XV. IL BALLO

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Quando mio padre annunciò che avrebbe dato un ballo a casa nostra il mio cuore perse un battito. Non riuscivo quasi a crederci.

-Sarà una sorta di debutto in società, come fanno le ragazze a Londra- spiegò, mentre mangiavamo.

Io e Beth eravamo fuori di noi dalla gioia. Mai ci era capitata qualcosa di simile!

-Qui non c'è nessuna società da conoscere- borbottò mio fratello.

-Smettila Chris!- urlò mia sorella.

-Ma è la verità!- protestò -Questa non è Londra-

-Ragazzi!- ci riprese mia madre, che odiava le discussioni a tavola.

Sia Beth sia Chris misero il broncio, così la cena proseguì avendo come unico suono la voce di mio padre che pensava a come far invidia a tutto il paese.

-Ho portato delle cose bellissime dai miei viaggi- spiegò -e dei vestiti per voi, ragazze- guardò prima me e poi mia sorella, con un enorme sorriso.

-Non vedo l'ora di indossarli!- urlò Beth, battendo le mani, sotto lo sguardo di disapprovazione di mia madre.

-Sarai un vero incanto- disse mio padre.

I giorni seguenti passarono molto rapidamente tra i preparativi per il ballo e la prova degli abiti. Katlyn fu coinvolta da me e mia sorella nella preparazione degli inviti.

Sfortunatamente per molte sere non riuscii a vedere Joseph perché c'era gente in casa fino a tardi. Fu solo il quarto giorno dall'annuncio di mio padre che finalmente riuscii a sgattaiolare via e a raggiungerlo. Temevo quasi che Joseph si fosse stancato di attendere. Sbagliavo. Lui era lì come sempre. Mi sorrise non appena mi sentì arrivare, come se non fosse passata neppure una notte senza che ci fossimo visti. Mi fece un profondo inchino, facendo frusciare il suo mantello.

-Mia principessa, quasi temevo che aveste scelto un altro cavaliere-

Non potei fare a meno che scoppiare a ridere. -Oh, certo, mio principe, ho trovato un cavaliere che mi ha portata via con lui-

-E dove vi ha portata, mia bella?- continuò lui, un luccichio divertito nel suo sguardo.

-In un castello molto lontano da qua-

-Sembra una fuga d'amore-

-Non proprio... diciamo che mi sono stancata presto... anche perché un uccellino mi ha detto che voi, mio principe, mi stavate aspettando-

-Un uccellino molto indiscreto- controbattè lui.

-Un uccellino molto simpatico- lo corressi, poi sorrisi -mi dispiace, mio padre ha deciso di organizzare un ballo-

-Lo so, lo so-

Lo fissai sorpresa. -Lo sai?-

-Certo, in paese non si parla d'altro che del debutto in società tuo e di tua sorella- si strinse nelle spalle -non è una cosa che succede spesso qua-

-Mio padre è convinto di essere ancora a Londra- mormorai, quasi come una scusa.

-Non deve comunque essere male un ballo simile- mi rispose Joseph, incoraggiante.

-No, per niente... tu verrai?- lo chiesi così, quasi senza pensarci.

Joseph mi fissò sorpreso, come se gli avessi chiesto qualcosa di strano. Mi parve quasi che si chiudesse in se stesso.

-Lo dicevo solo perché così potremo continuare a parlare di Mary Sue- mi affrettai a dire, come una sciocca. Notai con orrore che lui contraeva la mascella. Ero stata molto indelicata. Mi affrettai a pensare qualcosa da dire. -E poi mi piacerebbe che tu venissi- aggiunsi.

La sposa del mareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora