Capitolo 2 - la decisione

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Passò un mese, e finalmente presi la mia decisione: la Spagna. Si trova vicino all'Italia, quindi sarei potuta tornare a casa senza troppe difficoltà. Inviai l'email alla FEI, che tempo 2 ore mi rispose:
Siamo spiacenti di informarla che il maneggio "Somos a caballo" è stato colpito da un brutto incendio. Fortunatamente i cavalli stanno bene, ma la struttura non sarà agibile per un anno.

Cercai immediatamente la notizia su internet e con grande piacere scoprii che nessun cavallo è stato ferito gravemente o addirittura morto.
Dopo questo accertamento tornai alla mia decisione. La affidai al fato. Presi una penna e feci dei bigliettini con i nomi dei maneggi.
Ne sorteggiai uno:
Seul.
Per la Corea ne era segnato solo uno, poco fuori Seul.
Annunciai la notizia a Veronika che per poco non svenne dalla felicità.
Quando lo dissi a Laura fu molto triste, ma allo stesso tempo era fiera di me.
Nel frattempo avevamo terminato il recinto, e Heartbeat era diventato ufficialmente un "cavallo da compagnia". Lui e mio padre crearono un legame speciale. Quando lo comprammo si mostrò come un cavallo molto diffidente e antipatico, ma nel corso degli anni riuscii ad ottenere la sua fiducia, mentre mio padre in poco più di un mese riuscì a creare un legame indescrivibile.

...

Finalmente è arrivato il giorno della partenza. Gli ultimi mesi li passai il più possibile vicino a Heartbeat e i miei genitori.
Io e Veronika partiremo insieme, prendendo lo steso volo e soggiornando nello stesso hotel, il mio pagato dalla FEI e il suo dall'Università.
Una volta arrivate all'areoporto di Torino salutammo i nostri genitori che trattenevano a stento le lacrime.
Terminate le 12 ore di volo cercammo disperatamente di orientarci nell'aeroporto più grande mai visto. Fortunatamente Veronika conosceva qualche parola in coreano.
Quando arrivammo in hotel chiamammo i nostri genitori, e dopo aver mangiato qualcosa ci mettemmo a dormire.

Era domenica, quindi entrambe avevamo il giorno libero. Decidemmo di fare un giro per Seul e Veronika mi portò davanti alla JYP Entertainment con la speranza di incontrare qualche Idol. Per sua sfortuna non ne passarono ma ne approfittò per acquistare del merchandising.
Dopo di che tornammo a visitare la città: salimmo sulla Soeul Tower, passammo per il quartiere dello shopping continuando verso il più grande mercato coreano. Visitammo anche il museo di arte moderna e contemporanea, e decidemmo di fare merenda in uno dei bar più caratteristici della città.
Fu una giornata molto lunga ma divertente, e scattammo un mucchio di foto da postare sui social.

Alla sera cenammo in hotel per non rischiare di andare a dormire troppo tardi.

La mattina seguente Veronika si svegliò verso le 6, essendo molto lenta a prepararsi.
Uscì di casa alle 8, quando io mi svegliai.
Dopo essermi messa un paio di pantaloni da equitazione rossi, una thirt, una felpa e una giacca, partii per "la mia nuova avventura". Siamo a Gennaio, quindi fa parecchio freddo.
"A quest'ora sarei potuta essere in Spagna, dove il clima è più caldo" pensai ad alta voce.
Presi la metropolitana per arrivare al maneggio, e in meno di 10 minuti mi ritrovai davanti alla grande struttura: l'entrata era accompagnata da un alternarsi di siepi ed alberi; i box erano enormi, e ce ne saranno stati come minimo 500. La struttura era dotata di 6 campi, di cui uno più piccolo e gli altri grandi, alcuni coperti e altri no; c'erano altrettanti tondini e 3 giostre, oltre che un reparto di massaggi e riabilitazioni per i cavalli. In pratica mi trovavo nel paradiso equestre.

I proprietari mi accolsero con un grande sorriso e facendo un piccolo inchino. Per fortuna capiscono l'inglese, e io me la cavo abbastanza bene.
Mi mostrarono subito i cavalli che potevo montare ed eventualmente comprare:
Il primo che mi mostrarono è un bellissimo baio alto 180 cm

Mi mostrarono subito i cavalli che potevo montare ed eventualmente comprare:Il primo che mi mostrarono è un bellissimo baio alto 180 cm

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