Capitolo 29.

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Dopo mesi di angosciosa monotonia, e dopo troppo tempo passato a svegliarmi continuamente in attesa di un'esplosione, potei affermare di aver passato un'intera notte dormendo.

Era davvero questo l'effetto che mi faceva Dylan? Riusciva davvero a rassicurarmi, a rendermi stabile e ad eliminare le mie paure più profonde?

«Buongiorno.» sussurrò sorridendomi.

«Ehi.» gli sorrisi a mia volta.

«Dormito bene? Io credo che non sentirò più il mio braccio destro.» si stiracchiò impacciatamente. Era adorabile anche mentre si lamentava.

«Io ho dormito davvero comoda sul tuo braccio destro.»

«Beh, probabilmente se tu avessi sfruttato i cuscinetti naturali che hai sotto il collo, avrei dormito bene anch'io.»

Era evidente che stava facendo riferimento al mio seno abbondante. Ma non riuscii ad arrabbiarmi, e scoppiai a ridere come una bambina.

«Se mi avessi vista qualche anno fa, una frase del genere non l'avresti mai neanche pensata, credimi.»

«Eri piatta?»

«Come una tavola da surf.» sorrisi, e in quel momento fu lui a scoppiare a ridere.

«Va bene... tavola da surf, che ne dici di svegliare i due piccioncini e andare a fare colazione?»

«Sinceramente ho paura di entrare in quella camera.» feci cenno con la testa verso la camera di Colton, «non vorrei vederli in situazioni... intime.»

«Concordo. Ma credo che qua dovremmo pulire noi.»

«Tu vai pure a lavarti, qui ci penso io.»

«Come fai a sapere che...?» rimase interdetto.

«Ricordiii!» canticchiai, seguita dalla sua risata.

E così, mentre Dylan andò a farsi la doccia, io riordinai, lavai i pochi bicchieri usati, e respirai a fondo cercando di abituarmi a quella strana sensazione di felicità. Non appena Dylan uscì dal bagno, andai a lavarmi i denti con uno spazzolino di riserva che avevano e mi sciacquai la faccia.

«Ho come l'impressione che in casa non ci sia nessuno. C'è troppo silenzio.» borbottò Dylan, venendo verso di me con una tuta nera super aderente e una canottiera bianca.

«Lo sapevo, ci avrei scommesso qualsiasi cosa!» esclamò, dopo che diede una sbirciata in camera di Colt.

Sopra il letto c'era un bigliettino:

Pensavamo che avreste avuto bisogno del vostro tempo, in fondo ve lo meritate, anche se non vi sopportiamo più!
Baci, Colt e Av.

Xx

«Simpatici i tuoi amici.» sbuffai.

«Simpatico tuo fratello.»

«Deve essere stata un'idea di Avril.»

«Nah, di Colton.»

«E io ti dico che è stata di Avril.» incrociai le braccia.

«E io dico che è stata di Colton. Stop.»

«Mmmh!!!» ringhiai uscendo dalla stanza. «Certe cose non cambiano mai!»

«Tu ribatti come sempre.» comparve dietro di me.

«E tu rompi come sempre. Chi è peggio?»

«Tu.»

«Tu.» soffiò a pochi centimetri dalla mia faccia.

«No, tu.» sussurrai.

«Ah sì?»

«Mmh-mmh.» annuii.

Never let me go.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora