Capitolo 25.

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Non conoscevo Travis Long. In realtà non sapevo neanche dove abitasse, ma al college era così, ci si imbucava a feste qualsiasi, e nessuno sarebbe mai stato respinto. Centinaia di ragazze erano appollaiate in ogni angolo della casa, seminude e completamente sbronze. Erano solo le dieci di sera, ma la musica era già tremendamente alta e nell'aria c'era un fastidioso odore di birra e whisky. Un sacco di corpi si muovevano all'unisono, esibendosi in movimenti sensuali e seducenti. Mi mancava da morire non riuscire ad essere sciolta e brillante come quando ballavo.

«Melanie Anderson e le sue amiche, ma quale onore.» esclamò un ragazzo moro, aprendoci la porta.

«Travis.» sorrise lei impacciata.

«Ciao Travis.» gli sorrisi.

«Chi è questa bambola?» chiese lui a Mel.

«Jane. E Jane, lui è Travis.» ci presentò, mentre Shana sbuffò alle mie spalle.

«Lusingato.» mi baciò la mano. Io scoppiai a ridere, mentre lui ci faceva strada.

«Se vi avesse visti Avril probabilmente gli avrebbe già spaccato un mattone sulla testa.» bisbigliò Shana.

«Avril non c'era, e poi non abbiamo fatto niente di male.» feci spallucce.

«Stavate flirtando dicendo solo due parole con lo sguardo, ma hai ragione, non è niente di male.»

«Sono libera come una gazzella, potrei flirtare pure con un albero se ne avessi voglia.»

«Con un albero? Preferirei che tu flirtassi con me.» mi sussurrò Travis all'orecchio, cogliendomi di sorpresa.

«Ma che fai? Ascolti le conversazioni degli altri?»

«No. Solo le tue.» sorrise. «Ti va di ballare? Ovviamente prima ti offro un drink.» disse con voce suadente.

«Frena, fratello. Qui i drink li offro io, e tanto perché tu lo sappia: la ragazza non beve.» lo ammonì Shana.

«'La ragazza' ha un nome, e sa parlare anche da sola.» ribatté Travis.

«Shana ha ragione. È meglio se non tocco drink, ma accetto volentieri il tuo invito per ballare.»

«Ci si vede, Shana.» sorrise Travis, tirandomi per un braccio.

«Sei stato scortese.»

«Shana non è la tua babysitter, Jane.»

«Già. E non è neanche il tuo bersaglio, Travis.»

«Stiamo litigando?»

«Scambio di opinioni. Adesso fammi ballare.» ordinai schietta.

Lui non se lo fece ripetere due volte, e mentre la musica degli LMFAO rimbombava a pieno volume dalla casse, io e Travis ondeggiavamo e ci muovevamo a ritmo di musica. I suoi fianchi strisciavano dietro le mia schiena, e il mio sedere si strusciava vergognosamente su di lui. La 'me' di qualche mese fa mi avrebbe odiata, ma sentivo di aver bisogno di quel contatto, di quella distrazione.

Avrei voluto eliminare quei pensieri, e, per almeno una sola volta, provare ad essere felice, o quanto meno una ragazza normale di diciannove anni.

«Sciogliti un po', Jane. Sei tesa.» mi sussurrò Travis all'orecchio.

«Voglio un drink.» dissi, voltandomi verso di lui.

«No.» mi mise un dito sulle labbra, «ti voglio sobria per quando farò questo.»

Appoggiò le sue labbra sulle mie. Non volevo. E poi lo volevo più di ogni altra cosa. Volevo distrarmi, volevo allontanare i ricordi che cercavano di riemergere. Volevo un nuovo inizio, volevo tante cose. Ma non volevo Travis. Sfortunatamente a volte testa e cuore si scontrano, e in casi rari, il cervello mette a tacere l'avversario.

Never let me go.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora