6. Perchè Mi Hai Chiamato?

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Come volevasi dimostrare, qualche giorno dopo ad Eren montò una violenta tosse e qualche linea di febbre che lo costrinse a lavorare da casa.

Quando rincasò quella sera col volto felice e rilassato, i suoi amici gli chiesero il motivo per il quale sorridesse in quel modo invece di essere arrabbiato con loro e la risposta fu una sola: Levi.
Si era tolto la maggior parte dei dubbi riguardo all'uomo, continuando a parlare con lui anche se ancora non aveva visto che aspetto avesse.
Iniziava a pensare che quello si vergognasse del suo aspetto: forse non si reputava bello e aveva una scarsa autostima di sé, anche se dalla telefonata gli era sembrato un tipo abbastanza sicuro di quello che facesse.

"Eren sicuro di non voler prendere le pasticche? Hai gli occhi molto lucidi e le guance arrossate"

"No Armin grazie, voglio solo finire questo disegno al momento"
L'amico annuì poco convinto, osservando il castano lavorare mentre preparava la cena.
Dopo quella breve discussione avevano chiarito e Eren gli aveva raccontato di come si fosse sentito bene nel parlare con Levi e di come la sua voce, a detta del castano, fosse molto eccitante.
Aveva timore che l'amico potesse rimanere scottato da tutta quella storia, soprattutto perché ai suoi occhi, gli sembrava sempre più preso.
Oramai era un mese e poco più che parlavano ma non si erano mai incontrati, tanto che nel biondo stava maturando un'idea sul perché il maggiore non volesse farsi vedere.
Ma vedere l'amico sorridere mentre scriveva al telefono lo faceva desistere dal voler commentare, sapendo anche come fosse difficile per il suo coinquilino far durare una qualsiasi relazione a causa della sua famiglia che lo pressava in continuazione per trovarsi una compagna di vita.
A risvegliarlo dai suoi pensieri fu un tonfo che gli fece posare subito il coltello che aveva in mano.

"Eren!"
Gridò correndo di fianco all'amico steso sul pavimento con gli occhi chiusi e il respiro pesante.
Lo scosse lentamente e, toccandogli la fronte, capì il perché di quello svenimento improvviso.
Aveva la pelle bollente e si diede dello stupido per non aver insistito nel dargli le medicine precedentemente.

"Merda Eren svegliati... dannazione ti sei anche tagliato con i tuoi strumenti"
Forse avrebbe dovuto chiamare un'ambulanza? Quel taglio era abbastanza lungo e aveva anche iniziato a sanguinare.
Prese il telefono dell'amico, lo sbloccò conoscendo la password.
Pensò di chiamare aiuto quando vide la chat aperta con Levi e di colpo gli balenò un'idea in mente.
Avviò la chiamata continuando a dare dei colpetti sulle guance del castano che non aveva la minima intenzione di aprire gli occhi.

"Moccioso ho una riun-"

"Non sono Eren sono un suo amico! E' svenuto e non so cosa devo fare" Dovette ammettere che sentire la voce dell'interlocutore fu davvero strano... era la prova che almeno quel ragazzo esistesse veramente.

"Che cazzo ha combinato?"

"Ha la febbre alta e non riesco a svegliarlo. Si è anche tagliato con uno dei suoi strumenti da disegno"

"Ha bisogno del babysitter quel moccioso. Vai a prendere un bicchiere e versaci dell'acqua con del bicarbonato di sodio se lo avete in casa per farglielo annusare, altrimenti mettici dello zucchero col miele e faglielo ingerire".

Armin corse verso uno scomparto della cucina e preparò il bicchiere col bicarbonato ritornando dall'amico, facendogli annusare il contenuto del bicchiere.

"Si è mosso e a sbattuto le palpebre un paio di volte, ma credo abbia la febbre molto alta perché ha richiuso gli occhi".

"Il taglio sta sanguinando?"

"Non tantissimo, è più lungo che profondo"

"Prendi delle garze per fasciargli la mano e dello zucchero"
Armin aggrottò le sopracciglia non capendo il perché di quella frase.

Mostrami Davvero Chi SeiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora