«Non tirare così forte, santo cielo!» ritrassi il braccio quando per l'ennesima volta Dylan tentò di aiutarmi a salire sulla barca. Avevamo passato circa dieci minuti in acqua a litigare e a gridarci contro. Solo ed esclusivamente a litigare. Non era pensabile ragionare con una persona del genere accanto.
«Io ci provo per l'ultima volta, Jane Mason.» mi lanciò uno sguardo di fuoco, «ma se non ci riesco, dovrai farti una bella nuotata. Non ti farà di certo male.» A quelle parole mollai automaticamente la presa che stava mantenendo sui miei polsi.
«Sei un arrogante! Non ho intenzione di passare un altro inutile minuto con te! Preferisco nuotare piuttosto che stare sulla tua stessa barca.»
«Sali, o perderemo.» disse in tono deciso, quasi come se fosse un ordine.
«Non sono problemi miei.» iniziai a nuotare. L'acqua non era molto calda, il vento ormai era diventato abbastanza forte, ma pur di non calpestare il mio orgoglio, avrei nuotato fino al traguardo. Non gliel'avrei mai e poi mai data vinta.
«Non avrai davvero intenzione di fare quello che sto pensando e che stai iniziando a fare, vero? Perché se è così me la pagherai, Jane. Detesto perdere.» Nei suoi occhi vidi una scintilla, ma forse fu solo una mia impressione.
«C'è sempre una prima volta, e tu la sperimenterai proprio oggi.»
«Non credo proprio.»
«Oh, invece sì. Non ho intenzione di salire su quella barca con te.»
«Maledizione.» ringhiò.
Durante il "viaggio" non proferì parola, oltre alle sue solite imprecazioni. Remò lentamente per stare al passo con me, e rese ancora tutto più fastidioso di quanto già non lo fosse. Non solo ero io quella che stava nuotando in quel lago che mano a mano diventava sempre più gelido, ma come se non bastasse, lui era seduto lì come se al mondo non avesse fatto altro che muovere quelle dannate braccia in quel modo. Era perennemente in lotta contro il mondo, e per quanto a volte io cercassi di capirlo, era una battaglia persa fin dal principio. Lui era un enigma, e io non ero di certo la persona esatta per decifrarlo.
E così, dopo centinaia di bracciate e centinaia di imprecazioni da parte di Dylan, arrivammo alla parte opposta al nostro campeggio. Sembrava un'isoletta, e neanche tanto grande. Ma non avrei potuto dirlo con esattezza, perché fu praticamente impossibile parlare o osservare il paesaggio. Dylan era infuriato, e non appena poggiammo i piedi a riva, la sua rabbia uscì fuori come la lava di un vulcano. Provavamo entrambi un'antipatia remota e primitiva l'uno verso l'altro, e la cosa non poteva che farmi piacere. Ero contenta che tutto quell'odio non lo stessi subendo e gestendo solo io.
«Sappi che non ho alcuna intenzione di prendere parte a questo giochino, Miss Jane. La penitenza la subirai tu, insieme alle prese in giro di Jack.» fece un sospiro abbastanza forte, ma io non risposi, e così tirò fuori tutto quello che aveva da dire.
«Sei una viziata patentata, cazzo!» gridò. «Se non ottieni tutto quello che vuoi, allora non sei soddisfatta. Era questo che volevi, non è vero?» si avvicinò. «Volevi farmi capire "chi è che comanda." Non è così? Ma ti sbagli di grosso cocca, qui le carte le decido io. Con un solo sguardo posso decidere di metterti KO prima ancora che tu te ne renda conto.»
Spalancai gli occhi. «Tu vorresti mettere me KO? Ma davvero? Sei ridicolo. Tu mi sfidi, mi guardi perennemente con quell'aria da "io ho ragione e tu no". E non è così.» mi uscì uno strano suono stridulo. D'accordo, lo ammetto: in quel momento sembravo io la bambina infantile, ma in mia difesa, c'è da dire che quel ragazzo faceva sparire quel briciolo di ragione che possedevo.
«Adesso andiamo da Jack così potrai asciugarti. Sei bagnata fradicia, e con questo vento rischierai di prenderti un brutto raffreddore.»
Non cercai neanche di fargli notare che anche lui era fradicio dalla testa ai piedi. E non gli feci neanche notare che per colpa sua eravamo senza asciugamani per poterci asciugare e senza alcun vestito di ricambio.
STAI LEGGENDO
Never let me go.
RomanceA diciannove anni, Jane Mason era riuscita a mandare a monte la sua vita, lasciandosi andare ad un destino che non le toccava. Orgogliosa, sensibile e tremendamente testarda, non si faceva abbattere da nessuno, tanto meno da un tipo qualunque, conos...