27. Chi ci lavora, Eren?

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Durante la cena filò tutto liscio.

Carla trattò Levi in maniera  educata e anche Grisha, per quanto si vedesse che si stesse sforzando, cercò di non essere da meno, mantenendo pur sempre un atteggiamento duro.

"Mamma, che intenzioni aveva papà?"

In quel momento erano tutti e quattro nella casa dei genitori di Eren, una appartamento grazioso e molto luminoso.

Per precisare, Carla e Eren erano seduti sul divano, mentre Grisha e Levi erano al piano superiore a fare non sapevano cosa, o meglio, Eren ne era all'oscuro.

"Eren sta tranquillo, voleva solo parlare da solo con lui. Non penso che dovresti agitarti, Levi non mi sembra il tipo da farsi intimorire per due parole"

"Non è quello che mi preoccupa, voglio davvero che la nostra relazione vada avanti. So che vi ho delusi per non avervi portato una ragazza ma-" Carla lo fermò con un gesto della mano, guardandolo intensamente negli occhi verdi così simili a quelli di suo marito.

"Voglio chiarire la questione una volta per tutte. E' vero, inizialmente ci hai sorpresi e non volevamo accettare questa cosa perché volevamo vederti felice e realizzato con una famiglia accanto. Abbiamo sbagliato a cercare di farti conoscere ragazze e me ne vergogno oggi. Sei nostro figlio e ti ameremo anche se dovessi combinare qualcosa di tremendamente sbagliato. Vedo come guardi quel ragazzo e vedo anche come lui ti guarda".

Eren si morse il labbro e prese le mani della madre tra le sue.

"Cosa ti ha fatto cambiare idea? Sei sempre stata pressochè irremovibile su questo"

"E' stato un insieme di elementi. Anche se ha uno sguardo che devo ammetterlo, mi incute un po' di timore certe volte, gli si illumina e si addolcisce quando lo punta su di te. Non dico che il vostro amore durerà per sempre perché la vita è un'incognita, ma sicuramente è vero e puro. E anche se lo vuole nascondere, si prende cura di te in ogni modo possibile. L'ho visto anche con sua madre, farebbe tutto per lei e questo perché è una persona che sa amare. Che poi sia un nanerottolo burbero è un altro discorso"

Eren rise e si asciugò una piccola lacrima sfuggita al suo controllo.

Non gli era mai passato per la mente che la madre in quell'asso di tempo avesse maturato le sue considerazioni, cambiando opinione sulla persona che stava frequentando.

"Sorvolerò su quello che ha detto solo perché è sua madre" Il corvino e Grisha fecero capolino in sala e si sedettero accanto ai rispettivi compagni.

"Davvero mi gua-" Il capitano lo fulminò con uno sguardo tagliente, facendo ridere Eren che ormai aveva smesso di temerlo come i primi tempi.

"Di cosa avete parlato?"

"Pensa agli affari tuoi moccioso, affari da adulti"

"Anche io sono adulto fino a prova contraria!"

"Quando ti fa comodo. La prossima volta a casa i pasti te li prepari da solo allora, dato che sei adulto"

"Vecchio bisbetico che sei" Borbottò il grafico dandogli una spintarella, prima che gli venisse in mente una cosa fondamentale.

"Levi, come sapevi della premiazione? Te l'ha detto Hange?"

"Ah? Che c'entra la quattrocchi?" Domandò con uno sguardo stanco.

"E' un detective quella donna"

"Gliel'ho detto io. Diciamo che ho rubato il numero dal tuo telefono quando te l'ho chiesto l'altro giorno. Volevo farti una sorpresa" Confessò Carla sorridendo.

"Sei venuto direttamente qui dall'accampamento? Levi era a 8 ore da qui" Lo rimproverò non badando al film che continuava a scorrere sullo schermo.

"Ho fatto una piccola sosta a casa per prendere i vestiti, non avevo il cambio dietro. E poi non ho la tua resistenza io, so stare sveglio ore"

"Non avresti dovuto farlo, potevi fare un incidente" Levi alzò gli occhi al cielo e mise un braccio attorno alle spalle di Eren per tirarselo addosso, godendosi il resto del film.

"Quanto ho odiato quel film del cazzo"



"Z-zitto e continua a spingere che ci sono quasi!"

Erano tornati all'appartamento di Eren quasi a mezzanotte e non appena avevano varcato la soglia di casa di casa fiondati l'uno nelle braccia dell'altro, baciandosi appassionatamente.

Si erano diretti in camera del proprietario cercando di non fare rumore, poiché Armin stava dormendo in camera sua.

Il rapporto che stavano consumando era ben lontano dal definirsi amoroso.

Si erano saltati addosso, si erano morsi, baciati e leccati come se fossero l'uno il sostentamento dell'altro.

"L-lee!" Urlò tappandosi subito dopo la bocca il castano, venendo tra i loro petti sotto le spinte dure del soldato, il quale lo seguì pochi attimi dopo.

"Menomale domani non devo presentarmi in ufficio. Cazzo Levi mi fa male il culo"

"Te l'ho detto ho un'ottima resistenza, ora però dormiamo che sono le due e ho sonno".

I due indossarono i rispettivi boxer e si sistemarono sotto il lenzuolo, coprendosi la parte inferiore del corpo.

Ormai era luglio inoltrato e faceva abbastanza caldo, ma questo non li fermò dal dormire abbracciati come due perfetti innamorati.

La mattina seguente Levi si alzò per primo, dirigendosi in cucina, trovando il biondino e il ragazzo cazzone al tavolo per consumare la colazione.

"Buongiorno Levi, non sapevo saresti venuto o avrei messo più in ordine"

"A me è parso che sia venuto più del previsto invece. Sapete che le persone normali che lavorano di notte dormono?" Chiese Jean guardandolo in cagnesco.

"Avete scopato per due ore e mezzo e si dia il caso che questa non sia una reggia e che si senta se due ci danno dentro. Jeager è così rumoroso che l'anno sentito gemere anche in Russia"

"Se non sai scopare il tuo ragazzo non è un mio problema spilungone"

"Vi prego non iniziate di prima mattina a litigare. Siete stati un po' rumorosi. Voglio dire Eren lo è stato, ma niente di troppo devastante. Non ti vedeva da tanto, lo posso capire. Si attacca velocemente alle persone. Fai colazione con noi?"

"No sono venuto solo per prendere un bicchiere d'acqua, torno da Eren. Buon lavoro"

"Sarà mezzo ricucito, ma ha un fisico pazzesco, Jeager è il solito fortunato" Sussurrò Jean mangiando il suo riso con un pizzico d'invidia a corrodergli lo stomaco.

Dopo aver bevuto tornò a letto, facendo aderire il petto alla schiena del fidanzato, cingendogli il fianco con il braccio muscoloso.

"Uhm Lee" Mormorò nel sonno il giovane rannicchiandosi contro il corpo caldo dell'altro, stringendogli il braccio.

"Sono qui moccioso, non vado da nessuna parte"

"Ancora una sparatoria? Non è possibile"

"Ha ucciso dieci persone e ora sta fuggendo, speriamo bene!"

"Stanno scappando tutti, c'è un allarme verso lo Shinkan center, se entra li è la fine! Sai quanta gente c'è li dentro?"

Eren si fermò all'istante, raggelandosi sul posto, stringendo la mano a Levi.

Erano usciti per una passeggiata verso metà mattinata quando sugli schermi dei grattacieli fu proiettata la notizia che un criminale, ricercato per vari omicidi, si stesse dirigendo verso uno dei centri commerciali più grandi della città.

"Oi che c'è, non te la starai facendo sotto spero"

Qualcosa nello sguardo sgomentato di Eren lo fece allarmare, tanto che lo voltò verso di sé e gli accarezzò una guancia.

"Chi ci lavora Eren"

"La mamma"

Ahia....qui la faccenda si fa pericolosa... cosa accadrà nel prossimo capitolo?
Ci sono stati troppi capitoli tranquilli, mi sembrava più che giusto sgomentarvi un po'!
Buona giornata,
Hanami

PS. Non mi carica l'immagine, appena torno a casa oggi ci riprovo

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