15. Mostrami Davvero Chi Sei

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"S-scopami Lev" Disse quello mordendosi il labbro sotto gli occhi attenti dell'altro.

Improvvisamente la suoneria del telefono di Eren rovinò l'atmosfera, spezzando quella carica di lussuria accumulata nei loro corpi.

"E' mia madre, devo rispondere o mi tartasserà tutto il giorno"

Levi si alzò e andò in sala per lasciare al ragazzo un po' di privacy e, dalla voce alta che udiva, non doveva essere una telefonata piacevole.

Dopo una decina di minuti Eren raggiunse il militare con uno sguardo arrabbiato, chiedendo di uscire a fare colazione per cambiare aria.


Avevano mangiato una piccola ciotola di riso con del salmone, prima di alzarsi e fare una passeggiata tra le vie trafficate di Yokohama.

Levi aveva notato che il ragazzo fosse particolarmente turbato, così decise di prendergli la mano, intrecciando le loro dita, cosa che sorprese occhi verdi, il quale ricambiò quella presa senza pensarci due volte.

"Mia madre ha saputo da Armin che ero qui con te e non l'ha presa bene, non che sia una novità per me, fa sempre così"

"Però ti ha dato ugualmente fastidio"

"Se sputa sentenze a cazzo senza conoscerti si, mi fa girare le palle anche se è mia madre. Già si discute perché lei vorrebbe che provassi a uscire con una ragazza, se poi si mette a dire che i ragazzi conosciuti in chat sono tutti bugiardi, maniaci e traditori le mie vene si chiudono. Non fraintendermi, voglio bene ai miei, ma certe volte vorrei che mi capissero di più"

"E' tua madre, si preoccupa per te"

"Non deve mettere bocca sulle mie relazioni, su quella sua e di papà non mi sono mai permesso di dire nulla"

Levi gli prese il mento tra le dita e gli abbassò il volto, lasciando un bacio casto sulle labbra rosee.

"L'espressione arrabbiata non ti si addice affatto, preferisco vedere il tuo sorriso"

"Oh ma allora sai essere dolce!" Lo prese in giro il castano strizzandogli una guancia, venendo fulminato con il solito sguardo di ghiaccio.

"Ah? Ritiro tutto dannato ragazzino e vedi di non toccarmi troppo"

"Capitano Ackermann, è lei?"

Levi puntò lo sguardo davanti a sé e trovò un gruppo di reclute che li stavano guardando, chi incuriositi chi quasi intimoriti.
Dopotutto, non era cosa comune vederlo in compagnia di qualcuno al di fuori del lavoro.

"Chi dovrei essere secondo voi?"

"Sulla sua guancia non-"

"Siete andati a ritirare i nuovi giubbotti?" Chiese il capitano cambiando repentinamente discorso, ma non abbastanza da non farlo notare a Eren.

"Stiamo andando adesso, il colonnello Erwin ha detto che erano pronti stamani. Con permesso Capitano"

Le reclute fecero il saluto militare e si allontanarono parlottando, senza mai guardarsi indietro.

"Sono giovanissimi Levi, quanti anni hanno?"

"Loro sono particolarmente giovani, ma ci sono ragazzi anche della tua età che sono reclute"

Passarono la giornata andando in giro, divertendosi e facendo foto, ovviamente sotto proteste del corvino, che avrebbe voluto buttare il telefono nel fiume.

Nelle ultime ore aveva notato Levi controllare spesso il suo orologio, come se stesse aspettando qualcosa.

Inoltre aveva iniziato a guardarlo sempre meno negli occhi, sviando spesso lo sguardo e guardando altrove.

Mostrami Davvero Chi SeiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora