L'indomani mattina, Eren andò a lavoro poco riposato ma decisamente soddisfatto per aver concluso al meglio l'incarico assegnatogli da un nuovo cliente.
Aveva anche gradito la chiacchierata avuta con la persona che gli aveva mandato il messaggio la sera precedente, ancora senza volto.Non sapeva ancora bene chi si celasse dietro quello schermo, ma quell' individuo gli piaceva.
Avrebbe volentieri scambiato altre due parole con lui – sempre se di un lui si trattasse.Il capo gli assegnò un altro incarico ed Eren si mise subito al lavoro alla sua postazione, scambiando ogni tanto due parole con i colleghi.
"Eren stasera andiamo a divertirci tutti insieme? Andiamo al karaoke!"
"Sono stanco morto Armin, dobbiamo proprio?"
"Si! Ci passa a prendere Connie. A dopo!"
Eren sbuffò e chiuse la chiamata col suo coinquilino, alzandosi per prendere un caffè.
Dopotutto era la sua pausa di metà mattinata.
Nel mentre pensò di scrivere a quel ragazzo misterioso.
Non gli sarebbe dispiaciuto, pensò, infondo era stato lui il primo a contattarlo.Avrà il telefono staccato
Pensò, notando che il messaggio non fosse arrivato.
Finita la pausa si rimise a lavorare, e aspettò con impazienza la fine di quella giornata per andarsene a dormire.
"Dai Eren vieni a cantare!"
"No Sasha io passo, faccio il giudice"
Erano ormai un paio d'ore che stavano cantando senza sosta – o meglio i suoi amici lo stavano facendo-, Eren avrebbe voluto solo andarsene a riposare.
Per fortuna che l'indomani mattina sarebbe rimasto a lavorare a casa e avrebbe potuto dormire più a lungo.
"Tu Jean non canti?"
"Jeager per quanto ti detesti, siamo simili da questo lato. Odio il karaoke, è un'inutile perdita di fiato"
"Su qualcosa siamo d'accordo, ordiniamo un drink?"
Due birre vennero poggiate sul loro tavolo e i due rimasti a sedere parlarono osservando gli amici divertirsi come matti.
Mentre sorseggiava la sua birra in pace, il telefono di Eren vibrò e questo lo sbloccò per vedere a chi appartenesse il messaggio.Alzò gli occhi al cielo leggendo il messaggio di sua madre, sapendo benissimo quello che lo aspettava.
Eren tesoro domenica torna Mikasa e volevamo andare a pranzo nel suo ristorante preferito.
Sei libero?Avrebbe voluto rispondere negativamente, non perché non volesse stare con la sua famiglia, ma perché sapeva che tanto gli avrebbero chiesto se avesse conosciuto una ragazza e stronzate varie.
Per di più , nel ristorante avrebbe dovuto avere un autocontrollo che sapeva di non avere per non mandare a quel paese i suoi genitori.
Rispose alla madre che ci sarebbe stato, dopotutto domenica sarebbe stato anche il compleanno della sorella e non sarebbe mancato per niente al mondo.Stava per bloccare lo schermo del telefono quando gli arrivò un altro messaggio, stavolta da quel sito di incontri.
Prese un sorso di birra e per poco non sputò tutto in faccia a Jean nel leggere quelle quattro parole sulle schermo bianco.
Chi cazzo sei moccioso
Ma era scemo o cosa? Avevano parlato quasi due ore in precedenza! Lo stava prendendo per il culo?
Se non volevi più parlare bastava dirlo, mi hai detto tu di scriverti ieri
Te lo ripeto, chi cazzo sei? Io e te non abbiamo mai parlato ragazzino
Eren chiuse la chat con rabbia e lanciò il telefono sul tavolino, facendolo capitolare a terra.
"Ehi Jeager calmati, che ti ha fatto quel telefono"
"Odio essere preso per il culo! Se ne vada al diavolo quello stronzo. Prima fa tutto il carino e poi mi risponde a merda.. anzi sai che ti dico? Lo mando affanculo personalmente"
Il castano si alzò e, recuperato il telefono, scrisse al capitano di andare bellamente a quel paese e che andasse a prendere per il culo qualcuno a cui interessava scopare e basta.
"Così impara quel maleducato." commentò con un sorrisetto soddisfatto, sentendo la rabbia scemare, riprendendo a bere la sua birra.
"Immagino che anche questo ragazzo non vada bene."
"Sembrava un tipo apposto. Abbiamo parlato poco ma sembrava interessante, invece è uno che ragiona col cazzo e basta."
"Ammetto che forse queste cose non fanno per te. Torna al buon vecchio bar Jeager, lo dico da amico"
"No no ho chiuso di cercare una persona che tanto non arriverà! Vivrò la giornata e poi si vedrà"
Domenica 3 febbraio arrivò più in fretta del previsto, e come al solito Eren si era ritrovato a comprare il regalo per la sorella all'ultimo minuto.
"Mikasa che bello rivederti!" esclamò il castano una volta entrato in casa dei genitori, saltando al collo della mora.
Non la vedeva da Natale e le era mancata davvero molto.
Le videochiamate non erano la stessa cosa di averla li davanti e poterla abbracciare ogni qual volta volesse.
"Mi sei mancato anche tu, ma ora lasciami respirare"
Mikasa iniziò a raccontare di come stesse andando l'università e di come fosse in procinto di portare a termine i suoi studi.
Stranamente il pranzo filò liscio come l'olio, senza domande sconvenienti o imbarazzanti.
Ricordava ancora quella volta in cui sua madre gli chiese, proprio a tavola, come si svolgesse un rapporto omosessuale.
La reazione di Eren fu quella di strozzarsi con lo stufato mentre Mikasa rimproverò la madre, affermando che non ci fosse nulla di diverso dai rapporti eterosessuali."Mika, questo è per te. Spero ti piaccia" la mora aprì il pacchetto del fratello, estraendovi una bellissima sciarpa rossa morbidissima con un ricamo al bordo sinistro, che si rivelò una breve dedica.
"Alla sorella maggiore migliore del mondo. Ti voglio bene Mikasa" lesse la mora sorridendo e abbracciando il fratello, baciandogli dolcemente una guancia.
"Sai come conquistarmi il cuore"
"Wow mi sbaglio o questa è una frase sdolcinata?" la prese in giro Eren facendole una linguaccia. Era risaputo che Mikasa non mostrasse molto il suo lato sdolcinato e vederla un po' più sciolta e tenera lo faceva sempre sorridere
"Non accadrà mai più, quindi segnalo sul calendario"
Finito di cenare aiutarono la madre a sparecchiare e si diressero nella camera della ragazza per parlare un po'.
"Quindi ti sei infuriato per un ragazzo con il quale hai scambiato due parole?"
"Non è quello Mikasa... io mi sarò fatto anche fregare come un cretino ma lui... mi aveva chiesto del mio lavoro e nessuno mai lo fa, sembrava veramente interessato e poi...poi ha cominciato a fare il bastardo! Ha avuto anche il coraggio di dire che non avevamo mai parlato!"
"Avrà avuto voglia di sfottere qualcuno, mi spiace Eren. Prendi esempio da me, io sola ci sto alla grande, nessuna rogna, nessun obbligo."
Eren alzò gli occhi al cielo e si sdraiò sul letto ad una piazza e mezzo presente nella stanza.
"Perché è così complicato."
Buona domenica!
Ecco a voi il terzo capitolo!
Mi era mancato tantissimo aggiornare, mamma mia!
Comunque, cosa ne pensate? Siamo sempre all'inizio ma qualcosa sta già accadendo.
Qualche idea? Supposizione?
A domani,
Hanami
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Mostrami Davvero Chi Sei
FanfictionEren Jeager è un giovane graphic Designer che condivide un piccolo appartamento con l'amico Armin. Omosessuale dichiarato, ha una famiglia che non accetta completamente il suo orientamento sessuale e per questo non riesce a mantenere una relazione s...