Quando tornai a casa trovai mia sorella languidamente sdraiata sul mio letto.
-Ehi, cosa ci fai tu qua?- le chiesi, sorpresa.
Beth mi guardò con attenzione. Uno strano sorriso le piegava le labbra carnose. –Volevo vedere la mia ubbidente sorella che infrange le regole- si mise seduta, l'abito bianco frusciò –allora, tutta colpa di questo Joseph, giusto?-
Sbuffai. –Ti odio quando fai così, lo sai?- mi lasciai cadere sul fondo del letto. Ero stanca e le mie labbra sapevano ancora di caramello. Lottai contro la voglia di passarci sopra la lingua. Non era proprio il caso.
-Certo, certo, io però voglio sapere di te e Joseph- disse, lo sguardo attento. Mi stava osservando, stava cercando segni in me di ciò che avrebbe potuto essere successo.
Avvampai. –Non c'è nulla da sapere- mi difesi, ma il tono risultò incrinato e poco credibile.
-Invece sì- insistè lei.
-Beh, tu sei l'ultima che puoi rimproverarmi, ti ho visto con quel ragazzo-
-E che me ne importa?- rispose lei, ridendo. Il viso era l'esempio dell'allegria. Se un pittore avesse voluto dipingere l'allegria, beh, non aveva che da copiarlo.
-Potrei dirlo a nostra madre- le risposi, stringendo i lembi dell'abito. Il cuore mi tuonava nel petto e io ero distratta dal sapore di caramello.
-E io le dirò di Joseph- mi minacciò.
Uno a uno. Restai immobile, senza sapere cosa dire.
-Su, raccontami di lui... in paese tutti sono certi che sia un mostro, un ragazzo solitario, quasi un selvaggio... suo padre perlomeno lo era-
-Cosa sai di suo padre?- indagai.
-Quello che sanno più o meno tutti, che era un tipo poco raccomandabile- mi scrutò con attenzione –non te ne ha mai parlato?- chiese, senza nascondere la sorpresa.
-Lui non parla molto della sua famiglia-
-Ci credo, tutti credono che la madre fosse pazza e che il padre fosse crudele- fece una smorfia –povero giovanotto-
Cercai di comprendere a pieno il significato di quelle parole. Cosa voleva realmente dire Beth?
Le mie fughe non terminarono lì. Suppongo che a quel punto l'argine fosse rotto e nulla al mondo avrebbe potuto dividerci. Una volta Joseph mi condusse al solstizio d'estate. In quell'occasione c'era il mercato e i Reietti potevano mischiarsi con noi. Lo fece solo in seguito alle mie preghiere, perché lui lo trovava poco adatto a una ragazza.
-Ci sono varie ragazze del villaggio- protestai.
-Sì, ma non sono come te- dichiarò.
Aggrottai la fronte. –Perché? Come sono io?-
-Sei diversa- fece un mezzo sorriso, il suo sorriso un po' storto –vieni, andiamo, ma dovrai sempre stare al mio fianco, siamo d'accordo?-
-Certo- risposi, curiosa.
Il villaggio era stato completamente decorato con lunghe alghe. Una grande grotta finta era stata costruita lì vicino. Lo fissai sorpresa. Tutte le persone indossavano delle maschere.
-Benvenuti- ci disse Anne, venendoci incontro. Il suo viso era nascosto da una maschera azzurra a forma di pesce. Ce ne porse due. –Mettetele, su-
Non feci domande e ubbidii. La maschera aderiva completamente al mio viso. Osservai Joseph mettere la sua.
Un ragazzino venne verso di noi. Paul, ricordai il nome con cui mi era stato presentato. Joseph fu rapidissimo, mi avvolse nel suo abbraccio protettivo e mi allontanò da lui.
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La sposa del mare
Historical Fiction❤️ Shortlist Wattys 2022 ❤️ (COMPLETA) "Si narra che la stia ancora cercando, che non si fermerà fino a quando non la stringerà tra le braccia. Quando il mare ruggisce significa che lui la chiama a sé. Vita dopo vita i due s'inseguono, s'incontrano...