XXXV. DUELLO

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Non sapevo con chi confidarmi. Mi resi conto, con una grande tristezza, che non avevo amici. Non mi ero mai sentita così sola. E così mi diressi al villaggio dei Reietti. Ero certa che lì avrei trovato una persona con cui confidarmi. Lo feci consapevole che la strada avrebbe potuto essere pericolosa. Non era raro che venissero organizzate spedizioni punitive verso i Reietti e se mi avessero presa per una di loro... meglio non pensarci. Mi avvolsi in un lunghissimo mantello, nero come la notte, sollevai il cappuccio e partii, il cuore che scandiva il tempo con i suoi furiosi battiti. Non era la mia prima fuga notturna. Joseph mi aveva instillato l'amore per quelle trasgressioni, ma era diverso. Non stavo correndo da lui. Ero quasi arrivata a destinazione quando li incontrai. Una coppia che parlottavano, abbracciati vicino a un albero. Mi fermai, percorsa da un terribile sospetto. Poteva essere Joseph? No, era più robusto di Joseph. La cosa mi rassicurò. E poi sentii la voce della ragazza.

-Baciami, su, baciami- Susy.

Perfino lei era felice in amore! Perfino la candida e timida Susy! Decisi di proseguire, persa nel mio dolore. Il villaggio era quasi deserto. Mi guardai intorno, confusa. Dov'erano tutti? E poi vidi Anne, seduta su un tronco tagliato, impegnata a cucire. Quindi anche i Reietti cucivano? Il pensiero, chissà perché, mi fece ridere. Sembrava impossibile che si dedicassero a qualcosa di così normale, di quasi banale. Non appena mi avvicinai alzò lo sguardo e vidi che aveva gli occhi rossi, come se avesse pianto. Joseph! Era per lui che aveva versato quelle lacrime? Pensava che fossi un mostro?

-Oh, Pania- Anne si alzò e mi venne incontro. Lasciai che mi stringesse a sé. Piangemmo insieme. Le lacrime che la vita richiede alle donne. Piangemmo per noi, per Joseph, per tutto il male che sembravo attirarmi addosso. Mi sentivo infelice. Ero un danno per chiunque m'incontrasse.

-Andrà tutto bene- mi rassicurò Anne -vedrai, andrà bene-

E avrei davvero voluto crederle. -Dove sono tutti?- chiesi piano.

-Alla grotta con... ehm, Joseph... loro... stanno facendo un rito propiziatorio-

Non replicai. Ero un mostro, solo un mostro. -Morirà o finirà in carcere-

-Non temere, non succederà-

E restammo vicine, nella notte buia e silenziosa. Per la prima volta, dopo molto tempo, sentii di aver trovato un'amica.

Ricordo con precisione la mattina del duello

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Ricordo con precisione la mattina del duello. Il sole brillava nel cielo azzurro come se fosse stata  una giornata destinata alla felicità. Io non avevo dormito. Non ero proprio riuscita a chiudere occhio al pensiero che Joseph avrebbe potuto morire. Mi piacerebbe dire che in quelle ore d'angoscia pensai anche a Kevin, alla sua possibile morte, a quanto questa avrebbe influito sulla mia serenità. Mentirei. Non che razionalmente non mi dicessi che Kevin meritava il mio affetto e il mio sostegno, ma vicino a Joseph spariva. La verità era che se mi avessero chiesto di fare il nome di una sola persona da salvare io avrei scelto Joseph. Lo farei ancora oggi. Io amerò sempre Joseph. Fu l'inquietudine che mi percorreva il corpo che mi spinse a correre verso il luogo dove si sarebbe svolto il duello. L'abito pesante che indossavo mi rendeva difficile correre, così quando arrivai ero piegata in due dalla fatica e il fianco sinistro mi doleva. Mi aggrappai al tronco di un albero.

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