XXXXIII. LACRIME

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I giorni successivi l'atmosfera divenne tesa. Al villaggio tutti sapevano della brutale resa dei conti ed erano furiosi. Volevano la testa di Joseph insomma. Io cercavo di stare calma. Mio padre aveva concesso il matrimonio, provocando la furia di Chris e anche quella di Kevin. Gli omicidi nel frattempo continuavano. Persone trovate a pezzi nel bosco. Io ignoravo chiunque accusasse Joseph della cosa.

Mi preparai per il fidanzamento, una piccola formalità. Scelsi l'abito, bianco come quello della regina Vittoria alle nozze. Non posso descrivere la gioia che mi faceva quasi tremare. Ero felice, tremendamente felice.

Dovevo ancora imparare che normalmente, quando le cose sono troppo belle per essere vero alla fine non lo sono. È purtroppo una costante. La perfetta felicità non appartiene a questo mondo. No, non ci appartiene per niente.

Successe la notte prima. Joseph venne a trovarmi in camera. Quando lo sentii bussare alla finestra mi chiesi che cosa mai potesse farci lì. Non era tradizione che il marito non vedesse la moglie prima delle nozze? Questa cosa doveva valere anche per il fidanzamento... oppure no? Un senso d'angoscia mi strinse lo stomaco. Corsi ad aprirgli.

-Joseph, cosa ci fai qua?- gli chiesi. Notai subito qualcosa sul suo volto. Era pallido, aveva delle profonde occhiaie. Era sconvolto, molto più deperito dell'ultima volta in cui lo avevo visto. –Cosa c'è?-

Joseph saltò dentro la stanza. Barcollò anche un po' e io compresi tutto il turbamento del suo spirito ed ebbi paura. Molta paura.

-Non possiamo sposarci- furono le tre parole che disse. Semplici e orribili. Fu come se avesse preso il mio cuore e me lo avesse strappato dal petto. Potevo sentire il sangue che scorreva lungo il mio petto.

Mi sentii gelare il sangue nelle vene. –Cosa?-

Joseph sospirò. Aveva i bellissimi occhi azzurri arrossati. –Ti amo, Penny, ti amerò per sempre, ma non posso sposarti, io... sono un mostro, non posso sposare una brava ragazza come te-

Sentii le ginocchia cedermi. Joseph si buttò in avanti, un movimento fluido ed elegante, mi afferrò per la vita e mi sostenne. Io ricaddi in avanti e la mia fronte si posò sulla sua spalla. Fu in quel momento che sentii l'odore del vino. Mi ritrassi, ma lui continuò a tenermi per la vita. Una stretta forte, che mi sorreggeva e mi faceva tremare.

-Hai bevuto- gemetti, ricordando quello che si diceva in giro. Il padre di Joseph beveva. E poi il mio sguardo cadde sulla sua manica. C'erano delle macchie rosse. Sangue. Ripensai a quella leggenda, alla maledizione del mare. Il respiro mi mancò e per poco non svenni. Lui seguì il mio sguardo e fece una smorfia.

-Non posso, mi dispiace, io... sono un mostro, ti condurrei solo sulla via sbagliata-

-Tu non potrai mai condurmi sulla via sbagliata- gemetti. Come potevo dirgli di tutto il mio amore? Io amavo solo lui, non avrei mai potuto amare un'altra persona. Non desideravo altri che lui. Qualsiasi cosa fosse. Feci un passo avanti e gli buttai le braccia al collo, lanciandomi avanti per baciarlo. Volevo perdermi nelle sue labbra, volevo convincerlo che ero io il suo unico amore. Lui assecondò il mio bacio, ma non lo fece durare molto. Con dolce fermezza posò le mani sulle mie spalle e mi spinse indietro. Il suo sguardo azzurro sembrava un mare in tempesta.

-Devo andare- mi sussurrò.

-Resta, ti prego- mormorai, le lacrime agli occhi.

Lui scosse la testa. –Partirò, andrò lontano,  dove... -

-No, ti prego, non partire-

-Devo farlo, io... faccio dei sogni, Penny, tu non immagini neppure che genere di sogni siano, sono orribili- scosse la testa e i capelli gli ricaddero sul volto. Sembrava molto stanco, come se non dormisse da giorni. –Lo faccio per te- mi confidò, piano.

-Tu non sai cos'è meglio per me- mi aggrappai a lui. Non volevo lasciarlo andare. –Non puoi saperlo-

-Sì, invece... voglio proteggerti-

-Io non ho bisogno di essere protetta-

Joseph fece un passo indietro. –Mi dispiace- e uscì dalla finestra.

Mi lanciai in avanti battendo contro il davanzale. Non sentii quasi dolore. In lontananza, in mezzo all'erba, potevo vedere la Dama Bianca. Stava piangendo.

Il mare non gli permise di partire. Era agitato, ruggiva, urlava, come se non volesse che Joseph se ne andasse. Le morti continuarono.

Fu così che decisi di seguire i consigli che avevo letto in quei vecchi romanzi e che avevo anche visto applicare da mia sorella. Bisogna far ingelosire gli uomini. Quel pomeriggio mi vestii molto bene. L'idea era quella che Joseph mi vedesse e l'unico modo per farlo era quello di andare dove lui si sarebbe certamente trovato. Fu così che chiesi a Kevin di accompagnarmi in paese. L'amico di mio fratello fu felicissimo di questa cosa. Era certo che, dopo che il mio matrimonio era saltato, per lui ci fosse una vera possibilità. Mi sentivo in colpa perché lo stavo usando in quel modo? Non saprei dirlo, all'epoca era talmente assorbita da Joseph che non riuscivo a pensare ad altro.

Sapevo che Joseph sarebbe stato al porto per scaricare le navi. Era molto preciso al riguardo e voleva controllare personalmente ogni cosa. Infatti lo trovai proprio lì, a controllare le sue navi. Era pallido, gli occhi arrossati, i capelli in disordine. Un uomo distrutto, pensai. Sarei volentieri corsa da lui. Gli avrei sussurrato che andava tutto bene, che dovevamo solo tornare insieme. Non lo feci. Tremavo ed ero nervosa. E poi lui ci vide. Fu come se il mondo intero si fermasse. Mi mancò il respiro. Cos'avevo fatto? Joseph contrasse i pugni. Per un attimo immaginai che sarebbe finita male. Avrebbe lottato con Kevin? Lo avrebbe fatto a pezzi? Non successe nulla di tutto questo. Semplicemente si voltò e se ne andò.

Dicono che non esista cosa peggiore al mondo che una donna tradita. Vi assicuro che è così. Nulla al mondo è pericoloso quanto una donna tradita e io mi sentivo mortalmente tradita. Avevo amato Joseph alla follia. Lo amavo ancora. Non riuscivo a immaginare la mia vita senza di lui. Joseph diceva di non essere degno di me, ma se non lo era lui allora chi lo era? Non certo Kevin, succube di mio fratello. E neppure quei ragazzotti che mi fissavano quando passavo nel villaggio, come se fossi semplicemente carne da macello. Io volevo Joseph, lo desideravo come non avevo mai desiderato nulla in tutta la mia vita. Se non potevo avere lui, beh, tanto valeva non avere nessuno. Il mio cuore però sapeva che lui mi voleva ancora. Era inevitabile. Lo sapevamo entrambi di essere due parti della stessa anima. E se lui voleva scappare, beh, io sarei andata a riprendermelo. A qualsiasi costo.

Mi recai perfino da Anne, bisognosa di un suo consiglio.

-Credo che sia per quella sciocca storia- mi spiegò -una predizione fattagli da Bel in cui dicono che ucciderà la donna che ama-

La fissai sconvolta. Non ne sapevo nulla. Mi sentivo tradita perfino da Bel in quel momento.  Ma cosa le era venuto in mente? -Non può crederci-

-Joseph... sta cambiando, lo vediamo tutti qua- continuò Anne, pensierosa.

Per poco non svenni a quelle parole. Lo stomaco mi si ghiacciò. Era un conto sentirle da mia sorella, che odiava Joseph,  ma da lei... -Cosa vuoi dire?-

Anne scosse dolcemente la testa. -Non devi temere, l'amore per te... lui ti ama sempre... ha paura... gli parlerò, dammi tempo-

Annuii. Non potevo sapere che le parole di Anne non sarebbero servite a nulla. Forse avrebbe solo peggiorato la situazione.


NOTE DELL'AUTRICE:

Ciao!

Cosa ne pensate?

A presto

La sposa del mareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora