Loyal Swan | Vkook

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Questo capitolo voglio dedicarlo a Seagulla_02 , MaybelilVante , Lilitt4e , @biancaneveei6nani e @Daisy_of_light perché da sempre presenti all'inizio di questa storia. I vostri nomi sono difficili da dimenticare. Grazie di aver seguito Loyal Swan e di avermi aspettata.

JUNGKOOK POV

Mi sentivo confuso, triste, abbandonato ma soprattutto tradito. Tradito perchè, nonostante le dolci parole e promesse sigillate, Taehyung mi aveva mentito e non ci aveva pensato due volte a tenersi la verità tutta per sè. La mia testa scoppiava e il mio umore era visibilmente peggiorato.

Subito dopo scuola, mi ero recato alla tana in compagnia di Jimin. Taehyung mi aveva fatto promettere di starne fuori ma non potevo lasciare che andasse incontro alla morte senza prima dargli un degno saluto. Per cui, una volta usciti da scuola, avevo fatto salire Jimin sulla mia moto ed ero sfrecciato verso la tana, pronto ad accogliere Taehyung tra le mie braccia almeno per qualche minuto.

Nel salotto vi erano alcune persone raggruppate mentre la porta della stanza di Jinyoung era chiusa. Con molta probabilità lo avevano lasciato riposare. Jimin mi aveva raccontato quello che Jinyoung aveva dovuto subire e mi aveva informato su come quella giornata, di un anormale e pericoloso sabato, si sarebbe svolta. Con mia sorpresa Suga si era lasciato andare e aveva raccontato per filo e per segno il piano a Jimin in un momento di debolezza per farlo stare più tranquillo. Ero più che certo che non si sarebbe aperto con lui rivelandogli tali informazioni se quest'ultimo fosse stato lucido. Di solito sono sempre molto riservati, soprattutto quando c'è in gioco la nostra vita.

Anche la risposta tagliente che Taehyung mi aveva dato nel suo ufficio quando gli chiesi delle armi. Aveva risposto con durezza e mi aveva ordinato di starne fuori davanti a tutti. All'inizio l'avevo presa come una sfida ma poi mi ero messo nei suoi panni ed avevo capito che avrei fatto la stessa identica cosa se fossi stato al suo posto. Non avrei mai permesso al mio ragazzo, senza esperienza sul campo, di partecipare ad una missione senza probabile ritorno.

Ma era anche lo stesso motivo per cui non volevo che questi mettessero in atto il piano per quanto sapessi che era la cosa giusta da fare. Ogni volta che Taehyung aveva avuto dei problemi, da quando lo avevo conosciuto, era sempre stato messo in pericolo da quei dannati deficienti dei Golden Eagle, incluso Suga. Ma avendo ormai Suga dalla nostra parte, non restava che fare fuori il grande capo: il cattivo Kim Sehun.

Ero d'accordo con loro, anche perchè se non lo fossi stato non sarebbe cambiato nulla, anzi, non avrei fatto che peggiorare le cose. Era per questo che mi ero recato alla tana in fretta e furia per mostrare a Taehyung il mio pieno supporto. Sapevo che non avrebbero agito prima del tardo pomeriggio e che Suga sarebbe dovuto passare dai suoi in tarda mattinata, per questo ero convinto di trovarli tutti riuniti nel loro ufficio.

"Non dovremmo annunciare la nostra presenza?" Chiese Jimin sottovoce guardandomi di soppiatto.

Avevamo salito le scale in fretta e furia e il povero ciuffo rosa aveva dovuto seguire i miei passi sin dall'uscita della scuola, nonostante sapessi che questi erano fin troppo veloci per uno come lui. Era voluto venire con me perché sapeva che avrebbe trovato Suga e aveva pensato di fare la stessa cosa: salutarlo prima della fine.

Non gli avevo chiesto nulla del loro rapporto perché sapevo che un giorno sarebbe stato lui il primo a volermene parlare. Le priorità erano altre. L'unica cosa di cui ero certo era che avrei dovuto riporre in lui la stessa fiducia che lui aveva riposto in me. Era stato un colpo duro per me sapere che anche Jimin voleva trovarsi in compagnia del cattivo della situazione, con cui mi ero dovuto battere e che per poco non aveva ucciso Taehyung. Ma ora capivo cosa significasse per lui vedermi fuggire da scuola per andare incontro ad una vita all'insegna del pericolo e colma di ragazzacci. Non potevo impedirglielo, potevo solamente sperare che tutto andasse per il meglio e controllare che non facesse cazzate più grandi di lui.