Capitolo 11: Ricordi

29 2 1
                                    

Rientro nello stesso momento in cui Raziel si chiude la porta alle spalle.

<<Niah? Ti ho sentita allontanarti. Dove sei andata?>>

Mi guarda mentre chiudo la finestra.

<<Che ci facevi fuori? Sei una nuova nata, non puoi esporti al sole!>>

<<L-lo so...>>

<<Stai bene?>>

Si avvicina e controlla se ho delle scottature.

<<Sì, va tutto bene...non ho niente>>

Nemmeno lui ci crede. Il sole passa attraverso le tende, mi avvicino e gli mostro che non sono come lui.

<<C-com'è possibile?>>

<<Credevo avessi una risposta...n-non lo so...>>

Guardo fuori, verso il bosco.

<<E prima...sono andata tra quegli alberi da frutto laggiù... a quanto pare, devo mangiare cibo umano, oltre a dovermi nutrire col sangue...sento ancora la fame, non solo la sete...>>

I suoi occhi si spalancano come mai prima.

<<Non è possibile...il processo di trasformazione è stato perfetto...nulla è andato storto...allora perché?>>

Si siede sul letto e io vicino a lui.

<<Forse...Kain lo sapeva...è per questo che non ha fatto storie...e forse anche il fatto che ti vuole come soldato è legato a questo...>>

<<Come avrebbe potuto saperlo? Insomma...non credo possa sapere cosa accadrà...te l'avrebbe detto...no?>>

Fissa le assi del pavimento senza dire una parola, torturandosi le mani e gli artigli.

<<Vado a parlargli>>

Si alza ed esce dalla stanza, lasciandomi lì.

<<Sembra molto nervoso...forse non avrei dovuto dirglielo>>

Mi alzo e vado nella biblioteca comune per passare il tempo. Dopo un po' sento un leggero bruciore alla gola.

<<È tornata...devo cercare Raziel>>

Sento alcune presenze fuori dalla biblioteca. È Raziel che discute con dei soldati. Li congeda e si gira, vedendomi come affaticata.

<<Niah? Tutto bene?>>

<<Io->>

Mi schiarisco la voce e passo una mano sulla gola, il bruciore è aumentato velocemente.

<<Ho capito, vieni con me>>

Mi prende per mano e mi porta in un posto che non mi aveva ancora mostrato, simile a una prigione. Alcune persone sono rinchiuse e incatenate. Non sembrano moribondi, ma nemmeno felici di essere lì.

<<Scegline uno e...nutriti. Prova a non prosciugarlo, non è difficile. Solo la prima volta dopo il risveglio si ha bisogno di molto sangue>>

Faccio un veloce giro con gli occhi delle celle. Sento un nodo allo stomaco. Vederli lì incatenati e incapaci di muoversi mi passa quasi la sete.

<<Sono qui in caso di una nostra emergenza. Ormai si sono rassegnati>>

Mi avvicino alla cella di una ragazza bionda con gli occhi verdi e un vestito chiaro. Ha più o meno sui sedici o diciassette anni. Mi appoggio alle sbarre e noto che è senza catene. Quando la ragazza si gira a guardarmi rimane a bocca spalancata.

Anche se sarà doloroso, io vivrò per te (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora