19. Famiglia Jeager

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La settimana passò in fretta, tra lavoro e videochiamate varie con Levi.

Purtroppo il successivo fine settimana non si sarebbero potuti vedere a causa degli impegni militari del capitano, così il castano ne approfittò per andare a trovare i suoi genitori.

"Vi siete messi d'accordo voi due? Finalmente la famiglia riunita dopo tanto tempo!" Esclamò Carla contenta di avere i suoi due figli vicino contemporaneamente.

"Quando sei arrivata tu? Perché non mi hai chiamato?"

"In realtà non era programmato, ma volevo vedervi, è dal mio compleanno che non ci vediamo"

I due fratelli iniziarono a parlare tra di loro, mangiando i biscotti che la madre aveva preparato, aggiornandosi sulla loro vita.

"Mamma mi ha detto che hai ottenuto il lavoro Eren, congratulazioni"

"E' tosto come incarico ma ci sto lavorando duramente per farlo al meglio, voglio che siano fieri di me"

"Forse, se andassi meno a ragazzi riusciresti ad impegnarti di più"

Eccola lì, la classica frase che ogni tanto usciva dalla bocca di suo padre.

"Perché andare a ragazze non mi distrarrebbe ugualmente?" Ribatté il castano facendo calare il gelo nella stanza.

Tanto era sempre la stessa storia.

Sapeva che non sarebbero stati zitti, dopotutto sua madre aveva scoperto che si stava frequentando con un ragazzo di Yokohama e sicuramente non ne era stata molto felice, riferendo il tutto al marito.

"Non sto insinuando-"

"Stai insinuando eccome come al tuo solito. Sono stanco di essere sempre attaccato perché non sono normale!"

"Eren non dire questo, tu sei normalissimo, non c'è niente che non vada in te"

"Solo il fatto che mi piaccia il- uhm" Mikasa gli tirò una gomitata per farlo tacere, sapendo che il padre non avrebbe gradito ciò che stava per dire, ligio alle buone maniere.

"Perché non ce lo hai detto? Solitamente qualcosa ci accenni sempre"

"Certo, così magari lo invito a casa e papà lo fa scappare e rimango solo un'altra volta"

"Se scappano è perché non hanno fegato o non tengono a te. Ecco perché ti dico sempre che è meglio una ragazza. Ciò che faccio è solo informarli del rischio che corrono a fare sesso non protetto"

Eren sentiva il sangue ribollire e strinse i pugni per non imprecare davanti ai suoi.

Conoscevano bene il suo temperamento e sapevano che quell'argomento non doveva essere discusso con lui, era un caso perso in partenza.

"Beh Levi li conosce benissimo i rischi, non preoccuparti per lui " Borbottò incrociando le braccia, sistemandosi meglio sul divano, volendo mantenere un certo autocontrollo.

"Quindi si chiama Levi quel ragazzo?" Chiese Carla cercando di non risultare troppo scostante.

Amava suo figlio e non aveva niente contro il suo essere omosessuale, solamente non era mai riuscita ad approcciarsi a lui come avrebbe dovuto dopo averlo scoperto.


"Mamma, papà a pranzo può venire una persona a pranzo?"

"Oh finalmente porti a casa qualcuno, come si chiama figliolo?" Chiese Grisha sorridendo e abbassando il giornale che stava leggendo.

Un Eren quindicenne arrossì vistosamente, giocando con le dita, cosa che non sfuggì agli occhi dei suoi genitori, felici che il figlio presentasse loro la sua cotta.

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