XVIII. IL MIO RIFUGIO

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La  sera seguente dovetti seminare mio fratello. Chris aveva infatti scoperto le mie uscite notturne, probabilmente, pensavo all'epoca, a causa di mia sorella e della sua impossibilità a tenere un segreto, e voleva vedere dove sarei andata. Era stata Katlyn a mettermi al corrente di ciò.

-Ho sentito che ne parlava con il suo amico, vuole capire con chi ti vedi- mi disse, mentre eravamo sedute in giardino, all'ombra di un grande albero.

-Grazie- le sussurrai.

Lei scrollò la testa, giocherellando con i capelli. -Sappi che io non sono del parere che tu ti veda con quel... ragazzo- sostenne, una smorfia sul viso. Sospettai che la parola che volesse realmente usare non fosse quella. -Però sei mia amica- continuò.

-Grazie davvero- e l'abbracciai, un gesto che la sorprese.

-Ora dobbiamo pensare a un modo per bloccarlo- disse Katlyn, un sorrisetto furbo sulle labbra che mi fece capire che aveva già pensato a qualcosa.

-Ti ascolto-

Fu così che diedi a Katlyn i miei vestiti e Chris, convinto che fossi io, la seguì nel bosco. Quanto risi al pensiero di averlo ingannato!

Un'altra volta Chris tentò d'impedirmi d'uscire chiudendomi in camera. Anche questa volta sventai il piano grazie all'aiuto di Katlyn, che aveva rubato una chiave di scorta dalla governante. Oggi mi chiedo come Katlyn riuscisse sempre a prevenire mio fratello. All'epoca non presi mai in considerazione il fatto che tra loro potesse esserci qualcosa. Era inconcepibile che la mia più cara amica mi nascondesse una cosa simile. Il tempo però fa comprendere meglio e spesso fa chiarezza sul carattere delle persone. C'era forse qualcosa tra i due e ora penso che fosse Katlyn a dire la verità a Chris. La mia amica faceva insomma il doppio gioco.

Poche sere dopo l'incontro  con Bel decisi di svelare a Joseph un mio segreto.

-Tu mi hai portato in un posto che per te è molto importante- dissi, tirandomi indietro i capelli -ora devo ricambiare io-

-Non dirmi che questa brava ragazza ha un luogo nascosto in cui rifugiarsi?- mi chiese lui, un sorriso divertito sulle labbra.

-All'incirca- sorrisi -è un posto in cui posso essere veramente io- ammisi. Non l'avevo mai pensata in questi termini.

Qualche tempo prima quando mio padre aveva deciso di abbattere quella piccola casetta in legno mio fratello si era opposto. Io ero solo una bambina all'epoca, ma sospettavo che Chris la volesse usare per portare le ragazze, anche se non comprendevo esattamente perché. Presto però mio fratello si era stancato di quel rifugio, preferendo affittare una stanza alla locanda del villaggio per passare il tempo con la sua amante del momento. La casetta era quindi rimasta vuota, quasi dimenticata. Avevo iniziato così a decorarla, sia all'esterno, sia all'interno. Ci portavo tutte quelle cose che mi sembrava utili, prendendole da casa. Spesso erano oggetti che intanto sarebbero andati buttati. Per esempio i cuscini di seta che mia madre aveva ordinato direttamente da Parigi e che poi si era scoperto essere del colore sbagliato. Li avevo sottratti di notte, nascondendoli sotto il mio abito. Avevo fatto la stessa cosa con delle vecchie tende di velluto, che erano state strappate da Chris e Kevin mentre giocavano a fare gli spadaccini in salotto. Le avevo cucite con cura, quindi le avevo sistemate nella casetta.

Aprii la porta, il cuore in gola. Ero nervosa. E se a Joseph non fosse piaciuta? Non era una vera casa. Non c'erano neppure delle sedie, ma i cuscini erano sparsi per terra per sostituirle. Mi fermai di lato per farlo passare, il cuore che batteva forte per l'ansia. Non sapevo esattamente perché fossi così nervosa. Joseph restò in silenzio alcuni secondi, mentre il mio cuore batteva sempre più forte. Alla fine vidi un sorriso piegargli le labbra e compresi, con una strana gioia che gli piaceva.

-Questo posto è bellissimo- e fui soddisfatta di quelle parole -Se vuoi potrà diventare il nostro rifugio-

-Sì- mi affrettai a dire, il cuore in gola, le ginocchia tremanti.

Quella stessa notte mentre osservavamo il cielo fuori dalla  casetta vedemmo una stella che cadeva, graffiando il cielo scuro.

-Chissà dove vanno le stelle quando cadono- sussurrai.

-Vuoi scoprirlo?-

-Perché no?- chiesi, certa che scherzasse.

-La troverò per te- decise -un giorno tornerò con quella stella solo per te e tu dovrai darmi qualsiasi cosa io desideri- decise.

Lo fissai divertita. -Va bene- lo assecondai -Qualsiasi cosa-

Joseph non rispose. Compresi che aveva qualcosa in mente.


NOTE DELL'AUTRICE:

Ciao!

Cosa ne pensate di questo capitolo?

A presto

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