♡ DESTINY ♡ _Charles Leclerc_

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Dopo il raggiungimento del terzo posto, che si lo só non è da me ma avevo davvero l'umore a terra dopo la litigata con Daniel, raggiunsi la mia stanza di hotel senza parlare con nessuno che incontrassi, non perché non volessi ma sarei stata molto scortese le gare che vanno male mi fanno diventare una furia. Ma non è questo il punto. Sentii delle urla provenienti dai corridori dove Sentii più volte gridare il mio nome, mi affacciai per vedere se fosse qualche fan da mandare via, ma invece era lui.
Mi ritrovai davanti un Max completamente ubriaco che mi cercava stanza stanza gridando quanto mi amasse ancora. Con Pierre e Charles avevamo una porta comunicante tra le nostre stanze quindi iniziai a bussare con tutta la forza che avevo in corpo, finché uno dei due mezzo addormentato non mi aprii "Pierre nascondimi qui poi ti spego" "ma che succede?" Sentimmo bussare alla porta sentendo il ragazzo dall'altra parte gridare come un pazzo capendo di aver trovato la porta giusta "ci penso io, tu stai lontana dalla porta" rispose. Annuì anche abbastanza preoccupata.
La porta si apri e cercando di spitonare Pierre per entrare lo fece con una forza che mi aveva fatto paura..Max furioso è ingestibile ne só qualcosa.
Iniziò a buttare tutto all'aria come suo solito avvicinandosi sempre di più a me.
"Guarda come mi hai ridotto è tutta colpa tua" cercai di indietreggiare ma senza risultati "sei tu che ti vuoi vedere così, io non centro nulla se sei infelice della tua vita" risposi in tono freddo guardandolo leggermente con disgusto, tentò di baciarmi ma non ne ebbe il tempo che qualcuno lo prese di spalle e lo spintonó fuori dalla stanza. Era Charles che non era in stanza ma era fuori per una chiamata di lavoro e non voleva disturbare Pierre che dormiva e chiuse dietro di loro la porta. Non sentii rumore di botte che si davano almeno non per adesso, finché Pierre non aprì la porta per vedere cosa stesse succedendo e Max con uno scatto mi lanciò la bottiglia che aveva in mano addosso e cercandola di evitare caddi in un tavolino di vetro conficcandomi un bel pezzo di vetro sulla gamba.  Guardai i ragazzi mostrando le mie mani sanguinanti senza accorgermene della gamba.