-capitolo 4-

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La missione andò a buon termine. I ragazzi passarono una settimana al villaggio della sabbia, poi tornarono finalmente a casa. In quei giorni di permanenza Rin e Naruto si conobbero meglio. Si divertivano e scherzavano. La gente per strada poteva perfettamente scambiarli per fidanzati per come si comportarono. Durante il viaggio non riscontrarono nessun pericolo, e per questo erano molto più spensierati. Rin una volta tornata andò con Naruto a fare rapporto e poi tornò immediatamente a casa. Nel mentre incontrò Hinata e una ragazza dai capelli rosa.
" Ciao Rin!"
" Ciao Hinata"
La ragazza sconosciuta le sorrise e le porse la mano.
" Ciao, io sono Haruno Sakura!"
" Piacere, Rin Uchiha"
" U-uchiha?"
" Hmm"
" M-ma?"
" Non erano stati tutti massacrati? Beh, diciamo che io non ero nell'elenco"
" Scusa, non volevo-"
" No tranquilla, non potevi saperlo"
Sakura le sorrise e Rin ricambiò. Quelle ragazze erano davvero simpatiche.
" Ehm Rin, ti va di venire con noi stasera?"
" Certo! A che ora?"
" Alle 7?"
" Va bene!"
La castana andò a casa e una volta entrata nell'edificio si appoggiò alla porta, poi iniziò a saltellare qua e là per la stanza. Rin poteva sembrare una ragazza fredda, ma in realtà non aveva mai conosciuto l'amicizia, l'amore materno o Paterno, nè altri tipi di affetti. Lei aveva conosciuto solo dolore e tristezza. Questo piccolo invito per lei era l'occasione di conoscere queste nuove emozioni. Pensava di essere sola, ma a quanto pare aveva torto. Una voce la fece tornare alla realtà.
" Hey, noto che siamo di buon umore"
Allo stipite della porta vi era Naruto che sorrideva alla scena. Inutile dire che la ragazza diventò rossa come un pomodoro. Cercò di ricomporsi e di fare un po' la dura, ma non riusciva ad ingannare Naruto.
" Ok ok, sono stata invitata ad una serata fra amiche"
" Uh, bello! Da chi?"
" Non sono informazioni che ti devo dire!"
" Sicura?"
Il biondo si avvicinò pericolosamente alla castana.
* Non vorrà*
" HELL NAH"
Iniziò a correre per la sua vita e per i suoi polmoni. Naruto la rincorse per tutta la casa, ma Rin ci teneva davvero. Aprì la porta e iniziò a correre per il villaggio. Pensò che Naruto non l'avrebbe mai inseguita, ma ovviamente si sbagliava. Naruto continuò l'inseguimento ridendo mentre tutti fissavano confusi i due. Rin rideva e correva sempre più veloce per seminare Naruto, ma questi riusciva a mantenere il passo. Rin corse e saltò per un edificio all'altrò. Notò che non vi erano tracce del perfido biondo. Il tempo di guardare indietro che qualcuno la prese per i finachi.
" Ti ho presa."
Naruto aveva l'affanno, Rin no. Semplicemente era abituata a correre molto.
" Penso di no"
La copia scoppiò in una nuvola di fumo e la vera Rin potè giungere a casa e prepararsi.
" Eh?"
Naruto era rimasto impalato come un salame a guardare la copia che svaniva.
" È furba"
Nel mentre che lui tornava a casa, lei uscì di casa.  Trovò Hinata e Sakura e andarono ad un ristorante.
" Allora Rin, parlaci un po' di te" le aveva chiesto improvvisamente Sakura.
Erano al tavolo da dieci minuti. Sakura aveva ordinato delle costolette di manzo con contorno di insalata, Hinata del sushi e Rin una bistecca marinata con contorno di patate.
" Beh...non c'è molto da dire..."
La castana si portò il bicchiere di vino alle labbra. Era vero, non aveva niente di piacevole da raccontare.
" Ma come no? La tua famiglia?"
" Mai conosciuta. Sono stata rapita e cresciuta in una prigione da quando ne ho memoria."
Le ragazze si imbambolarono. Rin aveva raccontato ciò come se fosse normale, anche se di normale non vi era niente.
" Ehm..io.."
La ragazza posò il bicchiere al tavolo, imbarazzata per la figura.
" Scusami. Sono stata un'insensibile!"
" No, tranquilla, comunque raccontatemi qualcosa di voi!"
" Io come sai sono Sakura, ho 17 anni e lavoro all'ospedale. Sono stata allieva della leggendaria Sannin Tsunade e ora passiamo molto tempo insieme."
" Io sono Hinata, ho 17 anni e mi piace prendermi cura degli animali"
" Bello!"
" Dimmi Rin, quali sono le tue abilità?"
" Hm .... Possiedo il mangekyou sharingan e il Rinnegan"
" Rinnegan?! Ma perché non lo vediamo?!"
" Poiché lo nascondo con le mie abilità"
Rin scoprì l'occhio destro nel quale vi era il Rinnegan.
" Fenomenale"
" Hinata, tu invece?"
" Io possiedo il Byakugan"
" Davvero interessante, te Sakura?"
" Io? Niente di che. Possiedo una forza sovrumana che mi permette di creare un abisso con un singolo pugno"
" Niente di che?! Magari lo potessi fare io!"
Le tre parlarono e ridacchiarono come se conoscessero Rin da una vita. Dopo essersi ubriacate un po' inziarono a chiaccherare sull'argomento ragazzi.
" A Sakura piace Sasuke!"
" E a te Naruto"
In quel momento Rin smise di ridere. Allora aveva ragione... Hinata amava Naruto. Si sentì in colpa e si alzò. Le due la guardarono confusa e lei si scusò immediatamente.
" Ragazza scusate, ma devo tornare a casa."
" Nessun problema Rin, ci vediamo!"
La ragazza annuì e un po' brilla tornò a casa. Notò che le luci erano spente. Guardò l'orario.
* Dannazione, è mezzanotte*
Andò a farsi una doccia veloce e dopo ciò andò in salotto. Naruto dormiva e non voleva svegliarlo per sbaglio, inoltre doveva iniziare a mantenere le distanze, non voleva rovinare l'amicizia con Hinata. Se le piaceva l'avrebbe aiutata, anche se le faceva male. Si mise sul divano. Faceva freddo e si pentì di non aver preso con sé almeno una coperta. Sì raggomitolò in posizione fetale e si addormentò. Dopo poco tempo sentì dei passi, poi successivamente due robuste braccia che la prendeva a mo' di sposa  e la portavano in camera. Lei fece finta di dormire per tutto il tempo. Naruto la posò sul letto poi si avvicinò a lei e la strinse fra le sue braccia. Pensando che la ragazza stesse dormendo le lasciò un bacio sulla fronte e la strinse di più a sé. Il cuore di Rin esplose. Si sciolse completamente e si sentì in colpa. Lei voleva allontanare Naruto per non ferire Hinata, ma allo stesso tempo feriva Naruto. L'unica soluzione era cercare di evitarlo il più possibile senza che lui se ne accorgesse. Decise che avrebbe chiesto all'Hokage più missioni, così da evitare Naruto, ma avere allo stesso tempo una scusa valida. Ciò le pose un peso sul petto, che le faceva male ogni volta che respira, ma dopotutto era per una buona causa, vero?

Una storia mal raccontataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora