Capitolo 6

7.2K 473 9
                                    

Giulia.
Quando ho trovato Elia che stava per essere ucciso, mi è preso un groppo alla gola così mi sono precipitata a chiamare i suoi amici,in lacrime per quel povero ragazzo che mi aveva parlato il giorno prima in discoteca.
Non faccio altro che pensare al sangue di Elia che gli scorreva sulla faccia, per quanto possa fare la fredda nei suoi confronti, mi piace, punto, non posso non ammetterlo.
Il giorno dopo a scuola non c'è una bella atmosfera, Elia e i suoi compagni sono a terra, i sorrisi che di solito riscaldano l'ambiente non ci sono più. Mi dirigo verso di lui e gli poggio la mano sulla spalla, lui si gira, ha gli occhi lucidi- buongiorno- dico un po' timidamente -Hey- dice lui con una voce troppo fioca e smorzata -ti va se ci vediamo in questi giorni?- chiedo
-cos'è adesso non sono più il ragazzo antipatico e arrogante?- risponde girandosi dall'altra parte.
- si lo sei ancora evidentemente pensavo fossi diverso, ma sei solo come tutti gli altri- incrocio le braccia
-bene allora vai via tanto conoscerci è stato un errore-
-si me ne vado ciao- non aspetto nemmeno che risponda ,giro, e vado via. Sono stata troppo dura, dovevo capirlo, non è facile perdere un amico.

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
-ma riuscite ad avere un dialogo umano?- mi chiede Gloria scuotendo la testa, -ma lascialo perdere, non è per te Giulia- continua Rebe, io invece penso che sia lui, lo penso perché quando passeggiavamo, lui era diverso, parlavamo scherzavamo come due persone normali.
-forse sta così per Tommaso- dico tristemente, - si molto probabile- mi consola Gloria e Rebe annuisce.
Mentre loro parlano dei loro discorsi io mi metto su Facebook ed ho un messaggio da parte di Elia,magnifico.
-perché hai chiamato gli altri potevo vincere,sai a cosa mi riferisco-
-non mi sembravi in condizioni di vincere mi dovresti ringraziare-
Sono nervosa ,se mi deve parlare così è meglio ignorarci.
-si certo ti ringrazio,come te ti sei scusata le due volte che mi sei venuta addosso-
-simpatico, adesso basta però non mi va più di litigare-
-allora stammi lontana-
-no tu stammi lontano-
-credo sia impossibile c'è una specie di calamità-
-smettila-
-Hey calma stavo scherzando-
-non era carino-
-quando mai è carino qualcosa con te?-
-non ho tempo di stare dietro di te ciao-
-ti vedo-
A questo messaggio alzo lo sguardo per vedere se lui è lì o no, ma non vedo nessuno.
-dove sono allora?-
-sei seduta al bar centrale con Gloria e Rebecca-
-dove sei?-
-vado all'ospedale per vedere Tommy prima che lo mettono in bara e ti ho vista-
-ok-
-vedi siamo fatti per stare insieme-
-non iniziare di nuovo-
Lo odio quando fa così giuro, decido di spegnere il telefono.
-finalmente decisa di parlare anche con noi- scherza Rebe. -guarda è uno stress- dico sospirando. La serata trascorre molto veloce, ma ancora penso a lui, le immagini di Elia a terra e in lacrime per un amico perso,mi fanno stare male per lui. Ma non posso, non può essere che io mi dispiaccia per qualcuno non è mai successo!.
Quando rientro a casa mi butto sul divano e cerco di evitare i commenti di mia mamma su Tommaso, anche se non lo conoscevo, non voglio sentir parlare di lui per Elia, ancora lui in testa, non è possibile. Non posso farmi distrarre sempre da lui, anche adesso che sto guardando Vampire Daires penso a lui, mi ricorda tantissimo i vampiri, così spengo e me ne vado a letto cercando alternative per non pensarlo.

Oltre lo sguardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora