20. Tu esisti!

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Venerdì sera Eren chiamò Levi per dirgli che sabato sarebbe potuto arrivare la mattina se avesse voluto, poiché a pranzo avrebbero pranzato con i gli amici di lui.

"Fammi capire bene, io dovrei confondermi con altri mocciosi? Mi basti e avanzi tu"

"Non sono male Levi. Ok Jean mi sta sulle palle ma gli altri sono socievoli, e ci sarà pure mia sorella, sai l'altra Ackermann"

"Se vuoi farmi conoscere tua sorella mi sta bene, ma non verrò a fare gruppetto con i tuoi amichetti, toglitelo dalla testa"

"E quando avresti intenzione di conoscerli? Mai?" Domandò scontroso il castano, sentendosi leggermente ferito.

Se voleva stare con lui, avrebbe dovuto conoscerli i suoi amici prima o poi.

"Non ho detto mai, ho solo detto che non mi pare il caso adesso. Hai già conosciuto mia madre, non ti pare di correre troppo?"

"Ma farò una festa per-"

"Non mi interessa Eren. Vengo domenica se vuoi, ma non verrò sabato. Discorso chiuso, adesso devo andare".

Eren boccheggiò un momento sotto lo sguardo confuso di Armin, osservando la chiamata chiusa dal corvino repentinamente.

"Mi ha chiuso il telefono in faccia, non mi ha fatto dire niente"

"Forse ha avuto una giornata no, comunque è un suo viziaccio odioso!"

"Si ma ci sono rimasto male! Ora lo ric-" Armin gli tolse il telefono di mano, poggiandolo sul divano

"Lascialo stare, prova a chiamarlo domani mattina, magari la sera potrà venire se gli dici che non ci siamo e soprattutto che è il tuo compleanno" Eren sospirò annuendo e andò in bagno a sciacquarsi la faccia, abbattuto per il fatto che Levi non avrebbe festeggiato il compleanno assieme a lui.

La mattina seguente, Armin si alzò presto per addobbare la sala con palloncini e la scritta buon compleanno, aspettando che Mikasa arrivasse per aiutarlo in cucina, la quale arrivò alle nove in punto.

"Eren dorme sempre?"

"Si, ieri si è addormentato tardi e poi lo sai che è un dormiglione. A che ore vengono gli altri?"

"Mi sono raccomandata affinchè non vengano prima delle undici, così facciamo le cose con calma, Jean dovrebbe esserci per le dieci e mezza"

"Si me lo ha scritto, deve accompagnare suo fratello ad una partita prima"

I due si misero al lavoro, iniziando a pulire e riordinare, in attesa che arrivasse Jean.

Alle nove e mezza sentirono bussare alla porta, ed Armin andò ad aprire, felice che il suo ragazzo avesse fatto prima.

"Grazie al cielo sei arrivato, ci serve una mano con-"

La ragazza, che nel frattempo stava sistemando le sedie attorno al tavolo, si accorse del mutismo di Armin e lo richiamò piano per non svegliare il fratello.

"Armin entrate o i rumori lo sveglieranno, lo limoni dopo il tuo ragazzo"

"Non lo avete ancora svegliato?" La mora interruppe ciò che stava facendo e si voltò verso l'ingresso, non riconoscendo la voce che aveva udito.

Si ritrovò davanti una figura non troppo alta ma ben piazzata, con i capelli corvini simili i suoi e gli occhi grigi penetranti, uno attraversato da una cicatrice abbastanza lunga e vistosa.

Capì subito chi fosse quel ragazzo dall'aria così cupa e misteriosa.

"Tu devi essere Levi" Commentò Mikasa andando a stringere la mano al ragazzo, il quale mise su un sorrisetto nel constatare che la presa della ragazza non fosse niente male.

Mostrami Davvero Chi SeiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora