13. Moccioso

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"Levi hai una casa bellissima! Oddio guarda che vista! Ma quante finestre hai?"

Il viaggio dal centro di Tokyo era durato circa un'oretta, poco più, e in quel momento Eren si trovava nell'appartamento situato al quinto piano di un complesso che dava sia sul mare, sia sulla città.

Levi gli aveva spiegato che quel palazzo, composto da otto piani totali, era stato ristrutturato da cima a fondo molti anni prima e che molti di quegli appartamenti fossero abitati da militari ma anche da persone non appartenenti all'esercito.

Il piccolo corridoio all'ingresso portava ad una sala non troppo piccola, con un divano a L, una bella finestra ampia e un televisore piatto attaccato al muro.
Dietro al divano vi era il tavolo da pranzo e un'altra finestra
Inoltre vi era una rientranza a destra nella quale era posta una cucina ad angolo moderna.

A sinistra della porta d'ingresso era presente un altro corridoio che portava al bagno, e alle due camere matrimoniali.

"Hai pochissimi soprammobili e mobili soprattutto!"

"Mi piace l'ordine e la pulizia, te l'ho già detto una volta. Se vuoi farti una doccia il bagno è dietro quella parete, c'è già tutto l'occorrente che ti serve. Ti porto la valigia in camera".

Fece una doccia veloce, osservando come tutto fosse ordinato con cura, troppa cura per i suoi gusti.

Questo è ossessivo compulsivo altro che!

Indossò l'accappatoio e si asciugò il corpo tonico per non bagnare ulteriormente in terra, dirigendosi poi verso quella che credeva la camera da letto, data la luce accesa.

"Ma è stupenda"

Levi si voltò e lo squadrò malissimo, osservando le goccioline cadere sul suo pavimento pulito.

"Asciugati immediatamente o ti volo dalla finestra"

"Non ho abbastanza cambi, avevo in programma di stare solo una notte fuori, posso lavare la camicia?" il corvino aprì l'armadio e rovistò un po', constatando di non avere niente da dare al ragazzo, a causa della sua altezza, dato che di muscolatura vinceva sicuramente lui a mani basse.

"Questa maglia dovrebbe starti, la uso per stare in casa ed è larga, ma non ho i pantaloni. Prendi i miei boxer se ti stanno, primo cassetto, io vado a fare una telefonata".

Nel percorrere il corridoio che portava alla sala, il corvino imprecò notando le chiazze d'acqua a terra, così mandò un messaggio velocemente e si mise a pulire con lo straccio per far prima.

"Levi dove met-" Nemmeno il tempo di finire la frase che Eren scivolò e cadde addosso al più grande, finendogli inevitabilmente sopra.

"Il pavimento è ancora bagnato" Se ne uscì aggrottando le sopracciglia.

"S-scusami io.. non volevo"

"Tch, moccioso di merda" Mormorò il corvino guardandolo negli occhi, senza muoversi di un centimetro.

Occhi verdi deglutì sotto il suo sguardo, alzando una mano per toccargli la guancia destra, venendo prontamente fermato dal maggiore.

"Non mi devi toccare, non sulla parte destra del corpo"

"Ma sul viso non hai-" Levi lo spinse sul pavimento, bloccandolo per i polsi e mettendosi a quattro zampe sul suo corpo, immobilizzandolo.

"Se dico no, è no. Non mi piace essere contraddetto, non devi toccarmi in quella zona" Non seppe per quale ragione, ma ad Eren quel tono sembrò davvero minaccioso e per un attimo ebbe paura di aver toccato un tasto che non doveva assolutamente toccare.

Mostrami Davvero Chi SeiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora