VI. LETTERE

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Fu Chris a scoprire il mio segreto. Un giorno mi scoprì mentre cercavo di uscire, nonostante non mi fosse stato dato il permesso, per lasciare la lettera nel posto indicato. Stavo cercando di calarmi dalla finestra quando lui mi vide.

-Pania!- esclamò, sorpreso e preoccupato –Non cadere- si buttò in avanti, le braccia alzate.

-Prendimi- gli risposi io, che ero in piedi sul piccolo davanzale già da qualche minuto, terrorizzata all'idea di cercare di calarmi di sotto, ma non riuscendo a rinunciare al pensiero di consegnare la lettera.

-Ferma!- mi riprese Chris. Il viso era teso, preoccupato.

-Devo scendere!- gli risposi.

-Perché? Stasera non si può uscire, nostra madre te lo ha certamente detto-

-Non mi ha spiegato il perché- dissi, tenendomi con una mano al telaio della finestra. Cercavo di non guardare giù, il cuore in gola, le mani sudate.

Chris indugiò. Sembrava lottare tra il desiderio di dirmi il motivo e un'oscura ragione che lo spingeva a stare zitto. –Cosa devi fare?- chiese infine.

Io indugiai parecchio, prima di dirgli delle lettere. Gli dissi la verità perché io di Chris mi fidavo. Non era forse mio fratello? Il mio eroe che, quando i mostri minacciavano di prendermi, mi proteggeva? Non avrei mai creduto che Chris potesse fare qualcosa contro i miei desideri, che potesse farmi del male.

-Hai un ammirato segreto?- chiese, il suo sorriso da sbruffone, quando finii di raccontargli tutto.

-Non essere sciocco- borbottai, sperando che non notasse il rossore sulle mie guance –è un amico, solo un amico, ora mi prendi?-

Lui scosse la testa. –Niente da fare, però se mi fai cadere la lettera, la porto io dove la lasci di solito-

Gli sorrisi e gli mandai un bacio. –Grazie- e, stupida ingenua, lasciai cadere la lettera.

Chris la prese al volo, con un salto, quindi fece un profondo inchino e strizzò l'occhio. –La porterò a destinazione, non temere, mia donzella- poi si fece serio –tu non devi uscire da casa, va bene? Il mare è molto agitato, non voglio che ti succeda qualcosa-

Tremai al pensiero del mare in tempesta. –Si calmerà?- chiesi con un filo di voce.

-Certo- Chris sorrise e il suo tono tornò allegro, le rughe di preoccupazione scomparvero dal suo viso perfetto –non succederà nulla, credimi, io ti proteggerò-

-Questa notte verrà consegnata una sposa, vero?- sapevo che era vero, lo sentivo nel profondo del cuore.

-Pania!- mi riprese Chris –Non dire sciocchezze, sono sempre più certo che non avremmo mai dovuto raccontarti quelle storie-

-Le avrei sapute comunque- controbattei –ne parlano tutti-

-Ne parla Sarah- borbottò. Restai sorpresa del fatto che chiamasse la nostra governante semplicemente Sarah. All'epoca non avevo prestato attenzione agli sguardi che i due si scambiarono, nonostante Sarah fosse più grande di Chris.

-Non solo lei-

-Rientra, Pania, non me ne vado fino a quando non sarai dentro, con la finestra chiusa-

Sospirai, fingendomi stufa. In realtà un brivido mi stava percorrendo la schiena. Avevo freddo, ma non era per la temperatura esterna. Rientrai con attenzione, aggrappandomi alla finestra per non cadere. Quando finalmente saltai dentro sentii mio fratello chiamarmi.

-Pania, chiudi la finestra-

-Sì, sì- ubbidii, presa da un oscuro terrore.

Quella notte la pioggia cadde con violenza. Io restai rannicchiata nel letto, mentre le solite figure entravano nella mia stanza. Cercavo d'ignorarle, ma era inutile. C'erano esili ragazze vestite di bianco, in lacrime. Giovanotti coperti di alghe. Cavalli fatti d'acqua. Fu una vera processione alla quale io fui costretta ad assistere. Il mare era venuto a rendermi omaggio. E il terrore di essere una delle spose, mi fece quasi impazzire.

Nei giorni seguenti aspettai la risposta alla mia lettera. Il mio misterioso interlocutore era sempre stato molto puntuale. Attendevo un'altra di quelle sue lettere in cui mi parlava dei suoi sogni, del suo folle desiderio di visitare il mondo, della sua solitudine, di quel senso di angosciosa mancanza che io conoscevo bene. La risposta non arrivò mai. Attesi invano per giorni. Quando lo dissi a mio fratello, lui, spergiuro, giurò che l'aveva messa proprio dove gli avevo detto.

-Mai fidarsi degli uomini- aggiunse -siamo dei gran bugiardi, probabilmente quel ragazzo si è stancato di scriverti-

Fu proprio in quel periodo che Chris iniziò a frequentare quello che sarebbe diventato il suo migliore amico.

Non ricordo molto di Kevin. La verità è che è sempre stato un ragazzo che non attirava l'attenzione su di sé. E in confronto a mio fratello Chris, così esuberante ed eccentrico, Kevin spariva letteralmente. Non che fosse brutto, forse era addirittura più bello di Chris, ma per me era simile a uno spettro. Non so neppure quando iniziò il suo interesse per me. È molto triste questo pensiero. Magari in un altro mondo, in un'altra dimensione, in un'altra esistenza, io e Kevin siamo insieme, felicemente e semplicemente innamorati. Sarebbe stato molto più facile. La vita però non è facile. E l'amore normalmente porta un gran numero di problemi. Prima di tutto si tende sempre a innamorarsi del ragazzo sbagliato. È un classico che non merita neppure di scriverci sopra dei commenti. Mio fratello sosteneva che Kevin fosse l'eccezione alla regola che tutti gli uomini sono inaffidabili.

-Sarei felice di vederti fidanzata con lui- mi disse un giorno.

Io non gli risposi. Non capiva che non avrei mai potuto amare Kevin? Eravamo semplicemente incompatibili. Kevin era un ragazzo con poca immaginazione, dedito al dovere e senza nessun interesse per i romanzi e le leggende. Una delle tante persone a cui il mondo non sembra un luogo magico. Io non ero così e non lo era neppure Joseph.


NOTE DELL'AUTRICE:

Ciao!

Cosa ne pensate?

A presto ❤

La sposa del mareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora