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TAE POV

Speravo che il ragazzino avesse capito il mio messaggio e che, per questo, tenesse la bocca chiusa.

Non sapevo cosa ci facesse in casa del Re, ma dalla prepotenza con cui era entrato nell'ufficio supponevo fossero molto legati, a meno che non avesse intenzione di farsi uccidere.

Chiusi le porte lasciandoli da soli e spinto dalla curiosità mi avvicinai a Johnny.

"Taehyung."

Mi fece un cenno alzando in mento, salutandomi.

"Devo chiederti una cosa."

Un sorriso malizioso spuntò sulla sua bocca.

"Sono etero, lo sai bene." Disse ridendo, alludendo alla volta in cui ci avevo provato con lui tempo prima

A me non aveva fatto per niente ridere.

Quando notò il mio sguardo serio si ricompose pronto a sentire la mia domanda.

"Chi è il ragazzo che è entrato nell'ufficio del Re?"

"Suo nipote, perchè?"

"Curiosità... ha interrotto la nostra riunione."

Annuì.

Lo ringraziai e lo salutai con un gesto della mano prima di fiondarmi macchina e restare a fissare il vuoto per qualche istante.

E così il ragazzino era il nipote del Re?

Ero rimasto sconvolto da quella notizia.

Deglutii al pensiero di quello che il Re avesse potuto farmi se avesse scoperto che mi ero quasi scopato il suo nipotino.

Questa storia non doveva uscire dalla bocca di nessuno.

Pregai, nuovamente, che il ragazzino tenesse quella dannata bocca cucita.

La mia curiosità, incentrata sulla posizione de corvino all'interno del clan, mi aveva spinto a fare qualcosa che non mi sarei mai aspettato.

Gli avrei chiesto di persona come mai non mi avesse rivelato la sua identità.

Ero certo che fosse il nipote del Re, quindi avrebbe dovuto per forza essere a conoscenza dei suoi giri.

Per cui, a rigor di logica, doveva anche sapere cosa stesse a significare il simbolo sulla mia giacca.

Accesi il motore e mi recai di nuovo a Seoul, non a casa mia, ma davanti all'abitazione del ragazzino.
Dovevo capirci qualcosa.

Ero veramente rimasto confuso dalla sua entrata inaspettata nell'ufficio del Re.

Parcheggiai di fianco alle mura della casa e mi misi ad aspettare pazientemente che tornasse, sperando che non si fosse fermato a dormire dal nonno.

Erano passati dieci minuti da quando avevo fermato l'auto e avevo iniziato a fissare il vuoto lasciando che i miei pensieri offuscassero la mia mente, così decisi di scendere e appoggiarmi sulla portiera per fumare.

Accesi la sigaretta e controllarmi l'orario sul mio costoso orologio.

Era passata un'ora dall'accaduto e il mio telefono non era squillato, quindi mi tranquillizzai leggermente.

Se il ragazzo avesse aperto la bocca, raccontando al nonno di essersi già imbattuto in me più volte, probabilmente in questo momento sarei in ginocchio ai piedi del Re, implorando il suo perdono per le mie azioni imperdonabili e sconsiderate.

Ero seriamente preoccupato per la reazione che avesse potuto avere il Re, ma allo stesso tempo questa improbabile situazione in cui mi ero cacciato mi eccitava.

Loyal Swan | VkookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora