Il giorno del mio quindicesimo compleanno successe qualcosa che in seguito avrebbe preso una sfumatura diversa. Mi arrivò un pacco. Lo trovai appoggiato fuori dalla porta della mia stanza e quando mi piegai a prenderlo fui avvolta dal dolce profumo della salsedine. Ero certa che fosse un regalo di mio padre, lui era proprio il tipo che faceva delle sorprese simili. Lo aprii, il cuore che martellava nel petto, e vidi che era un bellissimo abito. Bianchissimo, per metà in pizzo, con il corpetto decorato da piccole perle. E poi compresi. Era un abito da sposa. Bianco come quello della regina Vittoria. Restai a bocca aperta. Era un messaggio? Cavalli fatti d'acqua sarebbero venuti a prendermi e mi avrebbero trascinata dal mio sposo? Il pensiero mi faceva quasi scoppiare in lacrime. Dovevo saperlo e c'era solo una persona che avrebbe potuto dirmelo. Corsi di sotto e bussai con foga alla porta di Vittoria. –Vi prego, zia, vi prego, devo parlarvi- la supplicai.
All'inizio non ci fu risposta, tanto che credetti che non mi avrebbe mai risposto, che non volesse avere nulla in comune con me.
-Si tratta del mare- mi affrettai ad aggiungere –devo sapere se io sono una Sposa del Mare- le parole mi uscirono con difficoltà. Stavo tremando.
La porta si aprì con un fastidioso cigolio, come se non venisse spalancata da moltissimo tempo. –Entra- disse una voce che proveniva da un altro mondo.
Indugiai un attimo, chiedendomi se non avrei fatto meglio a voltarmi e correre via. Non potevo tirarmi indietro però. Inspirai ed entrai. La camera era grande e buia. Notai che le tende erano tirate. C'era un grande letto a baldacchino, un tappeto rosso e uno scaffale pieno di libri. Alla mia sinistra vidi una porta chiusa.
-Sei la piccola Pania-
Un brivido mi percorse la schiena. Mi voltai lentamente. Una donna alta e magra era avvolta nell'ombra, completamente vestita di nero. Il viso era pallido ed emaciato, reso ancora più chiaro dai capelli scuri.
-Sì, sono io- sussurrai e le spiegai perché mi ero spinta fino a quella terra dimenticata. -Sono una Sposa del Mare?- chiesi infine, il cuore in gola, in attesa della risposta che mi avrebbe cambiato la vita.
Mia zia mi fissò con grande attenzione, gli occhi enormi e neri. Sembrava che stesse cercando qualcosa in me, come se volesse capire se ero all'altezza del ruolo che credevo di dover interpretare. Ero degna di essere una Sposa del Mare?
-Io ero una di loro- disse dopo quel lungo e pesante silenzio, confermando un sospetto che avevo sempre avuto.
-Voi?- chiesi in un soffio, in modo tale che nessuno potesse sentirmi oltre a lei, anche se eravamo soli.
-Siamo condannate- sospirò –anche tu vedi le cose che non ci sono, vero? Anche tu sei diversa-
Deglutii. Sì, ero diversa, molto diversa da Beth. –Come si può convivere con queste cose?-
Vittoria si strinse nelle spalle. Era esile, tremendamente esile. Sembrava che potesse spezzarsi. –Ognuno ci convive come può, certe impazziscono, altre provano a vivere la loro vita-
Lei era scappata, si era nascosta.
-Non c'è una soluzione, non ci potrà mai essere una soluzione, bisogna solo tentare di vivere come si riesce-
-Cosa vedevate?- chiesi piano.
-Acqua, spesso acqua, poi le creature che dall'acqua vengono, è lo stesso che vedi tu, vero?-
Annuii, assalita da un senso di nausea che quasi mi faceva sentir male. –Mi verranno a prendere? Mi trascineranno in mare?- chiesi debolmente, ripensando ai miei incubi.
Lei rise, una risata spettrale. –Le spose della nostra famiglia sono papabili fino ai quindici anni, se non vengono scelte entro quell'età non lo saranno mai più- mi spiegò, un sorriso divertito sulle labbra sottili.
-Quindi sono libera?- gemetti.
-Sì, sei libera-
Non riuscivo a crederci, sapevo che c'era qualcosa che non andava. Sospirai. Io ero una Sposa del mare, dovevo essere la Sposa. Quel pensiero in fondo mi aveva sempre ossessionata. Io discendevo dalla Prima Sposa.
-Goditi la tua vita, ragazza- continuò mia zia -Sei fortunata, anche se non lo sai-
-Sì, lo so- ammisi con un filo di voce. Feci un passo per uscire dalla stanza, ma mi fermai. Ero certa che non avrei mai più rivisto mia zia. Mi voltai verso di lei. -Perché non uscite anche voi? Non potete farlo?-
-Non c'è nulla ad aspettarmi là fuori, non più-
-Ci siamo noi, la vostra famiglia- controbattei.
-Io non ho più una famiglia- disse, la voce vibrante di dolore -Lo imparerai un giorno, non ci si può mai fidare della propria famiglia-
Aveva ragione, ma all'epoca non le credetti.
NOTE DELL'AUTRICE:
Ciao!
Cosa ne pensate?
A presto!
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La sposa del mare
Ficção Histórica❤️ Shortlist Wattys 2022 ❤️ (COMPLETA) "Si narra che la stia ancora cercando, che non si fermerà fino a quando non la stringerà tra le braccia. Quando il mare ruggisce significa che lui la chiama a sé. Vita dopo vita i due s'inseguono, s'incontrano...