La forgia oscura

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Mi avvicino lentamente, Raziel sembra ponderare le parole del suo creatore, confuso, combattuto.

<<Un segreto...hmm...>>

Si guarda attorno. L'unica via visibile è il cancello per dove siamo entrati, davanti alla parete di roccia di fronte a noi noto delle colonne, e sopra un sentiero.

<<Raziel, lì sopra>>

Aiutandoci a vicenda, scaliamo la parete e continuiamo lungo il percorso. Ci imbattiamo in altri di quegli strani corvi, che spariscono nuovamente al nostro passaggio. Troviamo una grande entrata bloccata da delle grosse piastre di pietra decorate da un dipinto. Sulla superficie è rappresentato un uomo dalle mani bifide, la pelle azzurra, una tunica bianca e delle ali di piume nere. La porta è rovinata dalle intemperie, sembra essere chiusa da secoli. Al centro una serratura per la Mietitrice. Raziel la sblocca e un corridoio buio ci accoglie, in lontananza alcune figure dall'occhio luminoso e dal corpo quasi invisibile si accorgono della nostra presenza, e ci attaccano quando passiamo. Attraversiamo delle colonne, scendendo nella caverna. Sul pavimento, dopo un breve tragitto di terra, troviamo del marmo scuro e scalini che scendono ancora. Entriamo in una camera tonda, una piastra di pietra al centro, circondata da acqua cristallina, ospita il prolungamento dei Pilastri, ora grigi e incrinati. Alle pareti ci sono dipinti della razza alata con la Mietitrice d'anime, in lotta contro delle creature anch'esse alate, ma meno delicate, meno eleganti. Mi ricordo di averle viste in qualche libro alla Villa di Vorador, ma sono troppo presa dai dipinti per rifletterci su. I Pilastri, quando vennero eretti da questi umanoidi dalle ali piumate che sconfissero gli avversari. Poi questi esseri, in agonia, insanguinati, assetati di sangue. I primi vampiri. L'antica stirpe della nostra razza.

<<È questo che Kain mi ha spinto a scoprire?>>

Un sussurro, Raziel sobbalza guardandosi intorno, poi si avvicina al bordo del grande piedistallo e guarda verso il basso, in acqua. Sospira irritato e incrocia le braccia.

<<Ah...il mio antico benefattore...e io osavo sperare che le nostre vie si fossero separate per sempre>>

Alza gli occhi al cielo.

<<Il tuo silenzio è stato gradevole finché è durato. Senza dubbio hai una ragione per essere qui, che ahimè non puoi svelare, giusto?>>

Lo guardo confusa, mi da le spalle. Ma altri sussurri mi fanno capire che non sta parlando da solo. Cerco di concentrarmi ma non riesco a captare le parole.

<<Ma forse non sei onnipotente come vuoi farmi credere. Il tuo controllo su di me è debole...a quanto pare io non ho più bisogno di te. Mentre suppongo che tu ne abbia di me>>

I sussurri sono fitti e confusi. Stringe i pugni portandoli lungo i fianchi.

<<Debitore? Vorresti che mostrassi gratitudine per un dono che non ho chiesto?!>>

Sulla roccia liscia del pavimento ci sono dei simboli tondi. Raziel cammina, innervosito.

<<Hai dimenticato di avermi costretto a dimorare in questa vile carcassa?!>>

Sembra che questa flebile voce provenga da sotto di noi, ne percepisco la presenza, la forza.

<<Io non servo nessuno. Né te, né Kain e nemmeno il tuo lacchè, Moebius!>>

Picchietta a terra con un piede, esasperato.

<<E se dicessi a Moebius che lavora per una gigantesca piovra, pensi che la sua fede resisterebbe?>>

Gigantesca piovra? Un piccolo flashback di enormi tentacoli ed occhi che fissano la figura di Raziel mi provoca un brivido.

<<Non nutro illusioni sulla sua integrità ne su quella di chicchessia. Infatti tutti stanno cercando di manipolarmi. Io cerco soltanto la verità>>

Anche se sarà doloroso, io vivrò per te (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora