Capitolo 6.

43 1 2
                                    

Quella notte non feci altro che rimuginare su quello che era accaduto. Rischiava di diventare qualcosa di malato, e non sapevo come avrei gestito quel "noi" che stava nascendo. Le storie, le relazioni, mi avevano sempre spaventata tanto da non permettere a nessuno di avvicinarsi abbastanza a me. Avevo avuto giusto l'assaggio di qualcosa che poteva avvicinarsi ad una relazione, ma non avevo mai permesso a nessuno di entrare davvero nella mia vita. E avrei fatto la stessa cosa con Dylan. Sarebbe stato semplicemente una distrazione, e poi, finita l'estate, ognuno sarebbe andato per la propria strada senza complicazioni.

Quella mattina, come al solito, andai a trovare nonna Heaven. Mi svegliavo spesso prima dell'alba, dormire non era nei miei programmi. Dylan, Av e Colton dormivano ancora, così decisi di approfittarne, e andarmene. Indossai un vestitino azzurro sopra al ginocchio, i miei occhiali da sole, le converse bianche, e legai la folta chioma in una coda alta.

«Principessa! Sempre mattiniera, eh?» mi chiese nonno Chris una volta che arrivai nel retro della casa.

Avevo conosciuto nonno Chris dopo alcuni giorni di permanenza là al campeggio. Era un simpaticone, aveva folti capelli bianchi, occhi verde smeraldo e un sorriso molto familiare. Era l'esatta metà di nonna Heaven, proprio come lo definiva lei. Li adoravo.

«Chris! Sei già in piedi vedo! Heaven lo sa?»

«Non deve sapere per forza tutto quello che faccio. Non siamo mica sposati!» disse facendomi l'occhiolino.

Erano dei giovani eterni, quanto li invidiavo!

«Christian, ti ho sentito! Jane tesoro, entra!» gridò la nonna dalla cucina. Ogni mattina mi aspettavano pancake, bacon, uova e fagioli. Sarei diventata una balena, ma rifiutare un pasto in casa di Heaven, equivaleva ad offendere il suo orgoglio e la sua personalità, o almeno, così aveva detto.

«Noto qualcosa di strano, cara. Quegli occhi sono troppo lucidi e troppo felici per non aver vissuto un'esperienza da Dio, o sbaglio?» Mi porse il piatto. Sembrava mi conoscesse da una vita.

«Non esagerare, nonna...» arrossii.

«Ti ha baciata, non è così?» chiese. Vedendomi arrossire sorrise. «Uno a zero per me, Chris! L'ha baciata! Mi devi dieci sterline!» urlò.

«Cosa? No, non mi ha baciata!» Ma anche i muri avrebbero capito che era una bugia. Ancora mi sembrava di sentire le sue labbra morbide sulle mie, e le sue mani sulla mia pancia, sulla mia schiena, tra i miei capelli...

«Torna fra noi, Jane!» mi scosse una mano davanti agli occhi, «Pensavi al vostro bacio? Deve essere stato così selvaggio, non è così? Effettivamente, quel ragazzo infonde passione da tutti i pori.» esclamò con occhi divertiti.

«Heaven! Oh cielo, non era esattamente selvaggio. Forse solo all'inizio, e poi...» mi misi una mano sulla bocca. «E va bene, sì! Ci siamo baciati Heaven, ed è stato...wow. Davvero meraviglioso. Come se ne avessi un disperato bisogno.»

«Ah Ah! Scoperta, piccola Jane, finalmente te ne sei resa conto! Dylan deve essere così passionale, non è così? Avanti ammettilo!» rise come una ragazzina.

«Heaven, ti ho sentita!» gridò Chris dal giardino. Non potei non trattenere una risata.

Io e la nonna passammo l'intera mattinata a chiacchierare di cose fra donne, e così aveva una buona scusa per lasciare a Chris tutti i lavori nella serra. Quella donna era una bomba. Nulla l'aveva scoraggiata nella sua vita, neanche la perdita di una figlia, da quanto avevo capito. Era sempre piena di energia, e i suoi consigli erano imbattibili. Aveva un rimedio per tutto. Dai problemi fisici, a quelli morali, lei cercava sempre di trovare una soluzione. Avrei tanto voluto avere la sua determinazione.

Never let me go.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora