Dylan mi condusse all'interno di un bosco dall'aspetto incantato, anche se, ad essere sincera, stavo iniziando a spaventarmi un po'. Camminavamo da un pezzo, ma sembrava che la meta fosse ancora lontana.
«Dylan, sei sicuro che stiamo andando nella direzione giusta? Io continuo a vedere alberi, e ancora alberi...» dissi guardandomi intorno. Ormai era quasi del tutto buio.
«Jane, calmati.» disse, chiamandomi per nome per la prima volta. Facevamo progressi. «Conosco questo posto come le mie tasche. Ci vengo da una vita.»
Dovevo fidarmi, anche perché in quel momento avevo solo lui.
«Siamo arrivati sani e salvi, come puoi vedere.» disse facendomi cenno con la mano di andare avanti, e indicandomi un falò con delle persone sedute intorno ad esso.
«Aspetta...» dissi toccandogli una spalla. Con mio grande stupore, Dylan sobbalzò a quel tocco, e mi fissò con occhi spalancati. Non avrei saputo descrivere la sua espressione in quel momento, ma vedevo il suo sguardo vagare dalla mia mano ancora appoggiata alla sua spalla, ai miei occhi. Ritrassi subito la mano, e come se niente fosse gli chiesi «chi sono quelle persone?»
«Non preoccuparti, sono bravi. Sono ragazzi del gruppo, vedrai, ci farai subito amicizia. E poi, sono le stesse persone che erano con te sul "rottame".» mi disse rivolgendomi uno sguardo veloce, e superandomi, andando verso il falò. Odiavo quei suoi sbalzi d'umore, e credetemi se vi dico che nel giro di poche ore, erano stati davvero tanti.
«Ragazzi e ragazze, vi presento Jane.» disse Dylan, una volta arrivati al falò. «Jane,» disse rivolgendosi a me, «loro sono Owen, Jeff, Tara e Liz.» e mi indicò due ragazzi biondi, e due ragazze, una con lunghi capelli neri e l'altra con i capelli biondi. Owen era abbastanza robusto, con dei ricciolini biondi e un viso simpatico e paffuto. Jeff invece era alto, magro, biondo platino e con un sorriso mozzafiato. Praticamente, era il sosia di Sterling Knight. E poi c'erano le ragazze; Tara aveva i suoi bei capelli lunghi neri, e un fisico da modella, mentre Liz era leggermente più in carne di Tara, con un caschetto biondo e l'apparecchio ai denti. Ma sembrava adorabile. Non avevo fatto caso a loro più di tanto durante il viaggio. Ero stata troppo presa dal mio stomaco. E in quel momento mi sentii un po' in colpa. Sembravano davvero bravi.
Avril era seduta di fianco a Jack e ad una donna, a braccia conserte, e con aria arrabbiata.«Ciao bambola, ti presento Aubrey, mia moglie» mi disse Jack, distogliendomi dai miei pensieri.
Anche Aubrey era hippy. Ed era bellissima. Aveva dei lunghi capelli biondi ondulati, con dei fiorellini incastonati fra essi. Era vestita in modo... hippy. Portava dei pantaloni verdi molto larghi, una maglia bianca che lasciava scoperta la pancia e ai piedi dei semplicissimi sandali.
Quando gli tesi la mano, lei mi tirò a sé e mi strinse in un fortissimo abbraccio. «Benvenuta tesoro, sei proprio bella come mi dicevano.» disse facendo l'occhiolino a Dylan. Dopo pochi minuti mi presentarono anche un certo Colton, un Dio dell'Olimpo. Era alto come Dylan, forse un po' di più, aveva i capelli chiari, tendenti al biondo, occhi azzurrissimi e un sorriso splendido, e che dire poi dei suoi muscoli. Sembrava proprio un Dio, e pareva non riuscire a staccare gli occhi da Avril.
Passammo una serata magnifica. Mangiammo cibo preparato da Aubrey, e ad essere sincera, ancora tutt'oggi non so cosa mangiammo quella sera. Ma sicuramente qualcosa di non ingeribile quotidianamente.
Iniziai a dialogare con Tara e Liz, che si rivelarono davvero simpatiche e divertenti. Venivano entrambe da Winchester ed erano un anno più avanti di me in ambito scolastico. Mi piacevano, e stranamente, pur essendo inglesi, non avevano la solita freddezza tipica del mio amato Paese. La serata passò in fretta, tra nuove conoscenze e chiacchiere riguardo il programma di quell'estate. Non era poi così male la Cumbria, dopo tutto.
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Never let me go.
RomanceA diciannove anni, Jane Mason era riuscita a mandare a monte la sua vita, lasciandosi andare ad un destino che non le toccava. Orgogliosa, sensibile e tremendamente testarda, non si faceva abbattere da nessuno, tanto meno da un tipo qualunque, conos...