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JK POV

Avevo provato più volte a cercare il Signor Kim al casinò.

I primi due giorni della settimana li avevo praticamente passati fuori da questo, aspettando che lui si presentasse, ma purtroppo non ero riuscito a scorgere la sua figura neanche una volta.

Quando era ormai chiaro che non lo avrei trovato al casinò, provai in tutti modi a sforzarmi di ricordare dove fosse casa sua ma la mia mente sembrava non voler collaborare.

Ero passato a casa sua due volte, ma, la prima volta che ci ero stato, ero rimasto a fissare il tappetino sotto il mio sedile per tutto il tempo, dato che ero ancora terrorizzato dall'avvenimento di poco prima, alla festa.

Mentre la seconda volta ci eravamo soltanto passati d'avanti, ma non avevo prestato troppa attenzione perché ero troppo concentrato sul suo viso e sulla linea della sua mascella così affilata e attraente, cercando di imprimere il suo aspetto nella mia mente.

Ero arrivato a venerdì mattina ma non ero ancora riuscito a calmare la mia curiosità.

La voglia di scoprire informazioni preziose sulla vita di mio padre era troppa.

Jimin mi aveva pregato di lasciar perdere durante la settimana, forse avrei dovuto dargli ascolto, ma non riuscivo a smettere di pensarci.

Era diventato un pensiero fisso.

Avevo provato a chiamare il nonno due volte nell'arco di quattro giorni, ma una volta mi aveva risposto una signora della servitù dicendomi che non era in casa.

E l'altra, mi aveva risposto un tale di nome Johnny, che sapevo essere il suo segretario.

Mi tirai i capelli respirando a pieni polmoni per poi lasciare uscire l'aria, buttandomi a peso morto sul letto.

Si erano fatte le sei del pomeriggio ed ancora non ero riuscito a venirne a capo trovando la soluzione ai miei problemi.

Ma poi mi venne in mente un'idea.

Se la montagna non va da Maometto sarà Maometto ad andare alla montagna.

Così mi tirai su di scatto e corsi in dependance per chiedere a Mina di chiamare l'autista.

Sarei andato a Busan, da mio nonno.

"Sei sicuro JungKook? Il nonno sarà impegnato..."

"Mina, ho bisogno di parlargli di una questione urgente, devo andare."

Annuì mostrandomi un piccolo sorriso e chiamò l'autista che arrivò in meno di 5 minuti.

Avevo la foto di mio padre con me, speravo veramente che mio nonno potesse darmi qualche informazione.

Salii nella limousine pensando alle giuste parole da dire al nonno per cominciare la conversazione.

Il viaggio in macchina sembrava durare un'eternità, ero seduto nel retro dell'auto impaziente di arrivare e di riuscire ad estrapolare qualunque cosa che mi potesse portare a compiere il mio obiettivo.

Quando finalmente l'auto entrò e si fermò nel lungo viale della casa del nonno, ringraziai l'autista e uscii dal veicolo pronto a fare domande, non accorgendomi della presenza di un'altra auto vicino alla mia.

Salutai ogni persona della servitù che mi trovavo di fronte e quando stavo percorrendo i primi passi dell'ingresso della casa i miei occhi si fermarono ad osservare un grande quadro a cui non avevo mai fatto molto caso.

Nel quadro era dipinto un grande cigno nero, con delle gocce di sangue che fuoriuscivano dai suoi occhi come delle lacrime dagli occhi dell'animale.

Loyal Swan | VkookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora