16. Golden

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Golden he's broken
and I hoping someday you'll open
and I know that you're scared
because I'm so open

Roma, città eterna. Alessandro scese dal treno scontrandosi nell'immensità della capitale, lo specchio dalla sua anima. Da quel momento in poi avrebbe lottato con le unghie e con i denti per vincere quel conflitto con se stesso che, purtroppo, lo aveva derubato furbescamente di tutti i suoi affetti. Quella era la sua ultima possibilità di ricomporre il puzzle, mettere ogni pezzo al proprio posto, ritrovare se stesso e chissà, forse ricercare persino il coraggio che gli era mancato per lottare. Nonostante la timidezza, il rumore della città lo prese per mano, strinse le sue dita timide e lo condusse verso gli Studi Elios, preparandolo alla lotteria del futuro.

«Ciao Alessandro!» difronte a lui, una schiera di ex alunni della scuola, ormai musicalmente affermati, pronti a giudicare la sua performance «buonasera» accennò un sorriso che tentò di riscaldare il gelo dello studio vuoto «lui è un candidato molto particolare» Maria De Filippi, che assisteva ai provini, prese parola «abbiamo dovuto convincerlo per venire, la candidatura è avvenuta grazie alla sua ragazza» Luna c'era sempre, anche quando il vuoto della sua assenza urlava il contrario. «Confermi?» Chiese Giordana Angi, la professionista che lo avrebbe, in parte, giudicato «non è più la mia ragazza» si grattò la nuca imbarazzato, prendendo posto al pianoforte che era stato posizionato al centro del palco per lui «È un vero peccato, ora vi leggo quello che lei scrive su di lui» Maria si interruppe, recuperando un foglietto «É una candidatura indiretta, che probabilmente pagherà il prezzo di una rottura, ma questo cantante merita più di chiunque altro, con amore, Luna» ci fu un attimo di silenzio, le pareti dello studio sembrarono stringersi attorno al suo corpo. Che cosa aveva combinato a quella povera anima? L'aveva staccata a morsi, sfregiata e calpestata, non ci aveva capito niente. Quelle parole lo costrinsero a sbattere ripetutamente le palpebre, sfregarsi gli occhi e schiarirsi la voce, nella speranza di ricordare la musica «Ti conviene stupirci allora, se c'è qualcuno che ha creduto così tanto in te, da rischiare di perdere se stessa» Giordana si sbilanciò, percependo il dolore di quelle parole. Le storie dolorose non le erano mai piaciute, né tantomeno i bei volti travestiti da rockstar, capaci di rendere la musica un'arma a doppio taglio, piuttosto che un anello di congiunzione.
«Puoi iniziare» Maria gli fece segno.

Qualche volta innamorati
Con gli occhi di quegli angeli
Anche se non conosco il loro volto
Ma la gente sì, certe gente
Dice di sì

Socchiuse gli occhi, tentando di scacciare quell'angelo che aveva tentato di bussare alle porte del suo inferno.

Ho una palma davanti a me
Ma non sono al mare
Sai perché
Qualche volta mi piace portarmi
Dei pezzi via con me
Via con me
Passano treni qui di fronte a me
Ma non sono
Quelli che mi portano dove sei
Dove sono io
Dove voglio io
Volano giorni qui davanti a me
Ma non sono stanco di urlare
Sogni al cielo
Aspettando che ricadano

Il cuore sanguinava per la sua musa e per quel treno che non lo avrebbe mai più ricondotto alle sue mani.

E ogni tanto penso di
Potere in qualche modo illudermi
Non esiste una distanza percorribile
Che cambi il tuo essere
Quindi sei, quel che sei

Non smettere di riflettere la tua luce

Passano treni qui di fronte a me
Ma non sono
Quelli che mi portano dove sei
Dove sono io
Dove voglio io

Un attimo di silenzio, prima di caricare la voce e prepararsi alla burrasca.

Volano giorni qui davanti a me
Ma non sono stanco di urlare
Sogni al cielo
Aspettando che ricadano
Volano giorni qui davanti a me
Urlando sogni al cielo
Aspettando che ricadano

E chissà chi avrebbe raccolto quei sogni urlati al cielo a squarciagola.

«Complimenti, hai una bella storia» Giordana lesse tra le righe, appuntando delle considerazioni su un quadernetto bella voce, atteggiamento insicuro, trasmette emozione nonostante la confusione «grazie» si grattò i gomiti piegando leggermente il capo verso sinistra «Alessandro, toglimi una curiosità, a chi hai pensato cantando questa canzone?» gli domandò Maria, mentre lui si schiariva la voce cercando il coraggio per rispondere «Maria, non è chiaro? Ha pensato a lei» Giordana rispose al suo posto «vai, Sogni al cielo, ti richiameremo noi» lo congedò «grazie mille» salutò educatamente i presenti, emettendo un sospiro di sollievo.

Che probabilmente pagherà il prezzo di una rottura quelle parole lo perseguitarono durante l'intero viaggio di ritorno a Milano, nonostante quel giorno avesse posto il primo tassello per la sua rinascita il senso di colpa si aggrappò al suo petto, era colpevole di aver fatto accadere proprio tutto ciò che Luna aveva previsto, rispondendo a tutti i cliché . Lei sapeva che avrebbe perso, ma aveva scelto lui, la sua musica, la felicità che il ragazzo stava iniziando a raccogliere, e che voglia di ritrovarla e scusarsi all'infinito per tutta la frustrazione con cui l'aveva fustigata.

Un'altra stazione spoglia, mille persone che correvano da una parte all'altra, la stanchezza che gli appesantiva le gambe. Alzò lo sguardo, due occhi nei suoi. Luna era lì, difronte a lui con i capelli arruffati di chi si era crogiolata l'intera giornata nell'indecisione di raggiungerlo e sostenerlo, nonostante gli adii «amore mio» un sussurro da parte di lui che non raggiunse le sue orecchie «sono fiera di te» corse verso di lui per abbracciarlo «sei venuta per me?» la voce carica di speranza «Ale, io non ti abbandono» confermò la sua domanda «sono così felice che tu sia qui» continuò a stringerla, esitando a posare gli occhi sui suoi «sei un casino» posò un bacio sulla sua spalla «vieni» ed eccoli lì, mano per la mano per le strade trafficate «ti riporto a casa» disse lei mostrandogli le chiavi della macchina «non ci credo, hai preso la patente!» esclamò stupito «però guido io» le strappò le chiavi dalle mani facendola sbuffare «sei un caso perso» disse entrando nell'auto, lui esitò prima di inserire la chiave «Luna» si voltò verso di lei «eh» si dondolò lei «mi manchi da morire» una carezza sul volto, un'altra sul cuore.

Sweet Creature /Alex Wyse/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora