•Capitolo 21•

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Mentre arriva l'ambulanza non riuscivo a pensare ad altro che al dolore lancinante, che sentivo alla mia caviglia.

Christian mi teneva nonostante, non stesse nel migliore dei modi.

Vengo caricato su una barella, temevano fosse una rottura. Non appena iniziano a tastare delicatamente la parte, si rendono conto che non si tratta di una rottura, ma pensano ad una frattura.

Zero's pov
La notte in ospedale era passata abbastanza velocemente, tra pianti disperati fatti nel collo del più grande, telefonate alla famiglia. La caviglia gli viene fasciata da un infermiere, che gli raccomanda l'assoluto riposo per minimo tre settimane.

"Forza... Piccolo, stringi i denti... Devono spruzzarti il ghiaccio. Farà un pochino pochino male" Sussurra Christian al suo orecchio, per dargli forza.

Lo spray era pungente, ed il minore di ritrovò costretto a stringere fortissimo le braccia del più grande, lasciando il segno delle unghie.

"Ora passa, resisti... " Continua a ripetergli, ma il dolore era così incessante che Mattia cominciò a piangere.

Si calmò soltanto quando gli fecero una siringa contro il dolore.

"Mi sento proprio stanco... C-chri... Non voglio andare via, ti p-prego" Stringe la maglia del moro, facendola diventare una straccio.

"È l'effetto della medicina, stai tranquillo" Lo tiene stretto, fino a quando non si addormenta, tenendo le labbra schiuse, con quel fare bambinesco che tanto lo contraddistingue.

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"Si vedrà se potrà rimanere nella scuola" Fu come l'ennesimo pugno allo stomaco per Mattia, non ne poteva più. Riceveva solo brutte notizie e questa era l'ennesima.

Accascia immediatamente la testa sul tavolo, venendo subito circondato dalle braccia amorevoli di Carola, che gli pronuncia parole di conforto.

Christian combatte contro se stesso per non crollare, proprio lì, davanti a tutti. Ogni volta che sentiva la possibilità che il più piccolo andasse via, si sentiva letteralmente morire, non poteva neanche immaginare come sarebbe stato il suo percorso senza di lui. Era la sua ancora, era tutto. Il suo primo amore, era tutto quello che aveva sempre desiderato.

Ma decide di farsi forza, si alza, per poi avvicinarsi al più piccolo sussurrando.

"Forza...forza..." Gli accarezza delicatamente la spalla, il ragazzo piangente si alza alzandosi il cappuccio correndo nel bagno.

Christian's pov
Lo seguo senza pensarci due volte, poggio la testa sulla porta.

"Apri.... " Volevo aggiungere qualche parolina dolce, per poi ricordarmi di essere ripreso.

Lui esce, io faccio segno di stoppare ai cameraman, fortunatamente loro capiscono la situazione. Lo sollevo da terra, facendo ovviamente attenzione e lo stringo forte forte.

"Piccolo andrà tutto bene, tornerai a ballare vedrai. Questo dannato tango, lo faremo, ne sono convinto" Sento il suo petto scuotersi dai singhiozzi, mi sta venendo da piangere terribilmente, ma non posso. Devo essere forte. Per lui, devo convincerlo che è tutto apposto.

"C-chri... N-non voglio andare a casa" Alza la testa e vedo i suoi occhioni blu, colmi di lacrime.

"Non andrai a casa, devi stare tranquillo. Ti prometto che andrà tutto bene. Ti fidi di me no? " Annuisce debolmente contro l'incavo del mio collo.

"Allora per come ti avevo detto che avresti vinto contro Nunzio, e per tutte le sfide che hai vinto. Vincerai anche questa, perché tu sei forte. Non mollare" Gli accarezzo i capelli cercando di rassicurarlo in qualche modo.

Interminabili ore, passiamo distesi sul mio letto, dopo aver letteralmente esaurito le parole di conforto che potevo riservargli si addormenta, ed io, proprio come si fa con i bambini, mi metto seduto continuando a tenerlo leggermente inclinato.

"M-mi bruciano gli occhi" Le prime parole che pronuncia, non appena si sveglia.

Lo conduco in fino al bagno in braccio, facendogli risciacquare il viso.

"Meglio? " Annuisce.

"Vuoi prendere un pò d'aria? " Annuisce di nuovo.

'Passeggiamo', per così dire, lo tengo sulle mie spalle facendo avanti e indietro per il cortile degli studi Mediaset.

"Che ne dici, se domani ti cucino i pancakes? Quelli che ti piacciono tanto"

"Si... Grazie. Chri ti voglio tanto bene, davvero non so come farei senza di te" Arriccio il naso, alla sue parole.

"Mi vuoi bene? " Giro il viso verso di lui.

"Si... Prima di amarti, ricorda sempre che ti ho voluto bene e te ne voglio tutt'ora. Per me non sei solo il mio ragazzo, sei il migliore amico... E si forse, grazie alla Mediaset, ho capito che sei anche un pochino mio fratello. Ti preoccupi per me, ci sei sempre per me. Davvero, io non so cosa ho fatto per meritarmi una persona come te. Grazie di sopportare il mio essere un perenne piagnucolone, grazie di sopportare i miei momenti no e tutte le inconcepibili disgrazie che si abbattono su di me." Dice ridacchiando alla parte finale.

"Beh... Proprio fratello no. O almeno, io non mi scopo mio fratello" Rido, dandogli un leggero pizzicotto sulla gamba.

"Vabbæ era per dire"  Rido, ancora di più nel sentire il suo accento barese.

"Muovt mæ" Ripeto una delle celebri frasi, detta in uno dei video sulla nostra 'amicizia' della Mediaset.

"Tu non mi hai ancora risposto, al mio momento poetico" Mi ricorda con un broncio non appena torniamo in casetta.

"Mhhh" Lo conduco in bagno, sedendolo sullo sgabello.

"Anche per me sei tutto. Sei il fiore nel deserto, che ho sempre cercato. Mi prenderò cura di te, in ogni situazione. Potresti piangere anche ogni secondo della tua vita, io ti amerei lo stesso" Vedo finalmente sul suo volto, la forma del suo lucente sorriso.

"Mi aiuti a lavarmi? " Mi chiede con gli occhioni da cucciolo.

"Sono qui per questo"

"Adesso questo bimboooo, deve dormire" Lo prendo in giro stendendolo sul letto, dopo averlo lavato. Gli gratto il pancino, come si fa con i neonati.

"Dai stupido" Ride, scacciando via la mia mano.

Allaccia le braccia al mio collo.

"Aspetta amore, ti sistemo la caviglia, sennò sei scomodo" Mi alzo e depongo il cuscino sotto la sua caviglia, per farlo stare il più comodamente possibile.

"Cerca di stare dritto" Gli raccomando, stendo mi al suo fianco con la massima attenzione.

"Mmmh volevo abbracciarti" Si lamenta.

"Anzi poggia la testa qui, per una volta voglio tenerti io" Faccio come richiesto, sento le mani accarezzarmi un capelli per poi sentire le sue labbra poggiarsi sulla mia fronte.

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