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Il giovane grifone tornò a casa solo quando del suo drago, ormai, non rimase che un puntino.
Era rientrato nel regno mostrando la sua solita maschera di indifferenza e serietà, passando oltre alle guardie che si inchinarono al suo passaggio.
Mentre camminava nei lunghi corridoi il suo maestro di lettere lo affiancò, iniziando una ramanzina per aver saltato le lezioni, che con pacata freddezza, giustificò affermando di aver dato la precedenza ad un incarico affidatogli direttamente dal sovrano, lasciando l'uomo a bocca asciutta ad inchinarsi per congedarsi.

Alla fine del lungo corridoio, Keigo si trovò davanti ad un'enorme portone di legno rifinito con decorazioni dorate, prese un respiro profondo e assottigliando lo sguardo aprì le porte, creando un gran eco nella grande sala.

Il sovrano, seduto sul trono, si stava consultando con il primo consigliere, ma destato dal forte rumore, guardò severo il proprio figlio che, si stava incamminando verso di loro.

T: "spero tu abbia delle buone ragioni per irrompere in questo modo nella sala del trono nel bel mezzo di un consiglio"

Keigo adesso di fronte al padre si inchinò sommessamente, prima di parlare

K: "sire...ho notizie da quell' incarico..."

Il grifone con un cenno della mano congedò l'uomo, rimanendo
soli nella stanza.

T: "allora? Sentiamo, cosa hai scoperto dal giovane principe?"
K: "Todoroki oggi si è presentato all'incontro, si fida sempre più ogni giorno che passa, oggi mi ha informato che il capitano del primo battaglione dell'esercito è un ragazzetto di diciassette anni e nonostante queste informazioni fossero già di sua conoscenza, ho trovato opportuno riferirle che si sta svolgendo tutto secondo i piani...inoltre sono riuscito a scoprire che la parte più protetta del castello, oltre alla sala del trono, sono le camere della famiglia reale, al grande e possente todoroki a quanto pare...piace dormire sogni tranquilli"

Un ghigno di scherno si palesò sul suo volto e sollevato lo sguardo per incatenarlo in quello del padre, notò che anche lui stava sorridendo beffardo.

T: "capisco...ottimo lavoro figliolo, presto ci prenderemo la nostra vendetta...ma evita di saltare il tuo addestramento...hai un ottima intelligenza ma vedi di non trascurare la tua forza...dovrai, presto, essere pronto a combattere"

K: "certo padre, se non le dispiace mi congederei, questo è tutto quello che avevo da dirvi"
T: "vai pure Keigo, per ora il tuo lavoro qui è terminato".

Il cuore batteva forte nel petto,
Quando si chiuse in camera sua.
Un profondo sospiro lasciò le sue labbra mentre si accasciava lungo il legno della porta.

Ce l'hai fatta anche oggi Keigo...almeno così non dovrebbero esserci pericoli di un attacco notturno o di rapimento nel sonno.

Il biondino chiuse gli occhi prendendosi qualche minuto per tornare a respirare ed ovviamente i suoi pensieri andarono in una direzione.
Un sorriso dolce si estese sul suo volto e la sensazione dell'albino che lo accarezzava per poi addormentarsi sulla sua schiena gli riempì il cuore di un gioioso tepore.

Si portò istintivamente una mano alla guancia,
Poteva ancora percepire il calore delle sue labbra su di essa,
Era stato piacevolmente strano.
Aveva sentito perfettamente la morbidezza del labbro superiore in netto contrasto con il ruvido labbro inferiore, sensazione, che gli provocò un brivido lungo il corpo, il tingersi delle sue guance ed il cuore esplodergli nel petto.

Riaprì gli occhi, che nonostante la stanchezza e la dura prova sopportata, erano tornati a brillare a quei ricordi.

La prossima volta sarà il mio turno...Dabi

Sospirando, si alzò dal pavimento per sdraiarsi sul letto.
Dalla tasca interna del doppio petto color beige estrasse la spina regalatagli dal maggiore.
Per tutto il tempo cercò di rimanere impassibile, ma l'idea che qualcuno, durante il rientro, potesse scoprirgli l'oggetto lo terrorizzava.
Ma adesso, nella sua stanza, non si pentì della sua scelta, di portarlo con sé.
Ne accarezzò la superficie, leggermente ruvida al tatto nonostante fosse ben levigata, fece pressione sulla punta leggermente arquata notando quanto essa fosse affilata e ne rimirò il colore di un nero così intenso e profondo...a molti quel colore potrebbe spaventare, ma per Keigo, quel colore, era il più rilassante di tutta la tavola cromatica.
Gli ricordava la notte, quello splendido cielo scuro, illuminato solo dal lieve chiarore lunare, il silenzio e la pace che poteva godersi solo in quei momenti, lontano dai suoi genitori, potendo finalmente sfuggire alla realtà, come in quell'istante.

Istintivamente se lo portò alle labbra e ne baciò delicatamente la superficie, per poi lasciarsi sfuggire un leggero ghigno divertito

Ok...sei giustificato per la piuma, se anche tu hai reagito così...bhe...non posso darti torto...prima o poi Dabi...mancano solo quattro anni e poteremmo vederci tutti i giorni alla luce del sole.

Con il sorriso sulle labbra, Keigo si girò su di un fianco, in posizione fetale, strinse a sé, con entrambe le braccia, quel piccolo oggetto a livello del cuore, cercando di ricordarsi il calore e la dolce sensazione che le braccia del drago gli avevano regalato.

Ho paura dabi a volte penso di non farcela, a volte, vorrei davvero mettere fine a tutto questo, subito, gettando al vento ogni cosa... ma...io...io voglio solo vivere con te...ti voglio nella mia vita...sei...sei speciale e se tu lo vorrai...sarai mio.

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