-capitolo 13-

483 30 7
                                    

I 3 per tutta la notte escogitarono un piano. Non sapevano niente del loro nemico e nemmeno dei suoi poteri. L'unico modo per non rischiare era conoscere il nemico da vicino. Il team sette decise di infiltrarsi fra la servitù del palazzo, così che  potessero sorvegliare Rin senza dare nell'occhio.
D'altro canto Rin stava escogitando un piano tutto suo. Non voleva rimanere in quel luogo con quella gente, ma non voleva nemmeno mettere in pericolo Naruto e gli altri. Per tutta la notte non chiuse occhio, quello era un vero e proprio dilemma. Verso l'una, stanca di provare ad addormentarsi, Rin si alzò e andò verso la finestra ad ammirare il cielo stellato. Non sapeva però  che nemmeno Naruto aveva chiuso occhio e che in quel momento la stava osservando. La sua esile figura alla luce lunare aveva qualcosa di magico. I suoi occhi verdi risplendevano nell'oscurità, anche se da essi si poteva intravedere la tristezza e la disperazione per quella situazione. Rin si sentì osservata e per poco Naruto non venne scoperto. Convintosi che era solo la sua immaginazione, Rin tornò nella camera, lasciando  a Naruto la possibilità di osservarla un po' più allungo.
----------------------------------
Il giorno seguente i tre si mischiarono alla servitù.  Tutti avevano cambiato notevolmente il loro aspetto:
Naruto ora non era più il biondo testaquadra  dagli occhi azzurri, ma un splendido corvino dagli occhi azzurri come il cielo estivo.

  Tutti avevano cambiato notevolmente il loro aspetto:Naruto ora non era più il biondo testaquadra  dagli occhi azzurri, ma un splendido corvino dagli occhi azzurri come il cielo estivo

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Sasuke non era più il moro rubacuori dagli occhi neri, ma uno splendido ragazzo castano dagli occhi color nocciola.

 Infine, Sakura non era più la dolce ragazza dai capelli rosa e gli occhi verde-mare, ma una ragazza corvina dagli occhi neri come l'oscurità

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Infine, Sakura non era più la dolce ragazza dai capelli rosa e gli occhi verde-mare, ma una ragazza corvina dagli occhi neri come l'oscurità.

 Infine, Sakura non era più la dolce ragazza dai capelli rosa e gli occhi verde-mare, ma una ragazza corvina dagli occhi neri come l'oscurità

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Ovviamente parliamo del Team 7, che a distanza di anni non perde l'occasione di prendere in giro un compagno di squadra.
" PAHAHAHAHAH, SAKURA, HAI VISTO SASUKE?!" disse ridendo il biondo, ormai divenuto moro.
" Ma ti sei visto?!" Gli disse Sasuke alquanto offeso.
" SMETTETELA VOI DUE O VI MANDO DALL'ALTRA PARTE DEL MURO!" disse Sakura facendo smettere i due. Anche se loro erano più forti, facevano male i pugni di Sakura. Ne sapeva qualcosa Naruto, che fin da bambino veniva picchiato da quella donna alquanto violenta.
" Ora che ci penso...Naruto, perché non ti sei trasformato in un ragazzo dai capelli rossi... Dopotutto dicevi sempre che tua madre aveva i capelli rossi e che tu avresti tanto voluto ereditarli"disse  Sakura alquanto pensierosa.
" Semplice, se lo avessi fatto sarei stato molto più riconoscibile! Proprio perché è un mio desiderio" gli rispose tranquillamente Naruto.
" Hai ragione, non ci avevo pensato" gli diede ragione la ragazza.
"Ragazzi, dovremmo cambiare pure i  nostri nomi" disse Sasuke che fino ad allora era rimasto in silenzio.
" Hai ragione...Io mi chiamerò Menma Toriokai" disse immediatamente Naruto.
Sakura sapeva del perché avesse scelto proprio quel nome. Era il nome che avrebbe avuto se i suoi genitori fossero sopravissuti quella tragica notte.
" Io mi chiamerò Fukasago Minai" disse Sasuke.
" E io mi chiamerò Miradai Guruy" aggiunse  infine Sakura.
I tre si separarono e Naruto andò nella camera dei camerieri del 'sovrano' .
Proprio mentre si mise in riga con gli altri il rapitore entrò e fece un annuncio.
" Bene camerieri, vorrei che uno di voi portasse alla principessa la colazione."
Guardò attentamente tutti gli individui, per poi soffermarsi su Naruto.
" E tu chi saresti?" Gli chiese accigliato.
Il moro fece un inchino e con testa bassa rispose
" Signore, io sono Menma Toriokai, vengo da paese della nuvola." Gli costava comportarsi così con l'uomo che tanto avrebbe voluto strangolare in quel momento, ma pensò a Rin.
" Bene... Sarai tu a portare la colazione alla principessa. Assicurati che mangi. Detto ciò, siete tutti congedati"
Tutti si congedarono e Naruto andò a portare a Rin la colazione. Utilizzò il rintraccio del chakra per trovare la camera e quando ci riuscì bussò alla porta.
" Avanti" disse la voce delicata di Rin.
Appena entrò la trovò seduta sul letto a fissare la finestra. Gli faceva male vederla così, ma doveva attenersi al piano.
" Principessa, le ho portato la colazione" Disse guardandola attentamente.
" Lascialo là, lo mangerò più tardi" disse a bassa voce Rin.
Il moro non capì se finora avesse mangiato o no, ma era un po' dimagrita.
Si preoccupò. Se il signore aveva detto di sorvegliarla e di assicurarsi che mangi voleva dire che non aveva toccato cibo. No. Non poteva permetterlo. Sì avvicinò a lei con il vassoio.
" Ti ho detto-" ribadì lei, ma venne interrotta immediatamente da Naruto
" Principessa, so cosa mi ha ordinato, ma la prego di mangiare, almeno un poco" le disse con tono dolce e  guardandola negli occhi . Rin sentì una sensazione famigliare. Quegli occhi erano famigliari, anche troppo. Naruto approfittò della distrazione della ragazza per avvicinarle il cucchiaio per farla mangiare. Rin aprì la bocca, sempre guardando il ragazzo che somigliava tanto al suo amore. Naruto la imboccò e fu felice che lei avesse accettato di mangiare. Una volta terminato il pasto il moro notò che la castana era sempre più immersa nei suoi pensieri.
" Va tutto bene principessa?" Le chiese.
" Ti prego, chiamami Rin. Prego, siedi" gli disse indicandoli il posto vicino al suo.
Naruto si sedette vicino a lei e non proferì parola. Lei aveva lo sguardo perso nel vuoto quando iniziò a parlare.
" Ho un brutto problema da risolvere. Se non scappo da questo posto rischio molto, ma se lo facessi tutte le persone  che amo e a cui voglio bene rischiano di morire." Disse quasi come un sussulto. Lei non ci poteva credere, si stava confidando con uno della servitù che avrebbe potuto facilmente dire tutto al suo padrone.
" Ti prego, dimentica cio-" guardó quegli occhi blu che l'avevano fatta innamorare per la prima volta. Avrebbe riconosciuto ovunque quegli occhi. No, non poteva sembrarle.
" Naruto..." Disse sussurando.
Naruto a sentir il suo nome sussultò, ma doveva mantenere la copertura.
" No..io...io sono Menma, Menma Toriokai" disse il finto moro cercando di convincerla.
La castana si alzò di botto. No, non poteva delirare proprio ora.
" No..no...no....!" Disse alzando sempre di più la voce.
" Principes- volevo dire, Rin! Cosa ti succede?!" Disse allarmato Naruto.
Perfino la voce era la stessa.
" Naruto..." Disse nuovamente.
Le venne un attacco di panico. Tutto girava e vedeva sfuocato. Stava per cadere, ma Naruto la prese in tempo.
" Rin, Rin calmanti!" Disse ad alta voce il moro.
" No... Naruto...ti prego...dimmi che sei te..."
Al biondo si spezzò il cuore a vedere quella scena. Lei, fra le sue braccia, implorante di dirle la verità.
Lei stava facendo sempre più fatica a respirare. Naruto fece l'errore che non poteva permettersi di fare.  La prese fra le sue braccia e le sussurò nell'orecchio.
" Sono io, sono qui per te. Per favore, ora calmati, ci sono io. Non ti succederà niente" le disse con tono dolce e implorante.
La castana si rilassò al sentire la sua voce e i battiti iniziarono a regolarsi. Agì d'instinto. Baciò il biondo. Ne aveva un disperato bisogno e solo in quel momento Naruto si accorse che anche lui ne aveva bisogno. I due si staccarono e Naruto le bacio la fronte.
" Rin, resisti. Ci sono io ora. Ce ne andremo da quì presto, te lo prometto". La prese in braccio e la posò sul letto, lasciandola riposare.
Quella giornata sarebbe stava molto lunga per entrambi.

Una storia mal raccontataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora