La Cittadella dei Vampiri

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Lo seguo in groppa al lupo che corre tra le montagne ad alta velocità e raggiungiamo la cittadella nel giro di qualche ora. Kain atterra qualche piano sopra di noi mentre io e Icarus siamo bloccati a terra. Le macerie ci aiutano a scavalcare un'alta recinzione, così circumnavighiamo parte della struttura fermandoci solo quando vediamo il vampiro dai capelli bianchi uscire da un cancello e scendere una scalinata.

<<Dove siamo?>>

<<Questa cittadella apparteneva ai nostri antenati vampiri, abbandonata da tempo, sin dalla loro estinzione, eoni fa>>

Mi soffermo ad osservare l'immensa costruzione, vertiginosamente alta.

<<Wow...>>

Con la scalinata alle spalle, ci troviamo un cancello alla sinistra, bloccato da una serratura ad incastro, e un corridoio davanti a noi. Mentre ci dirigiamo verso l'arcata, alcuni umani nascosti sotto un mantello di piume provano a saltarci addosso, cercando di colpirci con dei lunghi artigli metallici o con delle lame dal manico in osso. Sono intimoriti dalla presenza di Icarus, ma nonostante l'animale, cercano comunque di difendere il loro territorio. Parlano una lingua strana tra di loro, come se appartenessero a una tribù indigena, ma tra le loro parole si può riconoscere il termine "vampiro". Eliminati coloro che ostacolano il nostro cammino, proseguiamo oltre un'inferriata, raggiungendo quello che sembra un antico tempio dei vampiri. Sulla facciata ci sono due affreschi, quello a destra ormai cancellato dal tempo, e al centro una porta in parte interrata, bloccata dall'emblema dell'equilibrio.

<<Questi devono essere i campioni profetizzati dai vampiri>>

Raggiungo Kain davanti all'altro dipinto.

<<Uno è destinato ad essere il redentore di Nosgoth, l'altro il suo distruttore...>>

Quando osservo bene l'affresco, sento come se qualcuno mi avesse dato un pugno sullo stomaco: la raffigurazione rappresenta il campione dei vampiri, dalle ali piumate e dalla pelle blu, venire trafitto da una lama fiammeggiante brandita da una creatura munita di ali di membrana. Un Hylden.

<<E l'esito profetizzato è inequivocabile...l'eroe dei vampiri...cadrà...>>

Lo sguardo di Kain è fisso sul dipinto, determinato a capire e, nel caso, a cambiare le sorti di quella profezia. Si sposta senza dire una parola, oltrepassando il tempio.

<<Aspetta, non riusciamo ad entrare?>>

<<No. Ho solo due parti dell'emblema, dobbiamo recuperare le altre due>>

Lascio cadere le spalle e sospiro. Lo seguo, troviamo un altro cancello bloccato dall'emblema e una nicchia, dove su un piedistallo è poggiato un altro disco di pietra, con un simbolo simile ad un vortice. Lo recuperiamo e torniamo verso il cancello vicino alla struttura principale, lo apriamo e troviamo alcuni spettri da un occhio solo e altri indigeni. Con la mietitrice di Kain e la mia, ci liberiamo degli ennesimi nemici e procediamo giù per una scalinata scavata nel terreno roccioso, trovando un rialzo e i resti di un ponte. Dall'altro lato del precipizio c'è quello che sembra un portale. Con uno slancio elegante, Kain salta dall'altro lato. Icarus prende la rincorsa e lo segue. Guardo giù, non vedo il fondo. Cammino all'indietro, corro e salto. Il mio piede si appoggia sul bordo della sporgenza, ma scivola e devo aggrapparmi. Il vampiro si affaccia e mi tende una mano. Lo guardo inquisitoria.

<<Non ti mollo, o il cucciolotto qui dietro mi sbrana>>

Roteo gli occhi e afferro il suo braccio, lasciando che mi sollevi.

<<Grazie>>

Kain va verso il portale, passando alla larga del lupo che lo fissa emettendo un ringhio grave. Lo raggiungo e gli accarezzo il muso.

Anche se sarà doloroso, io vivrò per te (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora