Capitolo 23.

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Tre mesi dopo


«E dai ragazze, mancate solo voi!» urlò Valerie.

«Quando dico un momento, significa un momento dannazione!» urlò di suo rimando Vanessa.

«Ho quasi finito Valerie, lo giuro!» gridai dal bagno, cercando di infilarmi i tacchi quindici.

«Non crederle, deve ancora trovare un vestito!» si intromise Avril.

«E prima aveva detto di non essere sicura sulle scarpe!» gracchiò Tami.

«Lasciatela in pace, per l'amor di Dio!» mi difese Shana. «E' una dannata festa, non il ballo per cercare la scarpetta di Cenerentola!»

«Grazie.» sussurrai, andando verso la nostra camera.

«Ehi, ma la storia non era così!» scoppiò a ridere Chelsea.

La conosceva bene lei, la storia di Cenerentola. Era fidanzata da due anni con Chad Newell, il vice-capitano della squadra maschile di Basket del campus. Tutti sapevano che erano fatti per stare insieme, e chiunque li vedesse, non poteva fare a meno di provare una leggera punta di invidia. Lui la guardava come se al mondo non esistesse che lei. Ed essere guardati in quel modo da Chad Newell era sconvolgente, bello com'era.

«Sì, tu ci vivi in una favola.» sospirò sognante Stella.

«E tu perché non ti decidi a venire con noi, invece di stare la a fissare il marciapiede?» chiesi infastidita a Stella, che stava affacciata alla finestra.

Era una ragazza fantastica. La classica ragazza acqua e sapone, ma sorprendentemente bella.

«Parli proprio tu che per farti uscire di casa c'è voluta una ramanzina dalla mamma di Shana.» sorrise timidamente.

«Ma io l'ho superata.» borbottai.

«E' la prima volta che non vengo ad una festa.» si difese.

«Sì, e le altre volte te ne sei andata dopo mezz'ora.»

«Perché non ci date un taglio? Jane, manchi solo tu!» sospirò Shana.

«Non trovo più il mio vestito azzurro e bianco! Senza quello non vengo.»

«Prendi il mio! È giallo e nero, ti starà da favola!» mi disse Chelsea spuntando nella mia camera.

«Io ho un tubino nero molto sexy, potrebbe andare!» sorrise Tami.

«Tu hai solo tubini neri, Tami.» ribatté Chelsea.

«E il tuo armadio sembra un arcobaleno, eppure non mi lamento.» ribatté pungente Tami

«Un arcobaleno? Ma cosa dici? Se solo tu sapessi qualcosa di moda...»

«Adesso iniziano.» sbuffò Shana, seduta di fianco a me sul letto.

A volte far parte di una confraternita era davvero stancante. Eravamo un sacco di ragazze, solo ragazze, e ciò stava a significare: litigi continui, vestiti sparsi in ogni posto, scambi di scarpe, consigli su consigli sul make up, piastre e ferri per capelli ovunque e soprattutto, una casa disordinata.

«So io cosa ci vuole per lei, dateci un taglio.» le ammonì Avril.

Aprì il suo armadio perfettamente ordinato e tirò fuori un vestito. Quel vestito.

«Oh, no. No, no, no e ancora no. Non lo metto quello. Scordatelo.»

«Su, avanti Jane. Questo vestito ti sta divinamente, e quello azzurro lo hai messo a lavare qualche giorno fa, ricordi?» sorrise falsamente Av.

Never let me go.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora