattata male, aspetterà...per prima cosa voglio parlare con Jungkook" risposi.
Andai in bagno per cambiarmi e misi un vestito molto elegante: era nero e luminoso; lo abbinai con una pochette e dei gioielli d'argento; per le scarpe optai per degli stivaletti bianchi.

Andai in bagno per cambiarmi e misi un vestito molto elegante: era nero e luminoso; lo abbinai con una pochette e dei gioielli d'argento; per le scarpe optai per degli stivaletti bianchi

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Quando finii di truccarmi, mi accorsi che erano le 8.15 di sera, ero in ritardo!
Corsi giù per le scale, così veloce che rischiai di cadere inciampandomi con i tacchi che non ero solita a indossare. Raggiunsi la metro per dirigermi verso l'indirizzo che mi aveva spedito il ragazzo.
"Eccoti, sei arrivata finalmente" disse con tono impaziente.
Gli feci un piccolo sorriso imbarazzato e mi abbracciò.
"Non fa niente cucciola, l'importante è che tu sia venuta" disse con un tono confortevole.
Era vestito molto elegante, sembrava quasi che dovesse sposarsi, però c'è da dire che lui sta bene con qualsiasi abito.

Era vestito molto elegante, sembrava quasi che dovesse sposarsi, però c'è da dire che lui sta bene con qualsiasi abito

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Mi prese per mano e mi condusse al ristorante. Il cameriere ci accompagnò in una stanza con un solo tavolo, una grossa televisione e un comodo divano.
"Wow, hai affittato una camera solo per noi? Sei pazzo, quanto ti sarà costato!" Dissi ridacchiando nervosamente.
"Questo e altro per te" rispose semplicemente.
Ci sedemmo e ordinammo da mangiare. Al centro del tavolo c'era una candela, e vicino ad essa c'era una bellissima rosa rossa. Accese la televisione, la collegò al telefono e mise alcune canzoni di sottofondo.
Dopo aver mangiato, l'atmosfera si fece più interessante.
Ordinammo un dolce da dividere, e quando lo portarono, Jungkook si avvicinò a me con la sedia, e mi imboccò con il cucchiaino da dessert. Presi un po' di panna sul dito e dopo averglielo avvicinato alla bocca, gliela spalmai sul naso. Ci mettemmo a ridere e ci avviciniamo sempre di più.
"Hai l'alito che sa di vino" confessò il ragazzo.
Mi sentii in imbarazzo, e quando se ne accorse, aggiunse: "e mi piace".
Le nostre labbra si avvicinarono sempre di più, ma quando arrivammo sul punto di baciarci, mi allontanai: "devo chiederti una cosa".
Mi guardò dispiaciuto e mi fece segno di parlare.
"Sei tu che hai picchiato Jisung?" Sbottai chiudendo gli occhi per paura della sua reazione.
"Cosa? Mi prendi per pazzo? Secondo te sarei in grado di fare una cosa del genere?" Urlò alzandosi di scatto e mettendosi una mano tra i capelli.
"Io non dubito di te, però avevo bisogno di chiedertelo" risposi.
"Beh, grazie per aver rovinato la serata" disse continuando ad alzare la voce.
Abbassai lo sguardo, avevo paura di aver rovinato la nostra relazione. Si sedette di nuovo, appoggiò una mano sulla mia coscia e con l'altra mi girò il viso per fare si che lo guardassi negli occhi.
"Gli ho promesso di non dire nulla, ma non mi lasci altra scelta" disse.
Promesso? Cos'ha promesso? E a chi? Questo suo atteggiamento continuò a riempirmi la testa di domande senza risposta.
"Adesso ti spiego com'è andata. Jisung si era diretto verso casa sua, dai suoi genitori, per scappare dal manager. Fece una passeggiata nel quartiere, ma gli si avvicinarono dei ragazzi. Io ero lì di passaggio con il cane dei mesi genitori, e quando vidi che questi ragazzi lo avevano accerchiato, mi avvicinai chiedendo se ci fosse stato qualche problema. Erano degli ex amici di Jisung, che volevamo picchiarlo in quando haters. Mi fiondai contro di loro non appena vidi che gli tirarono un calcio. Due dei ragazzi mi trattennero per le braccia e vidi in diretta il pestaggio del povero Jisung. Quando mi liberai riuscii a farli scappare grazie anche all'aiuto del cane, che non ci pensò due volte a difendermi. Per questo ho le nocche graffiate." rispose.
"Mi dispiace tanto, non dovevo accusarti di una cosa del genere" dissi dispiaciuta, afferrandogli le mani e portandole verso le mie labbra. Gli diedi un piccolo bacio, e subito dopo mi accarezzò il viso.
"Però c'è ancora una domanda che devo farti: perché non lo avete detto a nessuno? Che promessa vi siete fatti?" Chiesi dubbiosa.
"Beh ecco, Jisung si vergognava per quello che era successo. Mi chiese di non dirlo a nessuno. Dopo di che parlammo di te, e arrivammo a una conclusione. Dato che piaci a tutti e due abbiamo pensato all'opzione più semplice: quello che avresti scelto tu..." rispose.
Mi guardò negli occhi, come se attendesse una risposta, ma poi continuò a parlare: "Jisung ti ha trattata malissimo, quindi non ci ha più provato con te, perché sapeva che ormai tra di voi era finita".
Decisi di non dirgli niente della lettera, perché l'unica certezza che ho, è che con Jungkook starò meglio. Voglio sistemare le cose con Jisung, ma non penso che possa esserci qualcosa oltre l'amicizia.
"Veronika, tutto bene?" Chiese premuroso.
Annuii, anche se in realtà ero immersa nei miei pensieri.
"Bene, dato che abbiamo risolto questo casino, credo sia arrivato il momento di farti sentire la donna più importante e fortunata di tutto il Pianeta" disse facendomi venire la pelle d'oca.
Tirò fuori dalla tasca un cofanetto e me lo consegnò.
Lo aprii lentamente e trovai al suo interno un bellissimo bracciale d'argento, con due piccoli cuoricini: su uno c'erano le sue iniziali, e sull'altro le mie.
Lo guardai emozionata, lo abbracciai, e senza accorgermene mi attaccai alle sue labbra.
Ci facemmo trasportare in un armonioso bacio, al ritmo di musica.
"Ho un'altra sorpresa per te baby" mi sussurrò all'orecchio.
Mi prese per mano, e mi condusse davanti a uno degli hotel più costosi della città di Seul.
"È incredibile, mi sento davvero la donna più importante e fortunata del mondo" annunciai.
Ci condussero nella camera che Jungkook aveva riservato per una notte: era enorme, in una stanza c'era un bellissimo salotto, in un altra un letto matrimoniale e poi un lussuoso bagno oltre che una piccola cucina dotata di tutto l'essenziale.
"Vieni mia principessa" disse il ragazzo conducendomi in sala. Mise un film alla TV, ma dopo 5 minuti dal suo inizio, finimmo uno addosso all'altro, e ci facemmo trasportare da un emozionante bacio.
Sul tavolino c'era una bottiglia di champagne pronta per essere stappata. Mancò veramente poco perché Jungkook colpisse il pregiato lampadario con il tappo della bottiglia. È sbadato come me. Versò il vino in due bicchieri di vetro, e iniziammo a bere.
"Che ne dici di metterci comodi? Ho visto che in bagno ci sono degli abiti da notte" dissi con espressione stanca.
"Certo, e beh quegli abiti li ho scelti io personalmente" rispose con una sensuale risatina.
Andai in bagno, mi lavai il viso, poi i denti, e poi diedi anche una lavata al resto del corpo. Mentre mi stavo vestendo vidi la porta aprirsi leggermente: "ehi, non sono ancora pronta!" Urlai imbarazzata.
Dalla porta apparve Jungkook in mutande.
"Di cosa ti vergogni, ci siamo già visti nudi" replicò il ragazzo.
Diventai rossa come un pomodoro, mi prese per mano e mi portò a letto. Iniziò ad accarezzarmi il viso, per poi passare al resto del corpo. Mi afferrò le mani e le appoggiò sul suo corpo decisamente perfetto.
Dopo aver fatto l'amore ci coricammo uno di fianco all'altro, tenendoci mano nella mano.
"Voglio ufficializzare la cosa, amore" disse il ragazzo mentre mi accarezzava la schiena.
Lo guardai negli occhi e lo baciai.
Ci addormentammo abbracciai, non avevo mai dormito così bene. Per un momento mi venne in mente quella sera in cui dormii con Jisung, ma ormai era acqua passata. Eppure quel ragazzo continuava a entrarmi nella testa, nonostante avessi fatto la mia scelta.

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