XXIII. IL BACIO

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Non affrontai mai Chris riguardo alla sua lite con Joseph.  Vorrei dire che non lo feci per un qualche motivo strategico, ma non fu così. Semplicemente non ne ebbi il coraggio. All'epoca mi chiesi se si trovasse in mezzo ai Reietti per caso oppure mi avesse seguita apposta. Ora ho la risposta. Mi confidai con Katlyn al riguardo.

-Come mai si trovava lì?- chiese, con gli occhi che brillavano di una strana luce.

-Non lo so- ammisi.

-Non si sarà invaghito di una di quelle?- chiese, la voce stridula.

Chris con una Reietta? La risata mi uscì spontanea dalle labbra, ottenendo uno sguardo furioso di Katlyn.

-Non scherzare! Quelle donne... sono serpi incatatrici-

Aprii le labbra per difenderle. Avrei voluto parlarle di Anne, folle d'amore, oppure della dolce Susy. Non ci riuscii. C'era qualcosa in Katlyn che me lo impedì.

-No, non è possibile!- urlò, paonazza.

-Perché ti arrabbi così?- domandai, confusa.

Katlyn scosse la testa, i capelli che le ricadevano sul viso. -Non importa... hai imparato gli ultimi messaggi che si possono lanciare con i ventagli?- chiese. Sapevo che si riferiva alle riviste che mio padre aveva fatto arrivare.

-Sì- mormorai, chiedendomi perché volesse cambiare discorso.

Katlyn non era più la ragazzina timida di un tempo. Ora era una donna che voleva atteggiarsi a gran dama. Come potevo non notare gli abiti elaborati che lei stessa si cuciva? E le occhiate languide che lanciava ai giovanotti? Era diventata più simile a mia sorella, lasciando i libri per i trucchi. Io, mi resi conto con amarezza, ero rimasta indietro. Io rimanevo sempre indietro.

E poi successe, in una sera come mille altre. Io e Joseph passeggiavamo lungo un sentiero.

Un ponticello di legno stava sospeso sopra il fiume. Sembrava in trepidante attesa di qualche povero sprovveduto che ci passasse sopra.

-Su, andiamo- mi disse Joseph, tirandomi con sé.

Scossi la testa. -Io su quella cosa traballante non ci passo- protestai.

-Non avrai paura, vero?- mi provocò.

-No- mentii, la voce troppo stridula perché la mia bugia risultasse realistica.

-Ti tengo io- disse.

Sospirai. -Devo fidarmi?-

-Certo che devi fidarti- mi spinse avanti con dolcezza, il braccio che mi cingeva la vita. Mi lasciai guidare, stranamente confortata dal suo abbraccio. Mi teneva con delicatezza, come se fossi stata una fragile bambola di porcellana.

Il ponticello tremò sotto il mio peso. Arretrai e finii tra le braccia di Joseph. Voltai la testa per guardarlo e per dirgli che volevo tornare indietro, ma le nostre labbra s'incontrarono. Sentii il suo peso delicato e bollente. Joseph mi avvolse nel sue abbraccio, premendo delicatamente le sue mani contro la mia schiena. Schiusi la bocca, desiderosa di accoglierlo, il cuore che mi sfarfallava nel petto. Il mio primo bacio. Improvvisamente mi parve che ci fossimo solo noi due al mondo. Non sentii più il rumore dell'acqua che scorreva sotto di noi o quello del fruscio delle foglie, tra le quali si muovevano gli animali notturni. Neppure quello del ponte che cigolava. C'eravamo solo noi due. Il ponte traballò sotto il nostro peso e... cademmo rovinosamente nell'acqua. Lanciai un urlo, mentre Joseph parava il colpo con il suo corpo. Affondammo insieme, mentre mi stringevo terrorizzata a lui. La sensazione dell'acqua gelida mi fece rabbrividire. Per un attimo il viso mi finì sott'acqua e l'aria mi mancò. Scalciai disperata. Qualcosa mi afferrò per la vita e mi tirò su. Incontrai lo sguardo preoccupato di Joseph.

-Tutto bene?- mi chiese, ansante.

-Sì, sì- sorrisi.

Joseph annuì. Era buffo con i capelli neri bagnati che gli stavano appiccicati sul viso. Sembravano inchiostro liquido.  -La cosa peggiore di tutto questo è che avevi ragione tu, il ponte non reggeva-

Sorrisi. -Certo che non reggeva, era chiarissimo... abbiamo rischiato di farci male- lo rimproverai, ma il mio tono era dolce.

-Per niente! Ho parato la caduta- replicò lui.

-Già- mi sentii avvampare, ripensando al bacio che ci eravamo scambiati.

-Sono o non sono un perfetto principe?-

Risi e lo colpii delicatamente sul braccio. -Quando fai così proprio non ti sopporto-

-Non importa- si spinse in avanti e mi baciò nuovamente.

Ricordo sempre con un leggero brivido quella notte. E non solo perché ero completamente bagnata, ma soprattutto per i baci che io e Joseph ci scambiammo. Persi presto il conto.

Joseph mi condusse fuori dal fiume solo quando un vento gelido ci fece rabbrividire entrambi e mi coprì con il suo mantello, stringendomi dentro di esso. -Mi dispiace solo che non sia asciutto-

Mi strinsi nelle spalle. -Non importa- e lo avvolsi nel mio abbraccio. Lo strinsi così forte che i nostri corpi aderirono e mi spinsi sulle punte per stampargli un leggero bacio sulle labbra. -Se mi prenderò un raffreddore vorrà dire che mi dovrai tantissimi baci-

Joseph sorrise. -Io adoro dare baci-

Mi tirai un po' indietro, fingendomi offesa. -Spero che adori dare baci solo a me-

-Certamente- mi sollevò, facendomi fare un mezzo giro su me stessa, facendomi sentire gioiosa come una bambina -come potrei desiderare un'altra quando ho la perfezione davanti a me?-

Risi, scioccamente felice. Mi sentivo come mai prima di allora. Joseph mi faceva sentire completa. E fu proprio mentre ero ebbra di felicità che la vidi. La Dama Bianca, l'abito eternamente bagnato, che mi fissava con sguardo triste, i lineamenti confusi come se fossero nascosti dietro un velo.  Un senso d'inquietudine mi strinse la gola. Chi era quella donna?


NOTE DELL'AUTRICE:

Ciao!

Cosa ne pensate di questo tenero momento?

A presto 

La sposa del mareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora