Capitolo 36 - ritorno

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Finalmente era arrivata l'ora di andare ad accogliere il mio fidanzato all'aeroporto. Decisi di prendere un taxi in quanto non c'erano autobus che sarebbero arrivati in tempo. Quando entrai in aeroporto, cercai a fatica di orientarmi e dopo qualche minuto, mi trovai davanti al loro gate di uscita, dove si trovavano già un mucchio di giornalisti con le telecamere per intervistarli.
Ovviamente non avrei dovuto correre verso Jungkook perché mi avrebbe vista tutto il mondo, e avrei dovuto dire addio a quel ragazzo, quindi mi mescolai tra le fan impazzite, che non vedevano l'ora di incontrarli.

All'arrivo del gruppo musicale, iniziò un frastuono di applausi ed urli, mentre il gruppo continuò a camminare per la sua strada, salutando, ma senza parlare. Jungkook, invece, cercava disperatamente la mia immagine, e quando i suoi occhi incrociarono i miei, mi deliziò con un bellissimo sorriso che potei benissimo notare dietro la mascherina: i suoi occhi avevano formato delle dolci rughette e il suo viso si era leggermente inarcato, come un cucciolo.

Mi diressi verso l'uscita dell'aeroporto dove presi di nuovo il taxi per tornare all'hotel. La limousine che attendeva i BTS li avrebbe condotti alla Bighit Entertainment, ma dopo qualche ora, Jungkook sarebbe potuto essere tra le mie braccia.

Lo aspettai e nel frattempo preparai un delizioso aperitivo: cucinai dei salatini e delle pizzette, in dispensa avevo delle patatine e decisi di fare anche qualche tartina al salmone e tagliare qualche fetta di salame.

Sentii il campanello e, super emozionata, andai ad aprire. Dietro di essa mi si presentò Jungkook, vestito in modo comodo, probabilmente si era cambiato prima di venire qui. Quando entrò in casa, lasciò da parte la valigia, e mi strinse forte a sé, dicendo: "mi sei mancata amore mio".
Mi aggrappai al suo corpo, e il ragazzo mi sollevò con facilità facendomi fare una piroette; dopo di che, mi prese in braccio e mi baciò in bocca.
"Ti ho preparato un aperitivo" annunciai soddisfatta del mio lavoro.
Mi ringraziò e si sedette al tavolo con me.
"Cos'hai preso da bere?" Chiese impaziente il ragazzo assetato.
"Delle birre" risposi tirando fuori le bevande dal frigorifero.
Mentre mangiammo mi raccontò della loro "gita" e di come si fossero divertiti in America.
"Quando siamo arrivati ci hanno portato in un hotel stratosferico! Abbiamo avuto la possibilità di incontrare tantissimi cantanti famosi, e farci conoscere come esponenti del kpop. Ci hanno fatto un mucchio di interviste, e la nostra popolarità è aumentata in modo esponenziale" raccontò.
"A proposito di questo...ho visto un'intervista, in cui palesemente ce l'avevi con me, e quando la giornalista ci ha provato con te, non hai neanche provato ad allontanarla" sbottai abbassando lo sguardo e cercando di non piangere, mentre il mio cervello continuava a farmi vedere ripetutamente quella scena.

Abbassò anche lui lo sguardo, probabilmente sentendosi in colpa, e poi, afferrandomi le mani, disse: "mi dispiace tanto amore, ero incazzato. Non voglio ferirti mai più".
Lo abbracciai e gli diedi un bacio sulla fronte.
"A me dispiace di non averti risposto quella sera. Ero giù di morale" ammisi guardandolo negli occhi.
"Sei stata una stronza" rispose ridendo per smorzare la triste atmosfera.

Essendo che Jungkook era molto stanco, e io non vedevo l'ora di tornare a dormire con lui, decidemmo di cambiarci per metterci a dormire.
Lui rimase in mutande, e mi aspettò mettendosi nel comodo letto, mentre io indossai una camicia da notte direttamente regalata da lui.

Quando mi presentai alla porta, vidi che gli occhi del ragazzo erano completamente assorti dalla mia presenza. Mi avvicinai, e mi coricai di fianco al ragazzo che non riusciva a staccare gli occhi da me.
"Ti sei incantato?" Chiesi ridacchiando imbarazzata, mentre lui mi sorrise e mi passò una mano tra i capelli, per poi appoggiarla al viso e accarezzarmi la guancia con il pollice. Gli passai una mano sul braccio completamente tatuato, e inziai a giocare con le sue dita e con i tatuaggi.
Mi diede la mano, e dopo essersi leccato le labbra, mi baciò.
"Mi era mancato tutto questo" sussurrò al mio orecchio, mentre con una mano mi accarezzava la schiena, per poi avvicinarsi sempre di più alle cosce. Fu il momento più appassionante e intimo di tutta la mia vita: i suoi occhi mi puntavano come delle frecce, la sua mano era così delicata sulla mia pelle, mentre io giochicchiavo con il suo piercing al labbro.
Si mise sopra di me, togliendosi le mutante per mettersi completamente al mio servizio. Iniziammo a baciarci, e continuammo quel bellissimo rapporto colmo di sensazioni uniche.

Una volta terminato, si coricò a fianco a me, continuando a passare la mano sul mio corpo, in un modo molto dolce e delicato.

"Stavo pensando a una cosa" rivelò girandosi a pancia in su per guardare il soffitto dove avevo appeso alcune stelline fluorescenti. Gli chiesi di spiegarmi il suo pensiero, e continuò a parlare: "dato che questa non sarà l'ultima volta che me ne andrò, e che i vestiti non bastano per far sentie la presenza di una persona...".
"Continua" chiesi emozionata, cercando di capire cosa volesse dire.
"Vorrei prendere un cucciolo" concluse girandosi di nuovo verso di me per poter guardare in diretta la mia reazione.
Mi sorpresi e sbarrai gli occhi.
"Che c'è? Non ti piacciono i cani?" Chiese deluso.
"No, tutt'altro, sono solo sorpresa" annunciata aggrappandomi al suo collo per poterlo abbracciare. Mi sorrise e iniziammo a cercare sul telefono dei canili dove poter prendere un cane.
"Sei d'accordo con me del fatto di prenderlo dal canile?" Chiese.
"Certo, fosse per me li adotterei tutti!" Esclamai felice.
"Guarda questo, è un barboncino così carino" esclamai.
"Preferisco i cani grandi" rispose facendo l'occhiolino.
"Ma siamo in un alloggio" contestai.
"Si, ma abbiamo un pezzo di giardino che dovrebbe bastare, e la casa è molto grande, inoltre ce ne occuperemo insieme" continuò convincendomi con le sue parole da sognatore.

Gli sorrisi e gli chiesi di continuare a guardare i cani.
"Che te ne pare di questo?" Chiesi entusiasta.
"Bello, mi piacciono i pastori tedeschi" annunciò contento.
"Domani stesso andiamo al canile per vederlo" continuò. Annuii e appoggia la testa sul suo petto.
"Forse è meglio chiamare prima" contestai tornando a guardarlo negli occhi.
"Hai ragione amore, tuttavia penso che a quest'ora non risponderà nessuno. Proverò domani mattina" concluse accarezzandomi il viso con il pollice.

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